Un flash da condividere

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    Ci fa piacere condividere con tutti gli utenti del blog di kremmerz.it un’emblematica immagine che riassume la Prima Esecuzione Assoluta della Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto per le musiche di Sergio Rendine e dedicata dall’autore alla MIRIAM e alla S.P.H.C.I.

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    Originariamente postato da sannitica2011
    Il 01 Settembre 2012 alle ore 09:05

    Ricordo, come incantesimo, l’esecuzione della Tavola di Smeraldo nella notte di Luna Piena di Solleone, nel giardino-teatro di S.Maria di Costantinopoli. Non sono esperta di musica e non sono in grado di far commenti adeguati, (altri lo potranno fare meglio di me), ma l’effetto armonico, suggestivo, e coinvolgente di questa prima esecuzione assoluta è stato perfetto. Trovo bellissimo il fatto che Sergio Rendine abbia voluto dedicare le sue musiche alla Miriam e alla SPHCI, che gli interpreti l’abbiano eseguite meravigliosamente per lo stesso motivo e in particolare che le Alte Gerarchie della Schola ci abbiano, ancora una volta, con inaudita generosità, consentito di partecipare e condividere un evento di tale portata. Rimarrà una esperienza indimenticabile, collettiva, ai confini della “realtà”, ove le aspirazioni dell’animo umano volano in alto per tornare in basso più integrate. Ove le potenzialità umane, valorizzate dall’altissimo apporto che proviene dal Centro eterno cui è collegata la SPHCI ,realizzano rispecchiandone l’armonia. E l’immagine pubblicata dalla Redazione, con Ermete in primo piano, mi pare ne sia l’emblema. E’ riduttivo, ma comunque doveroso, ringraziare ancora una volta: Grazie Miriam, Grazie alla Delegazione Generale della Schola, Grazie alla musica, Grazie agli interpreti e organizzatori per una serata amata che si è stesa come manto amorevole su ognuno di noi.

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    Originariamente postato da segezia810
    Il 01 Settembre 2012 alle ore 12:41

    Tutti gli artisti ‘veri’ vivono l’estasi, cioè quel particolare stato di grazia in cui è dato di sottrarsi alla misura dello spazio e del tempo per godere dell’unione con il Tutto. E poi, ovviamente, c’è la tecnica, il cosiddetto ‘mestiere’ che diventa strumento necessario a formalizzare il viaggio compiuto nella a-dimensione e a restituirne il profumo a chi, non-artista, è rimasto nel finito della quotidianità. In questo senso ho interpretato le parole di Sergio Rendine quando, presentando la musica che ha oggettivato per La Tavola di Smeraldo ha detto “speriamo di non aver compiuto una profanazione”. E’ la consapevolezza del tramite e, insieme, la sua umiltà; sono l’atteggiamento e la pre-disposizione nei confronti della Natura Madre di ogni cosa e della Bellezza e dell’Armonia, nonché della Salute.
    Io c’ero a questa Esecuzione e come me c’erano molti altri. Il bello è stato, ed è, quando l’ “io” ha ceduto il passo all’anima e la poesia dell’Una è divenuta la poesia di tutti in un bocciolo di Amore.
    Il grazie allora può riprendere davvero la sua etimologia nello spirito sibillino che ‘ricostituisce l’ordine ex-fundamenta’ (se ricordo bene i termini impiegati. Ma è appunto lo spirito quello che conta…).

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    Originariamente postato da m_rosa59
    Il 02 Settembre 2012 alle ore 12:44

    Quest’immagine mi sembra essere l’emblema dell’esperienza “totipotente” che l’Opera e l’esecuzione di Sergio Rendine e degli altri musicisti, ci hanno offerto; l’esecuzione è stata la dimostrazione di quanto diceva il Maestro Kremmerz, che nel nostro mondo relativo le parole per esprimere certi concetti non ci sono, chi può ne vede le ombre (come quella dell’immagine!). In questo caso, però, quello che il Maestro identificava come il tentativo
    “ della libertà mentale per assurgere al sublime silenzio dove è possibile solo il raccogliere il seme apollineo nella sensibile antera delle coscienze causali” è riuscito alla perfezione. Quella musica ci ha fatto rivivere esperienze che, con il comune linguaggio verbale, non potrebbero essere trasmissibili. E questo, associato agli ultimi sviluppi della nostra Fratellanza, mi sembra proprio la dimostrazione che le cose stiano crescendo nel Verso Giusto, quello auspicato dal suo Fondatore all’alba della sistemazione della nuova Schola: “Lieto per questo che ho compiuto, nella certezza che mi concederete la forza di completare il resto del cammino, io invoco da Voi, eccelsi occhi di luce, la parola che voi direte sul secreto dei mondi e sul potere di concedere l’amore, perché un giorno non lontano gli uomini possano issare sui pinnacoli dei templi di tutti gli dii, il vessillo di pace tra Cielo e Terra, e la Taumaturgia diventi il potere di ogni umano su questo scheletro di pianeta che rotola le nostre piccole e ambiziose miserie intorno alla luce ammonia del grande Osiride”
    Il Maestro Kremmerz il suo lavoro lo ha compiuto e grazie ai Maestri che gli sono succeduti, il resto del cammino, piano piano, si sta compiendo. Grazie alle Gerarchie per l’indefesso lavoro.

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    Originariamente postato da +sergio269
    Il 03 Settembre 2012 alle ore 19:23

    E’ un piacere passare in questo blog e trovare parole che non fanno altro che arricchire.. Volevo chiedere a m_rosa59 di spiegare questo passo del suo commento: “chi può ne vede le ombre (come quella dell’immagine!)”. Grazie a chi con la propria esperienza condivide,Grazie alla S.P.H.C.I.

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    Originariamente postato da ippogrifo11
    Il 04 Settembre 2012 alle ore 19:08

    L’idea di traslare nella dimensione della musica il messaggio ermetico veicolato dalla Tavola di Smeraldo avrebbe fatto tremare le gambe a chiunque e l’impresa, apparentemente temeraria oltre ogni umana velleità, sarebbe stata giudicata irrealizzabile sin sul nascere. Eppure il “miracolo della Cosa Una”, evidentemente propiziato da Chi vede oltre, molto oltre, si è reso manifesto nelle note fissate sulla carta con tratto lieve di “lapis” ed eseguite poi magistralmente da un insieme affiatato e armonicamente Uno.
    Ho ascoltato – e riascoltato – con attenzione, dalla prima all’ultima nota, catturato dalle battute che lasciavano fluire accordi e linee melodiche. Nel frattempo il disegno si dispiegava per intero e l’Idea fecondante la creatività e la indubbia perizia del compositore si rivelava fedele – né poteva essere altrimenti – alla trama smaragdina: la gestazione iniziale, l’avvento sul piano della manifestazione e, infine, lo sviluppo delle infinite possibilità dell’adattamento.
    Grazie a Sergio Rendine e agli artisti che hanno voluto condividere con noi tutti un momento intenso e “magico” e grazie alla Delegazione Generale, prodiga di Bene e di fattiva operosità.

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    Originariamente postato da mercurius3
    Il 05 Settembre 2012 alle ore 08:55

    Suggestiva la foto che ha col suo blu di fondo riportato tutti noi alla notte delle vibrazioni fraterne e kremmerziane, portando su un piatto d’argento l’antipasto del magico-salutare Pranzo Agape 2012.
    Grazie, riconoscente, presente. Che la Delegazione “abbia sempre forza e virtù per lavorare indefessamente…”

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    Originariamente postato da m_rosa59
    Il 05 Settembre 2012 alle ore 22:30

    Per Sergio: la frase è del Kremmerz, per cui da me non commentabile, la parentesi è una sensazione profonda, e personale, della quale né saprei, né vorrei, né potrei dire. Sono d’accordo con te, su questo blog si trova sempre il modo di arricchirsi. Ringrazio chi ne è l’Anima. Grazie nel senso latino di gratia, come “tutto ciò che per sua ricchezza impressiona gradevolmente i sensi e lo spirito”

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    Originariamente postato da catulla2008
    Il 10 Settembre 2012 alle ore 00:36

    Ho avuto modo di rivedere il video dell’evento del 1° agosto e, ancora una volta, sono rimasta molto colpita dalla pluridimensionalità di quel ‘dialogo fra Sibille’ che spazia dal passato al futuro, di fatto evidenziando come la matrice del mondo, l’origine della vita e – ultimo ma non ultimo – ogni e qualsiasi “Ordine” costituito debba la propria esistenza al Femminile o, per meglio dire, ad un essere ginandrico.
    Né si può trascurare l’impatto enorme di quelle immagini, sapientemente scelte, che parlano al pubblico usando i colori, i suoni e l’esperienza di Chi ha forgiato il messaggio (o dovrei dire l’eco?) lanciata nella bocca che la informa e la riforma.
    Fortuna incredibile la nostra, che ci sia una Donna a testimone della Scienza Ermetica e che Quella stessa sia per ora tangibile e raggiungibile: tramite di una Tradizione millenaria, nostro fermento d’Amore alla Vita e al Bene, parola lanciata nel sociale presente e futuro per dare nuova impronta alla coniugazione del Vero!
    Quando ci si occuperà di più del bosone di Higgs che della cronaca mondana o nera, si vedrà che tutta la nuova fisica e le nuove scienze sono traduzione di una Scienza antica quanto l’uomo (o la donna?); che la particella di dio è l’increspatura nel seno della Dea; che il dito della cappella Sistina avrebbe dovuto essere quello di una Vergine col Bambino e che il DNA mitocondriale, lungi dall’essere spazzatura, è la memoria cui attingere per rifare il Nuovo Mondo salvandoci dalle acque ormai infette e viziate della storia recente…
    Ma forse mi sono lasciata prendere dalle mie elucubrazioni mentre ciò che conta sono solo l’esperienza e la fortuna di poter incontrare Chi questa esperienza l’ha OGGETTIVATA e la trasmette, ortodossamente, secondo una Schola Philosophica Hermetica Classica Italica a tale scopo creata dalla Solare Intelligenza di J.M.Kremmerz.
    Buonanotte a tutti!

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    Originariamente postato da segezia810
    Il 16 Settembre 2012 alle ore 01:26

    Questa sera, dopo la solita routine della cena e del telegiornale seguito dagli altrettanto soliti apprezzamenti sulla nostra società, ho ripreso in mano, dopo tempo, “I Dialoghi sull’Ermetismo” del Maestro Kremmerz. Ebbene, con stupore e, al contempo, con una punta di sgomento, dal Primo di questi ho ritrovato le parole: “Non emettete giudizi su quello che attualmente é la società umana e su quanto essa prende in considerazione. Voi non potete pronunziare una sentenza sugli errori e la virtù dei tempi: gli avvenimenti storici, come i metodi e la moda della vita, si giudicano serenamente dopo che son passati, e il giudice é neutro nei suoi apprezzamenti…”.
    Ammetto di essere rimasta sbigottita per svariate ragioni. In primis, quel modo particolare di porgersi caratteristico degli esseri più evoluti (ciò che riscontro spesso anche nel Maestro Jah-hel): un sereno distacco, lo sguardo tranquillo, nessun giudizio sullo scorrere delle vicende umane.
    Poi, la verità inconfutabile che il disegno dei fatti emerge solo quando il filo ha compiuto il proprio andirivieni sulla tela dei decenni, tanto che è consueto esaminare i periodi storici non prima che sia passato un secolo (e i libri di storia? Non insegnano forse a guardare le cose vecchie di almeno cent’anni?).
    Constato quindi che è proprio così: sugli avvenimenti contemporanei, o pure recenti, sembra valere un tabù intriso di pudore, esitazione, vergogna e imbarazzo, forse perché l’eco dei fatti, quando non è ancora spenta, non consente alla vista la limpidezza necessaria per capire.
    “Se siete ammalati digiunate… rivolgete lo stesso regime alle passioni e ai desideri…” – così diceva Giuliano Kremmerz e così pare valere anche per la memoria.
    In fondo il tempo è un turbamento che avvolge l’essenza delle cose. La rena può divenire diamante, la terra fiore, la crisalide farfalla e a un occhio non illuminato l’impressione può restituire la sola rena, la semplice terra, l’infimo bruco.
    Proprio vero! La grandezza di uno sguardo emerge da come si posa sulle cose piccole…

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    Originariamente postato da mara329
    Il 16 Settembre 2012 alle ore 10:13

    Interessante quanto riporta e su quanto riflette segezia. Come recita l’art. 55 della P+F+ : la Scienza e la Verità fuori ogni lotta politica, sociale e religiosa. Si comprende bene, ma all’atto pratico, si fa fatica a capire quando riproponiamo solo atteggiamenti, opinioni ecc. ecc, presi a prestito dal sociale epocale. Quando l’aspirazione all’evoluzione non è un sogno ricamato sui propri desideri, e sulle proprie fantasie, allora si capisce come sia necessario, grazie ai realizzativi metodi e strumenti della Schola, e al proprio impegno, di tendere a “rifarsi” e “rimodellarsi” secondo i canoni naturali dell’equilibrio. Eppure, spesso, si fa resistenza proprio a questo. Grazie alla Redazione per la condivisione dell’immagine.

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    Originariamente postato da garrulo1
    Il 16 Settembre 2012 alle ore 16:37

    Nel post di Segezia, colpisce il rimando alla “calma olimpica” tipica delle persone maggiormente evolute. L’avverto come una modalità quasi meccanica di approccio alla realtà. Infatti, se il presupposto di partenza è che chi ha saputo espandere il proprio livello di coscienza (da cum scientia), solo ed esclusivamente dopo il durissimo lavoro di progressiva purificazione, può proiettarsi in regioni e dimensioni al di sopra e “aldilà” dell’ordinario, così è in grado di discernere la quotidianità e quindi la realtà in modo più completo e distaccato, perché, per così dire, la guarda più dall’alto, ne respira meno l’olezzo, e quindi ne risulta anche fisicamente più distaccato.
    Forse per questo, che in uno scritto del Maestro Kremmerz, nell’analizzare l’andamento sinusoidale delle società umane, ad un certo punto latinamente afferma: “mores sunt tempora”, cioè le morali sociali sono dettate dai tempi di riferimento, e, se ricordo bene, poi vi aggiunge la costante o radicale al di sopra di tutte le sinusoidi temporali, con la frase “la Magia è la Scienza” definendo poi l’Ermetismo come un complesso di Arti che predispongono al contatto con il Divino, e, mi viene da aggiungere, proprio alla luce della rappresentazione della sera del 01 agosto, la musica ne è parte integrante e sostanziale del complesso artistico anzicitato.
    Un saluto a tutti.

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    Originariamente postato da catulla2008
    Il 23 Settembre 2012 alle ore 02:06

    Nell’antica Grecia, tra settembre e ottobre, si contava il 16° giorno di Boedromione, mese successivo all’equinozio di autunno, e all’alba i mystai si immergevano nel punto in cui il ruscello giunge al mare. Lì ciascuno, donna o uomo, ricco o povero, vecchio o giovane, nero o bianco lavava il proprio porcellino e poi sé stesso; a differenza dei Piccoli Misteri, compiuti in Primavera, l’acqua della purificazione cambiava quindi da dolce in salata. Il giorno successivo il porcellino veniva sacrificato a Demetra e Persefone e le carni date in pasto alla gente che implorava Asclepio o Dioniso, mentre gli aspiranti iniziati restavano in raccoglimento e le sacerdotesse iniziatrici preparavano i kykeion. All’alba del ventesimo giorno, dopo cinque giorni di digiuno e senza toccare vino, ogni miste indossava abiti neri puliti e recava offerte di farina e incenso seguendo in processione la statua del dio Iacco il cui nome significa “grido di gioia”. Lo Ierofante indossava abiti purpurei e guidava il corteo attraverso una Doppia Porta in direzione della Strada Sacra di Eleusi: le fiaccole erano spente e la Somma Sacerdotessa recava sul capo gli oggetti sacri della Dea Demetra. Traversato l’angusto ponte sul ruscello in cui ci si era immersi, alcuni celebranti facenti le funzioni simboliche del re Croto legavano al piede sinistro e alla mano destra dei mystai un filo di lana gialla. Ad un ponte successivo una donna mascherata e dai variopinti indumenti imbottiti simulava Iambe e raccontava la storia di un uomo di nome Androcle che voleva far macellare un ariete nero ma, distratto dall’animale che gli indicava un sassolino, ne era stato incornato dal corno destro là dove l’aria ingoiata sarebbe dovuta uscire. Alla storia ne seguivano altre sempre concluse dal monito di metterle dove il contadino aveva l’ariete e tutto ciò finché la donna non mostrava le anziane parti intime nude contagiando con la propria ilarità. A tale scoppio di risa seguiva la bevanda del kykeion e la separazione delle offerte. Dopo una notte di veglia e danze si arrivava al sacro pozzo e quindi al sacro recinto oltre il quale non era ammesso chi non era iniziando. Lì si oltrepassavano il tempio di Ade con la grotta da cui una figura nera afferrava una danzatrice portandola con sé mentre gli iniziandi, aspersi dell’acqua del sacro pozzo, entravano nel Telesterion per i riti finali… (notizie storiche dalla canadese Margaret Doody, docente di letteratura antica e comparata e famosa per le sue impeccabili ricostruzioni storiche).
    Virgilio, raccontando della visita agli inferi di Enea, là dove grazie alla Sibilla incontra il padre Anchise, viene istruito sul fatto che gli uomini sono semi nati dai raggi del sole perché “un’anima diffusa per tutte le parti del mondo muove la massa terrestre e si mescola al grande corpo”.
    Come semi gli uomini “hanno origine celeste e energia ignea” che viene rallentata dal “carcere corporeo”…
    Oggi è equinozio d’autunno, ciò che annuncia il ritorno dei Semi alla Terra. E, forse, nasconde nel mito il ritorno alla vita umana da parte di chi, come disse Anchise, ha sofferto i suoi Mani, cancellato la macchia contratta e ripassato il Lete. O di chi, vivente e miste, lungo la via sacra compie da vivo ciò che si compie da morti, sacrificando a Demetra e alla rinata Persefone, il proprio maiale, l’ebbrezza della vita e, per certi aspetti, la Letizia in favore degli Elisi.
    E’ una fortuna trovare ancora, nel 2012, la tradizione millenaria che ortodossamente conduce… alla moderna Eleusi. Grazie alla S.P.H.C.I. e ai suoi Maestri!

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    Originariamente postato da garrulo1
    Il 23 Settembre 2012 alle ore 18:24

    Premetto, non ho orecchio musicale, purtroppo, forse perché strutturalmente ho per così dire una personalità decisamente inclinata verso l’aspetto razionale della realtà, in sintesi, struttura quadrata, tendente al cubico. Però, ogni volta che in qualche modo incrocio la musica, tiepidamente gradisco, e mentalmente mi tornano alla memoria alcune frasi di Giordano Bruno, sempre le stesse, con le quali esalta questa componente della vita, che nel libro di F.A. Yates, “Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica”, così viene circoscritta: “poesia, pittura e filosofia sono tutt’uno, aggiungendovi in questa sede la musica. La vera filosofia è musica, poesia o pittura; la vera pittura è poesia, musica e filosofia; la vera poesia o musica è sapienza divina e pittura”. Sempre per rimanere in argomento, l’autrice anzicitata, si aggancia ad un passo dello “Spaccio della Bestia Trionfante” , riprendendolo nell’opera di cui sopra, e testualmente recita: “ Cossì pensar devi di ciascuno de gli dei per ciascuna de le specie sotto diversi geni de lo ente, perché siccome la divinità descende in certo modo per quanto che si comunica alla natura, cossì alla divinità s’ascende per la natura, cossì per la vita rilucente nelle cose naturali si monta alla vita che soprasiede a quelle….” . Credo, che Giordano Bruno, nella parola “comunica” sopramenzionata, sicuramente vi comprendesse anche la musica in senso lato, o meglio, intendendo la musica come uno dei mezzi o modalità di comunicazione con il mondo divino, ove ha la sede naturale la vita che “soprasiede” alla dimensione visibile, quella tanto cara alle strutture quadrato/cubiche coma la mia, conscio però, che una per volta e non di più, le porticine di contatto multidimensionale risultano apribili, anche attraverso la musica, specialmente se di qualità sublime.
    Un saluto a tutti.

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    Originariamente postato da tanaquilla9
    Il 25 Settembre 2012 alle ore 13:30

    Devo riferire che il lupo perde il pelo ma non il vizio… compare ancora una volta (in data agosto 2012) su un altro sito internet che si occupa di Giuliano Kremmerz la ricopiatura pedissequa di un brano inserito nella ns. Rubrica “La Parola al Maestro” intitolato “I profumi in Ermetismo” e da noi pubblicato sin dal 2008.
    Ovviamente i redattori di tale sito hanno dimenticato di citare la fonte.
    C’è da chiedersi: come si può pretendere di aspirare al raggiungimento di una coscienza integrata se non si sa neanche rispettare i termini della legalità e delle norme del buon vivere sociale?

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