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A proposito del numero 5, come le nostre Accademie e come le dita della mano aperta in alto che è il nostro saluto miriamico, la natura sembra fare eco: 5 particelle, componenti la materia oscura che è il 95 per cento della materia universale si sono svelate allo sguardo di ricercatori italiani dell’Università di Bari. Una scoperta di portata mondiale dicono, destinata a dare contributi importanti anche in campo medico.
”Mercurio o Ermete, ambasciatore tra le divinità e l’uomo, rappresenta il vero legame tra il finito e l’Infinito, tra il mistero della Natura e la comprensione Umana a cui l’Idea nuova arriva come un messaggio della intelligenza universale…” (Kremmerz, I Dialoghi)
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Original author: Fulva11Un importante passo avanti nel campo “ricerca medica – computer” mi ha fatto riflettere. Un tetraplegico dopo 8 anni di paralisi ha potuto muovere un braccio e la mano ed usarli per mangiare. Questo grazie ad un chip impiantato nella corteccia motoria, sulla superficie del cervello, in grado di leggerne i segnali, decifrati poi da un computer e reindirizzati ai muscoli della mano, del polso e delle dita, baipassando il midollo lesionato. Questo successo non è considerato una cura perché utilizza il computer, ma fa chiaramente comprendere la sussistenza e il potere del comando cerebrale del movimento, nonostante la lesione midollare che ha provocato la paralisi. L’interfaccia cervello-computer ha avuto come segnali chiave i pensieri dell’uomo mentre immaginava il movimento di braccio e mano, (osservando i movimenti di una mano digitale); estraendo dunque le informazioni dai segnali cerebrali, e usandole per comandare il sistema di stimolazione elettrica. Tale risultato è stato pubblicato su Nature ad aprile 2016 e offre speranze alle persone colpite da ictus o da lesioni midollari alte, impossibilitati dunque al movimento.
Mi ha fatto riflettere sulle reali possibilità dell’essere umano, il recupero addirittura da uno stato di paralisi, sul collegamento tra cervello, immaginazione e guarigione, e sulla terapeutica ermetica basata anche sulla visualizzazione. Certo oggi si sono dovuti usare impianti hi-tech, ma la ricerca andrà avanti e chissà se un giorno sarà di dominio pubblico la possibilità e la capacità autoguaritiva dell’essere umano che sostiene la medicina ermetica -medicina dei. Sono orgogliosa di far parte di una Schola che è veicolo di tale scienza e faro di luce. Belli i 5 quaderni delle accademie miriamiche visti all’unisono. Buon proseguimento a tutti .Davvero molteplici gli spunti offerti dal Quaderno Pitagorico, continuando nella lettura si evince che la via del “tendere”, banale a dirsi, è proprio il fare, l’operare costantemente finalizzato, nel nostro caso, alla terapeutica ermetica e questo Principio lo ritroviamo dimostrato nelle leggi geometricomatematiche(a pag.66 viene ricordato che “in un quadrato inscritto nella circonferenza, all’aumentare dei suoi lati, si trasformerà, con un lavorio continuo,in un poligono con un maggior numero di lati, e quando il maggior numero dei lati tenderà all’infinito, allora il quadrato si approssimerà alla circonferenza così come il cubo, con il suo moto, al crescere delle sue facce si approssimerà alla sfera in cui è inscritto”). Lo sottolinea Evelino Leopardi studioso di fine 800-inizi 900, che afferma a proposito della sezione aurea che “in natura non esistono tipi accidentali per combinazione fortuita,ma tutti sono il risultato di un’azione continua, paziente plasmatrice delle forze cosmiche, le quali agiscono su ogni forma vivente, attraverso precise leggi numeriche e geometriche così come la stessa anatomia umana, riassunta nella formula algebrica, il cui risultato poteva essere calcolato per secoli senza che si arrivasse a un numero compiuto” Lo afferma infine, il Maestro Kremmerz quando dice che operando costantemente, si realizza fatalmente…evidentemente non parlava in senso fideistico, ma in termini scientifici, dimostrabili persino in senso geometrico-matematico? E’ nel fare costante che ci avviciniamo, dunque, alla nostra metainfinitozeromatrice?
A proposito di Zero-Uovo-Utero, presente nel Timbro, mi ha colpito l’etimologia della parola che deriva da Zephirum: nome del vento primaverile di ponente(per i Latini Favonio),figlio di Eolo ed Eos(Aurora), che vive in una caverna, raffigurato come un giovane alato, con in mano un mazzo di fiori primaverili. In un’altra tradizione è sposato a Clori, dea dei fiori, dalla quale ebbe Carpo, il frutto; legato nella mitologia ad Apollo,dio del Sole e tutte le arti, capo delle Muse, considerato dio oracolare, capace di svelare il futuro agli esseri umani, tramite la sacerdotessa Pizia(da cui i pithoi, vasi funebri,con forma ovale, simboleggianti il grembo di Vita della Dea??), adorato per questo come uno degli Dèi più importanti del Dodekatheon. Tutto ciò mi ha riportata al Quaderno della Sebezia, in cui ritroviamo l’elemento del Vento(presente anche nella IV proposizione della Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto), in cui si dice che”è veicolo e agente di trasmissione, è un tramite tra sopra e sotto, tra dentro e fuori, anello di congiunzione, filtro protettivo. L’Aria contiene gli opposti restando sé stessa; è l’agente attraverso il quale il fuoco si manifesta, consentendo quindi la manifestazione del principio igneo o vitale, da cui processo organico metabolico di respirazione cellulare, che produce energia attraverso i mitocondri, trasmessi esclusivamente per via materna, contenenti un messaggio subliminale di collegamento e potenziale ritorno alla Matrice Unica”. In questo senso, quindi, l’etimologia della parola Zero potrebbe riferirsi alla sua funzione peculiare di UovoMatrice? In attesa di capire e di far quadrare il nostro cerchio…Buona lettura a tutti!Non vedo l’ora di sfogliare il nuovo Quaderno Accademiale per immergermi in un nuovo appassionante studio collettivo…Per ora, in questa strana e attesa primavera, saluto fraternamente il nostro blog, dove avverto la viva presenza di tutti- e non solo in senso virtuale.. Ovviamente il mio speciale saluto va soprattutto al Maestro e ai Circoli. Recentemente copiti e scossi da tristi eventi drammatici, ci concentriamo ora sulle operazioni di marzo e aprile. È una fase fondamentale per il lavoro di rigenerazione, per sperimentare i sottili meccanismi dell’esistenza e per tentare di liberarci un po’ dalle nostre limitazioni. Per questi motivi lascio a tutti in questa pagina i miei più sentiti auguri di Salute e Bene.
Original author: CorollaNei Quaderni che sono usciti scorre, invisibile quanto palpabile, il filo della Tradizione Sapienziale, lo stesso che nelle mani di Kremmerz un secolo fa produsse i Dialoghi sull’Ermetismo e lo stesso che si ritrova ne La Pietra Angolare Miriamica.
Non è facile navigare nella vita: costretti dalle necessità del quotidiano ce ne creiamo mille altre – di lavoro, affettive, relazionali, sociali, fisiche – e la lucina profonda del nostro principio vitale, senso vero dell’esistenza, trema e si affievolisce scossa ad ogni alito di vento. Poi, quando la salute vacilla, allora alcuni veli si dissolvono e ci si aggrappa alla Miriam, fonte costante di energia. Ma non ci sono solo tumori, febbri, cancrene visibili a renderci dura la vita. Esistono pensieri, rancori, vendette, possessività, ambizioni che avvelenano la percezione della nostra radice luminosa prima e più dei malanni che la scienza ufficiale si ingegna a curare e la Miriam aiuta a sanare.
Ecco allora che i Quaderni aiutano noi naviganti come mappe per i marinai. Noi, che non disponiamo della tecnologia interiore per guardare a noi stessi come da un alto satellite e orientarci, possiamo trovare in questo primo quinario di lavori la storia, l’arte, il mito, la natura e il cuore pulsante che le sintetizza nel cammino magico.
Più li leggo e più credo che i Quaderni siano nati per essere vissuti.
Original author: LauraSono d’accordo con te che i Quaderni vadano “vissuti” , come d’altronde tutti gli strumenti che ci vengono affidati , compreso l’utilizzo di questo nostro sito. Debbo confessare che la prima lettura del Quaderno della Pitagora mi ha ingenerato un certo senso di frustrazione per la percezione che provavo di intuire l’esistenza di tutto un mondo dietro quei Numeri, di cui però non riuscivo ad afferarne una chiave interpretativa. Dopo un primo momento di abbattimento , ho realizzato che quello che non si capisce a primo acchitto non è detto che non possa essere ottenuto come premio di un necessario e dovuto lavorio.
Original author: gelsominoHo preso in mano a vent’anni uno dei libri de LA SCIENZA DEI MAGI di Kremmerz. L’ho letto diligentemente (era il II Volume, quello che contiene pure LA PORTA ERMETICA) e… Non ho capito nulla. Assolutamente NULLA. E non mi riferisco al senso occulto o analogico dello scritto, ma proprio in relazione al senso di quanto veniva espresso. Ho provato lo stesso senso di frustrazione che si prova in un paese straniero di cui non si sa la lingua. Poi, dopo qualche tempo, l’ho ripreso in mano e alcuni passaggi mi sono entrati dentro. E ho maturato la convinzione che afferrare il contenuto di un messaggio non è un fatto mentale o quantomeno non solo. Apprendiamo con tutto il corpo: con le mani, con la pancia, con gli occhi, con le orecchie e la mente sintetizza quanto appreso. E le parole dei Maestri sono tali che sanno parlare ad ogni senso e in ogni senso. Dunque penso che accadrà lo stesso per quanto è contenuto nei Quaderni. Leggeremo. Le parole scorreranno dentro di noi. Il VERBO ci cambierà, e cambierà e cambierà… Fino diventare noi stessi la chiave.
Original author: catullaIn effetti a una prima lettura gli argomenti Ermetici possono sembrare ostici ma riprendendoli a distanza di tempo le difficoltà si superano a seconda della propri maturazione. E ogni volta si scopre qualcosa di nuovo o di “collaterale” che ci indirizza. Ciò vale sopratutto per questi quaderni a cui abbiamo contribuito nel cui insieme si ritrova la Fratellanza.
Original author: Daniel56Del tutto condivisibile il pensiero di Gelsomino e Daniel, e aggiungo che la difficoltà, per chi scrive o meno sul blog, non è solo sui contenuti ermetici ma anche su come portarli in questo spazio che è stato definito ‘sacro’ e che ci viene offerto come una possibilitàopportunità di crescita nella consapevolezza di essere un Numero della Fratellanza terapeutico-magica di Miriam. Credo che l’aspetto principale non sia tanto saper scrivere ma imparare a farlo come “tramiti” in modo quindi impersonale ed esperienziale(che dovrebbe essere l’unico modo nell’Ermetismo di esprimersi, ricavando la teoria dalla pratica!), permettendo all’Hermes di poter “parlare” attraverso il contributo di tutta la Catena Operante. Se vista in questa prospettiva, penso che passi in secondo piano la logica dell’errore umano e personalistico ma avanzi la logica del contributo che ogni Numero possa dare alla Idea Miriamica. Personalmente questo rappresenta una grande sfida, mi ha costretto a fare i conti nel tempo tra scegliere su ciò che è solo ben scritto da ciò che potesse essere utile a tutti i Fratelli e Sorelle nonché per gli esterni fruitori del Blog, cercando di mirare sempre più ad essere concisi anziché prolissi, meno cervellotici anziché concreti nel riportare idee ed esperienze vissute nel nostro percorso di ricerca, e mi son resa conto che questo spesso mi ha fatto da specchio e mi ha aiutata nel percorso di destrutturazione, indicato dalla Schola, sfrondando da tutto ciò che non fosse utile a me e agli altri ….in fin dei conti mi son chiesta a che scopo scrivere? Far parte di una chat qualsiasi, giusto per avere la gratificazione di una risposta sempre pronta o avere un diario personale dove svuotare il sacco, sortirebbe lo stesso effetto? Avrebbe la stessa valenza? Ma se il vero motivo fosse mettersi in gioco per CAPIRE Pro Salute Populi, come Numeri di una Schola Terapeutico-Magica allora forse è l’attivarsi di ogni anello della Catena che farebbe la differenza, esattamente come se utilizzassimo uno dei tanti strumenti terapeutici concessi in dotazione?La possibilità che ci viene offerta dalle Gerarchie con Amore in quanto lasciata alla Libertà di ognuno, credo che rappresenti una modalità di evolvere e, superando la difficoltà, di permettere di acquisire un briciolo di consapevolezza in più su ciò che siamo e sopratutto su ciò che abbiamo scelto di voler essere!
Nella discussione “Agape di Solleone 2017”, ho letto un post di Macrobio sul dio Consus, nome che appare molto simile al dio Kons della tradizione egizia. Questo mi ha riportato ad alcune letture che avevo fatto due anni orsono, di cui volevo condividere alcune informazioni in questa sede. Le fonti principali sono costituite dalla Storia della Religione Romana di Franz Altheim e da 2 articoli di Francesco Marcattili (“Circus soli principaliter consecratur, Romolo, il Sole e un altare del Circo Massimo” e “Ara Consi in Circo Maximo”, entrambi scaricabili dal sito Academia.edu). In sintesi, pare che le feste in onore di Conso, i Consualia, si celebrassero sia il 21 agosto sia il 15 dicembre. Dionigi di Alicarnasso riporta che l’altare di Conso era ricoperto di terra – come anticamente venivano ricoperte di terra le messi – e dissotterrato in occasione dei Consualia e su di esso venivano effettuati sacrifici e offerte dei frutti della terra appena raccolti (in particolare grano o farro), quindi si teneva una gara di carri e cavalli. Secondo Altheim, il nome Consus basandosi sulla morfologia del nome, è un astratto in -tu del verbo condere per cui originariamente il nome era Cond-tos ed indica l’azione del nascondere. Da questo punto di vista viene proposto un parallelismo tra Ianus e Consus, laddove Ianus indica la fase iniziale del camminare e quindi è il dio di tutti gli inizi, mentre Consus presiedeva sia all’azione di mettere al sicuro il raccolto, con i Consualia del 21 agosto, sia alla conclusione sacrale del vecchio anno, con i Consualia del 15 dicembre.
In merito alle caratteristiche dell’ara Consi, essa era costituita da una parte visibile, la tholos, e da una parte sotterranea dove era situata l’ara vera e propria. Sulla base dei reperti archeologici tale ara era situata sulla spina del Circo Massimo e, in cima alla tholos, era presente un uovo e una figura femminile, che in alcuni reperti pare essere una Vittoria Alata, che si rivolge verso l’ara.
L’ara Consi, presente in una zona originariamente paludosa – che quindi può essere vista come un luogo di passaggio tra la vita e l’aldilà – e di confine, rappresenterebbe così il sole nelle sue funzioni ctonie, funerarie e oracolari. Luogo adatto alla stipula di patti e luogo adatto alla sanzione di initia. L’Ara Consi può pertanto essere considerata come una rappresentazione del Sol conditus sub terra, ovvero sepolto. Non a caso la celebrazione dei Consualia del 15 dicembre è molto vicina all’Agonium Solis dell’11 dicembre, che rappresenta il sole al solstizio. Così come per gli egizi, si può ipotizzare che anche per la Roma arcaica il sole aveva caratteristiche ctonie legate al passaggio nelle ore notturne dell’astro per le zone infere.
Tutto ciò descritto, sarebbe interessante sapere se fra il dio Kons e il dio Consus vi sia una qualche forma di legame.Mi sono chiesta anche io se tra Consus romano e Khons egizio, data la somiglianza dei nomi, vi sia stato un qualche legame. Ma non è facile fare chiarezza al proposito. Riporto ciò che ho trovato. Sappiamo che la cultura egizia si è innescata in Italia, anche grazie alla mediazione fenicia, almeno dal X secolo a.c., in epoca pre-ellenistica, quando amuleti e talismani, chiamati aegiptiaca, sono emersi in numero copioso nella nostra penisola. Secondo gli studiosi l’iconografia di tali oggetti evoca precisi valori speculativi egizi, testimoniando una scelta consapevole che rispecchia una componente della cultura locale. Molto diffusa fra le figure la triade menfita e del delta del Nilo: Ptah, Sekhemet e Nefertem, quest’ultimo figlio e dio guaritore. Khons invece, presente nei testi egizi sin dall’antico Regno, diviene massimamente conosciuto durante il Nuovo Regno, come appartenente alla triade tebana: Amon, Mut (la madre) e Khonsu (o Kons, Khensu, Khons, Chons, Khonshu), anch’egli figlio e dio guaritore, associato alla Luna al pari di Thot. Consus, oltre quanto già detto da kridom, è del pari una divinità arcaica paleo-italica, ereditata dai Romani. Divinità agreste (la concezione del sacro italica è sempre congiunta al ciclo agrario, e a quello del grano) molto vicina e unita nel rito alla dea sabina Ops, detta per l’appunto consiva. Esisteva anche una dea Conso che presiedeva alle deliberazioni, e i buoni consigli o responsi da tenere secreti riguardavano Consus. Secondo Semerano la voce Consus deriva dall’accadico col significato di concedere il grano. Ma era anche protettore del seme interrato e della sua vitalità. Attendevano al culto di Consus le Vestali e il Flamen Quirinales. Un caro saluto a tutti.
Ho riletto gli interventi a partire dal 2012 relativi a questa sezione del forum che giungono al 2017 con i commenti alla pubblicazione dei Quaderni delle Accademie e a qualche altro post.
Sono rimasta colpita dallo scambio ricco e positivo intercorso fra i partecipanti e dalla profondità degli argomenti trattati in relazione al punto di vista della Schola.
Partendo dal crimine di femminicidio si è arrivati a esaminare la strumentalizzazione che si è fatta nel corso del tempo e sino ad oggi del femminile anche in campo esoterico e a puntualizzare poi il ruolo della Donna nella Schola, sin dalla sua attivazione, e della Donna iniziatrice. Scriveva ad esempio Cerere 6012 : “E, piaccia o no a tutti costoro, il dato reale che un Maestro iniziatore, nonché Delegato Generale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, sia in questo delicato momento storico una donna, costituisce un’ulteriore garanzia di giustizia, bene e salute per tutti coloro che sinceramente aspirano all’ascenso, oltre a rappresentare concretamente quel primo passo indispensabile per l’affrancamento delle future generazioni di iniziati alla sacra Scienza della Vita, dalla cultura della violenza, della prevaricazione e della morte”. Nel contempo, stabilendo l’esigenza di una purificazione dei sensi, come previsto dalla Regola della Schola, si è ragionato e riflettuto sull’Estetica, sull’Etica, sulla Bellezza, sulla tensione alla Bellezza che genera affratellamento, sul rapporto tra Bellezza e Conoscenza, sull’Arte, sul Bene. E ciò sempre in rapporto alla Schola, e alla necessità della via iniziatica.
Non credo che tali argomenti siano esauriti e mi auguro che il discorso possa riprendere col contributo di tutti.Il post di Tanaquilla con il richiamo al precedente di Cerere, portano immediatamente l’attenzione sui vari tentativi di strumentalizzazione con fini denigrativi del mondo femminile, sotto i diversi aspetti, tanto in campo sociale quanto in quello esoterico. Il retaggio storico di molti secoli di cultura sbilanciata sul fronte patristico, purtroppo ancora si avvertono con modalità più o meno apparenti, che a volte tendono a manifestarsi all’attenzione collettiva quando è già tardi!! Fortuna vuole che, in campo ermetico, l’attuale Maestro Iniziatore e Delegato Generale della Schola, Maestro M.A. Iah-Hel, sia una Donna. Nella Home Page del Sito, appena dopo il Benvenuto elargito a tutti gli utenti, viene evidenziato che, il transito della Tradizione Ortodossa nella Fratellanza di Miriam, è garantita dalla mai revocata Pragmatica Fondamentale del 1909, avente valore di Patto tra ogni ascritto e le Superiori Gerarchie, che, proprio all’articolo 57, fa espresso riferimento al Programma di Amore Codificato nella Pragmatica stessa, in cui il simbolo della Matriarchia di Miriam ne interpreta appieno l’espressione, riportando, provo ad azzardare una idea che ho maturato da tempo, temperanza ed equilibrio nella propensione agli eccessi che il Principio Maschile, per sua “focosa” natura tende nelle sue manifestazioni, e le culture patriarcali millenarie a cui ho fatto prima riferimento, ne rappresentano probabilmente una triste testimonianza. Allora, come sta scritto nell’ultima parte dell’articolo 57 anzicitato “la formola matematica arida ed inesorabile della filosofia maschia si umanizza nella sensibile dell’ideale di affetto della madre, della bellezza nella forma e della delicatezza nell’essenza muliebre”, generano nel vero senso della parola tendenza all’affratellamento e concretizzazione dell’Ideale di Fratellanza.
Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.Nel 2011 usciva il volume “Cento anni di Pragmatica Fondamentale. Mito Utopia Scienza e Prassi nella Schola di Giuliano Kremmerz”. Alcuni medici fra gli autori del libro evidenziavano l’intreccio tra la terapeutica ermetica della Schola e la nuova concezione olistica ed epigenetica della medicina per cui il DNA non sarebbe solo ereditario ma anche influenzato dall’ambiente. Ecco che oggi uno studio pubblicato su Nature Neuroscience dal team condotto dalla Dott.ssa Mansuy dai ricercatori dell’Istituto per la ricerca sul cervello di Zurigo dimostra che eventi estremi e traumatici possono cambiare una persona – e spesso, anni dopo, anche i loro figli e i figli dei figli. Benché il fenomeno fosse da tempo noto alla psicologia, solo di recente gli scienziati avevano cominciato a capire i processi fisiologici sottesi al trauma ereditario. Il gruppo di scienziati dell’Università e di ETH Zurigo ha studiato i processi molecolari coinvolti nell’eredità non genetica dei sintomi comportamentali indotti da esperienze traumatiche nella vita precoce, in pratica l’influenza dell’ambiente sui bambini, e ha identificato nelle molecole brevi di RNA una componente chiave di questa ereditarietà. Esperimenti condotti sui topi hanno evidenziato che lo stress traumatico altera la quantità di diversi microRNA nel sangue, nel cervello e nello sperma: mentre alcuni vengono prodotti in eccesso, altri sono inferiori. Queste alterazioni determinano una mancata regolazione dei processi cellulari normalmente controllati dai microRNA col risultato che vengono a mancare i normali comportamenti di autodifesa mentre si abbassa la quantità di insulina nel sangue e, soprattutto, che queste alterazioni si trasferiscono dai soggetti stressati o scioccati fino alla terza generazione. È dunque stata provata l’influenza di fattori ambientali negativi e positivi sul comportamento tra le generazioni e la plasticità dell’epigenoma in vita: proprio questi elementi erano già stati portati alla ribalta dalla S.P.H.C.I. nel suo convegno di 6 anni fa suscitando grande interesse nel pubblico presente. Ed è oggettivo il fatto che la Schola sia sempre un passo avanti quando si tratta di anticipare le nuove frontiere della scienza – medica e non – e/o della tecnica, tanto che a volte viene il sospetto che certe idee nuove trovino la loro fonte dall’incontro fatto da scienziati a passeggio coi Numi…
il fatto che una Schola iniziatica sia sempre all’avanguardia sembra proprio essere una prerogativa di questo tipo di strutture.
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