Emozioni lungo il cammino … ermeticamente inteso …

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  • Fradamash
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    Post totali: 8

    Voglio raccontare un episodio per descrivere quanto stiamo discorrendo.
    Qualche tempo fa fu organizzato un concerto in una struttura per malati invalidi non autosufficienti a lunga degenza.
    Tra gli astanti c’era un ragazzo di circa 15 anni, tetraplegico dalla nascita.

    Durante l’esecuzione dell’Adagio dal concerto per clarinetto e orchestra K622 di W.A. Mozart, gli si gonfiarono gli occhi di lacrime e pianse, suscitando la commozione specie dei sanitari presenti che lo accudivano e stimolavano ogni giorno nella speranza di vedere una sua seppur minima reazione, che fino al quel giorno non si era mai manifestata.

    Questa testimonianza è stata da me verificata, in quanto il musicista in questione è stato il mio insegnante in conservatorio, e questo episodio lo citava a noi studenti per farci comprendere la vera missione del musicista, commuovendosi ogni volta.
    Non sappiamo se erano lacrime di gioia o di dolore, a me piace credere alla prima ipotesi, comunque un “messaggio” attraverso la musica era certamente arrivato alla sua coscienza.

    Allego il link del brano, per chi volesse ascoltarlo e magari sperimentare su se stesso gli effetti, secondo l’invito che il Maestro Kemm-erz soleva ricordare: non credete ma sperimentate!!

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    La MUSICA è – fra le arti – quella che significa nel proprio nome la MUSA, la Dea, l’ispirazione. Ho sempre concepito i musicisti (quelli veri, non i meri tecnici esecutori) come coloro capaci di unire la scienza pratica del suono al flusso dell’emozione, insomna di dare corpo all’impalpabile MOTO.
    Tuttavia, la domanda che mi andava ripetendo qualcuno tempo fa (“a che pro?”): e che a me pareva una dissacrazione, devo ammettere che ha senso.
    La nave galleggia sulle acque, l’aereo solca i cieli, certe auto scalano montagne…ma a che scopo?
    Il perché è la prima domanda dei fanciulli e la fonte di ogni impuldo evolutivo.
    Personalmente, nella Miriam trovo il duplice senso di ogni movimento: da una parte, verso la salute del corpo, manifestazione della vita nostra individuata; dall’altra la tensione a stati più alti, a modi di essere meno gravi e più intelligenti in un ascenso del quale sarebbe assurdo concepire il punto di arrivo.
    Ciò considerato, ricordo che da sempre è esistita una ‘musica sacra’, e probabilmente vi è a tutt’oggi Chi – detentore della scienza della Parola – ha anche quella del suono, e potrebbe (se utile, necessario e richiesto) evidenziare le chiavi della produzione musicale: per la Salute e per la Luce.
    In difetto di tali chiavi comunque la musica smuove e con-muove, esaltando in noi emozioni o suscitandole, per diletto o per simpatia, in attesa che un giorno “il magnete dell’incanto” non si soerperi più “nella manifestazione musicale dei concetti provocati” come notava l’Aureo Maestro 112 (?!) anni fa.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Grazie Fradamash dell’episodio che ci hai raccontato molto istruttivo. Mi ha fatto venire in mente diverse cose. Prima di tutto, oltre al fondamentale essere agganciati alla Catena miriamica, che è bene e salutare organizzare la propria vita circondandosi, per quanto possibile, di “vibrazioni” omogenee e positive. Ho poi ricordato un film davvero commovente che ha a che fare con le vibrazioni sonore: Il faro delle orche. E’una storia vera. In Patagonia una guardia forestale un giorno ha iniziato a suonare la sua armonica di fronte al mare. Poco dopo, una famiglia di orche si è avvicinata alla riva e le orche hanno iniziato a nuotare in circolo e ad emettere il loro tipico verso come se volessero suonare con lui. Il giorno seguente si è ripetuta la cosa e le orche hanno portato con loro altri esemplari della loro specie. Finché dopo mesi l’uomo si è buttato in acqua con le orche ed hanno nuotato insieme. Le orche emettono suoni ed ultrasuoni, utilizzano le vibrazioni sonore per comunicare ed hanno un linguaggio che assomiglia ad una melodia, al suono di una armonica e a fischi. Il film racconta che la madre di un bimbo affetto da autismo, che non parla e non dimostra interesse per il mondo, lo porta in Patagonia dopo aver visto quanto un documentario sulle orche avesse suscitato straordinariamente il suo interesse. La guardia forestale lo conduce fra le orche, e le vibrazioni emanate dal loro verso hanno un effetto immediato sulla salute del piccolo. La guardia sarà allontanata dalla riserva per il rischio che gli ha fatto correre fra le orche considerate assassine, ed è trasferito in altra zona in cui non erano mai state avvistate le orche. Dopo qualche anno però gli avvistamenti di orche divennero anche lì sempre più frequenti. A chilometri di distanza senza conoscere i luoghi, le orche avevano sentito il richiamo, le vibrazioni, e le avevano seguite.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Che storia incredibile Tanaquilla,davvero la realtà supera la fantasia! Personalmente la musica ha avuto su di me da sempre un’effetto diretto, improvviso,eclatante:i generi più disparati ( anche quelli che non seguo normalmente), mi fanno venire la pelle d’oca, mi commuovo. A volte, la musica mi ha aiutato anche a capire, mi ha spinta a decidere,finalmente,per che strada passare.
    Ricordo, al contrario, un concerto dodecafonico ( si dice cosi?), in cui l’armonia dei suoni era volutamente evitata e stravolta. Mi provocò un disagio tale da far emergere disturbi di varia origine: dal nervosismo isterico, al mal di testa; dal mal di stomaco al…mal di denti! Suonata dal vivo, gli effetti furono amplificati e non vedevo l’ora che finisse.Unica esperienza, mai più cercata.
    Ma…tornando all’effetto terapeutico della musica, penso alle nenie cantate nell’intimità di un abbraccio tra la madre/ padre e il figlioletto…buonanotte!

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Anche io come te Tanaquilla ho delle vibrazioni particolari con una musica precisa, la musica celtica che quando l’ascolto devo ballare, come fosse un rito quasi mi viene spontaneo di toccare la terra, guardare la luna alzando le braccia, come una cosa collegata forse con i culti celtici. Altra esperienza particolare l’ho avuta quando ero in Marocco: ogni volta che ascoltavo una musica mantra, il muezzin, io mi bloccavo come magnetizzata. Chiesi alla guida con me come mai una tale reazione non essendo musulmana, e lui mi rispose che questo succede soltanto a coloro che sono illuminati, ma magari fossi stata davvero illuminata!
    Altra musica che mi tocca moltissimo sono i canti gregoriani che mi fanno proprio vibrare dentro, probabilmente perché fanno risonare all’interno delle vibrazioni. I canti celtici invece sono proprio come miei, li sento miei. Ecco forse me li porto dietro da una vita precedente.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    L’argomento posto da Fradamash ha preso una piega molto interessante che offre tanti spunti di riflessione, ad esempio di come la musica sia tradizionalmente associata al colore; per la mia esperienza è così, ma credo che lo sia un po’ per tutti.
    Vi saluto caramente con un brano “colorato” di italicità che a me trasmette emozioni …ermeticamente intese…per un Luogo della nostra Tradizione.

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    della relazione tra colori e musica credo che l’antesignano sia sempre pitagora.. visto che anche i colori sono frequenze.. chissa se anche Pino Daniele sotto sotto era pitagorico anche lui. anche io amo la musica celtica, ascoltata anche direttamente nei pub irlandesi (d’irlanda).. ed amo molto una cantante che ha rivisto le ballate moderne classiche con tocchi moderni (moderni de’ noaltri).. in particolare amo questo pezzo in cui riporta in inglese una poesia (considerata in lingua originale tra le piu’ belle mai scritta in spagnolo) del mistico carmelitano scalzo (dal monte carmelo, sacro in palestina ma gia’ sede di resti preistrorici antichissimi) San Giovanni della Croce:

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    questa invece e’ una notizia che ho scoperto oggi, documentandomi sui tragici fatti di palestina.. sembra infatti che questa orchestra sia considerata l’unica esperienza di successo di collaborazione tra israeliani e palestinesi.. la condivido come augurio di pace:

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Sì certo, guglielmo tell, giusto il richiamo a Pitagora.
    Anche a me piace la musica celtica che porta con sè echi molto antichi legati alla Magna Mater.
    Fortunatamente la musica ci coinvolge e ci commuove, indipendentemente da ciò che sta dietro chi l’ha ispirata e dalle reali motivazioni, poichè se dovessimo andare a vedere troveremmo tante di quelle contraddizioni su guerre e conflitti che giustamente chi è alla ricerca della vera Giustizia non può proprio farsi incantare. Ma, l’augurio di pace lo condivido a prescindere…

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    Anche se credo sia stato gia’ condiviso.. credo sia giusto ricordare oggi Franco Battiato con il suo classico pezzo “La cura”…abbracci a tutti

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Tanto di rispetto all’artista e, all’uomo, buon proseguimento di cammino… Ma i testi delle sue canzoni risentono di dottrine sufiche intrise di patriarcato e di… SDO… La Cura ne è un esempio emblematico… e mi pare ben altra cosa rispetto alla nostra Terapeutica Ermetica!

    decla
    Partecipante
    Post totali: 57

    Oggi, ovviamente, quando apri un TG è inevitabile ascoltare il ricordo commosso o ammirato di chi ha amato come uomo Franco Battiato e/o come artista….. io faccio parte di questi ultimi e le sue canzoni, che spesso considero poesie, mi hanno accompagnato in molti momenti del mio vissuto, quindi la sua musica mi riporta dentro tante emozioni, nel ricordo, nella lontananza, anche nei cambiamenti …. seppur egli si considerasse un uomo per cui era molto importante il proprio “progresso spirituale” io, conoscendolo solo attraverso la sua musica, non sono in grado di valutarne il senso profondo, però oggi ho associato a quella che può essere una esperienza nel nostro percorso, non lui e le sue canzoni , ma una considerazione che è stata fatta sull’arte ….. il pensiero di questo scrittore, che legava l’artista alla sua bellissima musica, era che, a suo parere, l’arte è come una divinità che va coltivata, curata, amata altrimenti si allontana …. ecco questo si che mi ha fatto pensare alla Miriam …. alle nostre rituarie …. alle Forze Terapeutiche …. all’Ars Medica … e alla cura e all’amore che bisogna averne ….

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Grazie Admin della puntualizzazione. Riflettendo, un conto è qualcuno che esprime la sua arte che può provocare emozioni fine a se stesse e un conto è qualcuno che nel farlo si dà un ruolo iniziatico o addirittura taumaturgico.

    Cara decla, dire che “l’arte è come una divinità che va coltivata, curata, amata…” mi richiama tanto l’idea patristica che il “Femminile” debba essere coltivato, educato, guidato, protetto, gestito… tutte cose che si riassumono in una parola, prevaricazione, che ha portato l’umanità a un mare di guai, un mare in tempesta in cui pure noi siamo costretti a navigare.

    Fortunatamente siamo approdati alla Miriam, alla Matriarchia di Miriam (eterna gratitudine al Maestro M.A.Iah-Hel e tutti i Maestri fino all’Aureo Maestro Kremmerz) ove ci è data la possibilità dell’Ascenso. Noi siamo gli attivi, abbiamo scelto il libertà e senza suggestioni psicologiche, non cerchiamo chi si “prende cura di noi”, perchè siamo noi stessi a farlo, Luna dopo Luna.

    Alef2006
    Partecipante
    Post totali: 222

    Secondo me l’arte va praticata e vissuta ciascuno per quello che può e sulla base delle proprie inclinazioni. L’arte praticata, infatti, ci consente di coltivare il bello che è in noi perché ci fa vibrare all’unisono con la bellezza universale. Quelle vibrazioni riescono (sempre secondo me) a dissolvere le tante macchie che opacizzano la nostra sensibilità rendendoci quindi migliori. Parlo per esperienza personale: quando riesco a suonare mi sento un tutt’uno con lo strumento, con la musica, con me stesso con l’Universo e sono completamente immerso (con conscio e inconscio) in un flusso vibratorio riappacificante. Quanto sia poi bella per gli altri la mia musica non saprei (sono un dilettante) ma l’azione su quella musica su me stesso è straordinariamente benefica. Questo il motivo per cui ho esordito scrivendo che l’arte va praticata per coltivare se stessi. Vi abbraccio.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Sono d’accordo con admin e mandragola sul poco rispetto per il femminile che si evince nella canzone di Battisto. Senza nulla togliete all’artista, che ha fatto dei pezzi anche molto belli, la sua idea di spiritualità mi sembra molto patristica. Ho letto alcune interviste dove si evince che il valore del Femminile non l’abbia proprio sfiorato e la stessa idea dell’amore si risolve, alla fine, in un egocentrico amore di se’. Mi resta difficile capire come si possa baipassare l’amore per un altro essere umano per arrivare a un Amore onnicomprensivo, ammesso che ci fosse riuscito.

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