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“La Dea che Creò l’Uomo: Dai miti sumeri un’ipotesi sorprendente (La Via dei Misteri Antichi)” di Susy Baldy. Ho letto questo libro tempo fa, l’autrice cerca di dimostrare, partendo da una disamina a tutto tondo dei miti e delle raffigurazioni della Grande Madre e passando dal parere di scienziati, che tali miti e raffigurazioni sono le storie, raccontate in modo che fossero comprensibili agli uomini del tempo, di eventi che si rifanno all’arrivo sulla terra di esseri più evoluti provenienti da altri mondi. E’ vero noi crediamo a ciò che possiamo verificare ma è pur vero che le parole dei Maestri ci instradano su questo cammino di comprensione e verifica
Bello Mandragola il monologo di Syusy Blady. Siamo sempre lì. Questo è argomentato come l’Innno a Inanna, questa Dea dai mille nomi ma che è sempre la stessa. Trasfigurata poi al maschile durante tutti i millenni di oscurantismo patriarcale. Lo dice Syusy nel monologo, Lei è l’inizio e la fine, (l’alfa e l’omega abbinate successivamente alla figura di Cristo), è tutto e l’esatto contrario, figlia, ma anche madre del padre di se stessa, la sposa e lo sposo nel contempo, e così via!! Inno tutto al femminile, dedicato alla Dea Madre dalla Sacerdotessa Enheduanna, in Missione per l’esercizio di tale ministero nel nome della Dea! Nella Ur mesopotamica, questa volta la Dea Madre si chiamava Inanna, ma credo di poter dire che assume tutte le sfaccettature in relazione ai tempi ed alle latitudini, ma sempre quella è!! E’ la Coscienza Originaria (da cui tutto trae origine) ed è il Principio Femminile che regge l’universo/a, e faccio una riflessione “ad alta voce”, forse che in Origine, per l’esigenza ontologica di contemplare se stessa, come guardandosi allo specchio, per riflessione si sdoppia, e da lì trae origine tutta la creazione, basata su di una operazione di dualità, così la Monade Iniziale comincia a frazionarsi, ma ogni frazione conserva l’Impulso di tornare a Lei, alla Creatrice. E guarda caso, anche nella Tradizione Cattolica, Anna è la Madre di Maria, la prima concepisce senza il Mestruo, la seconda senza alcun concorso esterno a se stessa, entrambe in uno stato di Purità Ideale. E poi la Adda Nari Indiana, che il M. Kremmerz cita in alcuni suoi scritti, la “Iside Nera”, con 4 braccia perché è padrona degli elementi, con il latte della Conoscenza che scorre abbondante per chi se ne rende degno, con intorno al collo il Serpente, rappresentazione Simbolica della Fonte della Vita, (Uno il Serpente, Una la Vita, ma la lingua si biforca nella proiezione dell’incanto, ha scritto a suo tempo il Maestro Kremmerz)!
Mi sono un pò dilungato, ma queste riflessioni, sperando di non andare troppo fuori tema, male non fanno, ho notato che alcune cose mi rimangono nel tempo meglio impresse, sempre suscettibili di variazioni, ci mancherebbe, man mano che si procede lungo il cammino e si tenta, a tentoni, di ampliare la Conoscenza!
Un caro saluto a tutti ed una Buona giornata.L’incipit della prima opera della principessa Enheduanna, il “Ninmesharra” (Signora di tutti i me):
“Signora di tutti i Me, risplendente di luce
Donna virtuosa, vestita dello splendore divino, diletta del Cielo e della Terra
Sacerdotessa del dio An, con il grande diadema
Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa
La cui mano impugna (tutti) i sette Me
O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me
Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani
Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto
Come un drago tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici
Quando tu ruggisci alla terra come il dio Iškur, la vegetazione non può resisterti
Come un diluvio discendi dalla tua montagna
O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna”…Nella religione mesopotamica i “me” sono le numerose forze divine impersonali, sia positive che negative che costituiscono l’essenza del Tutto. Inanna o In-an-na, assimilata a Venere, bipolare ed ermafrodita, le detiene e conserva.
Di certo quello che verifichiamo ,sempre istradati dalle parole dei maestri ,dovrebbe essere realizzato come una scoperta,come se dentro di noi si attivasse un’intelligenza che ci porta alla comprensione e quindi all’esperienza.
Cara Silvana, toglierei il condizionale, le parole dei Maestri attivano una intelligenza che ci porta alla comprensione e quindi all’esperienza, l’unico elemento ostativo è che, a volte, nn siamo abbastanza pronti per recepirle quelle parole, nn siamo abbastanza pronti in quel momento, ma il seme rimane e il processo trasmutatorio che si innesca va avanti, e prima o poi darà il suo frutto. Di questo sono profondamente convinta
Grazie m_rosa.Grazie sempre alla Miriam.. ed ai Maestri
Rileggevo un vecchio post di Tranquilla dove mi hanno colpito le parole “Per sempre in equilibrio sopra ad ogni emozione”Riflettevo giusto stamani sul fatto che “Un pensiero crea un’emozione “Io sono preso dall’emozione.Non sono i miei pensieri e neanche la mia mente altrimenti non potrei osservarli.Non sono l’emozione che è causata dal pensiero .Sono colui che si lascia prendere dall’emozione.Dovrei conoscere il modo per rimanere in equilibrio .Quindi il mio coinvolgimento è causato dall’ignoranza
Sonoo profondamente d’accordo con le parole di m_rosa. Non credo si debbaavere la fretta di vedere risultati immediati, ma se con pazienza e con Amore si attende, lavorando su di noi, i risultati arrivano. Le parole dei Maestri restano indelebili, impresse nel nostro vero Io, e quando ci sono momenti difficili, mi tornanon in mente in tutto la loro chiarezza. Se poi, si è “fortunati”, e si tocca con mano la forza della Miriam, allora tutto diventa ancora più chiaro, perchè si raggiunge la certezzza che il nostro lavoro porta dei risultati che solo una volta toccati, se ne può comprendere la grandezza.
Anche l’equilibrio così difficile da raggiungere, è per me unoo stato in cui i miei pensieri, le mie azioni, le mie parole, sono incanalate in un flusso di Amore verso l’infinito, verso un Tutto non identificato da nomi e persone. Difficile da spiegare, ma oltre alla mia pace, è uno stato, una sensazione, un abbraccio con tutto cio che circonda, sentendolo vicino e parte di noi.
Vi abbraccio forte.Circa i risultati del cammino miriamico posso testimoniare che, da esperienza personale, ci sono stati cambiamenti anche per cose apparantemente minimali che sono venuti mano mano, con dolcezza direi, tanto quasi da non rendermene conto immediatamente ma poi, alla distanza, considerando le mie reazioni a certe situazioni, mi sono accorto di quanto fossi diverso e cambiato. Ecco la grandezza della Miriam che ti cambia e ti rigenera dal profondo! Un caro saluto a tutte/i.
La tua riflessione è condivisibile, caro Macrobio, l’importante è fare, sperimentare, camminare ortodossamente… più che concentrarsi sui risultati che avvengono automaticamente e puntualmente secondo giustizia.
Buona giornata a tutti!Se parliamo di dolcezza mi viene in mente questa canzone fantastica di Joe Barbieri (Una Cicatrice ed un Fior) che non riesco a smettere di ascoltare nelle ore notturne.
Mi colpiscono in particolare la ricchezza dell’armonia, il messaggio melodico dell’armonica, l’intensità espressiva dell’attrice nel video e il ritornello “portami le cicatrici, io ne farò un fior”…
Bella l’immagine delle cicatrici trasformate dall’amore in un fiore..!
una volta lessi una bella storia che riguardava un apprendista ceramista che ruppe un vaso che aveva appena terminato di modellare con molto impegno e in molto tempo. Si sentì perduto ma il suo maestro gli insegno l’arte del “kintsugi” riattaccare i pezzi trasformando ogni “cicatrice” in un decoro. Il ragazzo nn ci credeva ma alla fine con pazienza, fiducia e lavoro riuscì a ricomporre il suo vaso che risultò più bello di prima. Buona giornata a tutti
Cara MRosa, grazie per la storia che hai riportato: il vaso rotto che rinasce a nuova vita, solo visto con altri occhi e con nuovi mezzi. Mi fa pensare al detto ” fare di necessità virtù “, che la tradizione popolare tramanda da tempo. Cioè avere la capacità e la pazienza di non demordere dinnanzi alla difficoltà del Cammino, ma continuare a muoversi ed attivarsi. Significa anche saper imparare dalle esperienze fatte, anche se dolorose e saper trasformare gli eventi in qualcosa di utile per poi finalizzarlo alla nostra crescita. Fare di necessità, virtù: mi sembra un consiglio davvero molto intelligente! Bel venerdi !
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