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Care Sorelle e Fratelli, in attesa dell’AGAPE RITUALE vi sto pensando moltissimo… impaziente di incontrarvi. Ho pensato quindi di dedicarvi questa versione impareggiabile di “I Thought About You” interpretata da Jazzmeia Horn (voce) e Ben Williams (contrabbasso). Vi abbraccio.
Ieri mi è stata gentilmente inviata la versione italiana, cantata dalla De Sio, di Todo Cambia, di Mercedes Sosa. E’ un inno al cambiamento, il cambiamento è una legge costante, tutto cambia nella vita, tranne i valori più profondi, l’amore per la propria origine. La condivido nella versione della Sosa, per me migliore.
Grazie x il brano che ci hai dedicato, caro Alef… ricambio con “Sotto le stelle” di Conte…
Come sempre la musica è un bel veicolo di emozioni…
A presto!Grazie Tanaquilla e Mandragola: i brani da voi condivisi non solo sono stupendi sul piano musicale ma evocano i temi fondamentali delle Stelle e del Cambiamento. Vi abbraccio Fraternamente.
Belle canzoni. Buona giornata della stella solare a tutti. Abbracci
Bella canzone Cara Tanaquilla. Mercedes Sosa, si comprende dalle parole, è una vera interprete dell’amore per le sue origini, per il suo popolo, soffre lei per loro, soffre lei con loro. Giustamente come dici Tu, tutto cambia nella vita, tranne i valori più profondi. Siamo in un tempo di grandi cambiamenti, forse di inversioni di tendenze (speriamo di sì), e qualcuno qua e la ipotizza anche di inversione dei poli magnetici ai vertici dell’asse terrestre (qui speriamo di no, queste cose credo creino sconquassi), ma il leitmotiv è che siamo dentro ad un’accelerazione verso nuove esperienze legate a grandi trasformazioni nelle cose e negli eventi. Scriveva il Maestro Kremmerz: “mores sunt tempora”, i tempi sono la morale, e poi proseguiva “La Magia è la Scienza”. Fermo restando il punto focale sulla Scienza Sacra, questi tempi hanno visto la morale liquefarsi, i valori sgretolarsi verso un’ottica fluida, dove ognuno la propria morale se la gestisce, il problema è che stanno progressivamente mancando i punti di riferimento. Il sessantotto che avevo vissuto da bambino, ma di cui ne sentii i contraccolpi alle superiori, metà/fine anni settanta, ho l’impressione che abbia preparato tutto questo! Una canzone che ascolto volentieri di tanto in tanto, e che ogni volta mi fa venire i brividi, cosa che mi succede quando mi sento in forte sintonia con qualcuno o qualcosa, è “Dio è morto” dei Nomadi, che secondo me allora aveva reso benissimo l’idea del periodo a venire, ma chiude con una massima profonda, che merita profonde riflessioni, cioè “in ciò che noi vogliamo Dio è risorto”, appunto nei valori più intimi, nell’amore per la propria origine (e per il ritorno alla propria origine), nell’Etica saldata sui valori imprescindibili dell’essere umano.
Un caro saluto ed un buon pranzo a tutti.Tanta bellissima musica! E quante emozioni suscitano! Colpisce anche me in particolare la canzone postata da Tanaquilla. Nella nostra Via, il cambiamento è moto, scelta continua e rinascita ogni volta che riusciamo a togliere un paletto per procedere. E poi mi fa riflettere come il vero cambiamento, tocchi ogni circostanza della vita e su diversi piani e, credo abbiamo sperimentato tutti, porta con sé una piccola ( grande!) Rivoluzione. Nella nostra Schola, il Maestro ci ha sempre spronato ad essere attivi, in primis come atteggiamento mentale. Senza un lavorío costante e caparbio, non c’è apertura, quindi nulla si sposta davvero. Grazie per aver postato una canzone così vera e profonda!
Per restare in tema di musica posto questo brano da “il Giustino” di Vivaldi.
L’opera si finge a Bisanzio, nell’epoca dell’impero Romano d’Oriente.
Mentre A Corte si festeggia il matrimonio di Anastasio e Arianna (Matrimonium – formata dal genitivo singolare di mater (ovvero matris) unito al suffisso –monium, collegato, in maniera trasparente, al sostantivo munus ‘dovere, compito’. l’etimologia stessa fa riferimento al “compito di madre” più che a quello di moglie, ritenendo quasi che la completa realizzazione dell’unione tra un uomo e una donna avvenga con l’atto della procreazione, con il divenire madre della donna che genera. – Da “Vocabolario degli Accademici della Crusca” (1612): «Matrimonio è una congiunzione dell’huomo, e della donna, la quale ritiene una usanza di vita, la quale dividere non si può. E perchè nel matrimonio apparisce più l’uficio d’esso nella madre, che nel padre, perciò è determinato più dalla madre, che dal padre. Matrimonio, tanto è a dire, come uficio di madre». [fonte Accademia Della Crusca]) – Giunge notizia che il suo nemico Vitaliano sta per invadere la città. Arianna verrà rapita e Anastasio si trasformerà in “Eroe”, sconfiggendo mostri e superando prove per riconquistare la sua Arianna.
Ogni volta che sento e vedo qualcosa di bello penso sempre alla Nostra Fratellanza.
Buon ascolto.Anch’io, caro Lucullo, ogni volta che vedo qualcosa di bello penso alla nostra Fratellanza, mi viene però da domandarmi, vista l’esperienza di una vita, se quella funzione di donna/madre non sia necessariamente collegata alla procreazione ma, piuttosto, ad un atteggiamento più profondo del saper amare (senza contare che molte volte, perché le cose vadano bene, siamo madri anche dei nostri compagni), ma è solo un’idea…
Matrimonio… Ho sempre trovato il suo rituale altamente denso di significato: la madre porta all’altare il proprio figlio maschio, il padre porta la propria figlia femmina: entrambi i nubendi entreranno in un cerchio d’oro chiamato fede all’interno del quale è scritto il nome cui ci si unisce con patto indissolubile.
Molto bello.
Sacro.
Mirato alla generazione…
A tutti noi è rimasto il simbolo.sembra strano al giorno d’oggi sentir parlare ancora dell’indissolubilità del matrimonio o del compito della donna, al suo interno, di generare figli. Ma, studiando la storia del genere umano dalle prime testimonianze che abbiamo, dove sta il matrimonio? a me sembra sia stato legiferato più per tutelare i patrimoni, per garantire la sicura discendenza e per scongiurare “lo spettro dell’anarchia” (è un bene rileggere dal M. Kremmerz Il Libro dei Tarocchi – Il pazzo preludia alla piromagia) … In Natura ci sono specie monogame e altre no. Specie fedeli al compagno/a per l’intero corso della vita e specie no. Dal punto di vista naturale il matrimonio secondo me non c’entra con l’amore o con i figli.
Sono d’accordo con Te Tanaquilla, infatti trovo bellissimi i simboli del rituale e meritevoli di indagine. Per il resto mi sono riletta i passaggi magistrali che vi ho condiviso.
Cara M_rosa secondo me hai centrato il punto.
La Schola ci insegna a penetrare il senso Vero dell’Amore e della Giustizia, amandoci.
Tutti dobbiamo imparare ad essere “Madre” e “Padre”.
Di getto mi sono venute in mente le divinità Androgine, la doppia elica del nostro DNA…
Penetrare il senso vero dell’Arcano Amore rimarrà la cosa più difficile (possibile nella nostra Schola) che un essere umano potrà mai fare.
D’altronde, come ci insegnano i nostri Amati Maestri, senza la “caritas” non ci si evolve.
Auguro a tutti di diventare degli Eroi, ermeticamente parlando.Cara tanaquilla9, ho voluto inserire nel post l’etimo della parola matrimonio solo per sottolineare quanto sia imperante
il ruolo del femminile nella generazione e nella continuazione della razza umana e non solo.
Matrimonio è una parola bellissima, non mi fa solo pensare all’unione tra due esseri umani,
ma mi vengono in mente tutte quelle situazioni in natura dove degli esseri complementari si uniscono.
Forse matrimonio è la parola che unisce, in senso ampio, anche alto e basso, per creare il Miracolo della cosa unica.
Sono d’accordo con te quando dici che oggi la situazione è completamente diversa, il matrimonio non è altro che un contratto
e l’amore non si “sposa” con l’amore verso i figli o il proprio compagno/a.Un abbraccio
“Ma, studiando la storia del genere umano dalle prime testimonianze che abbiamo, dove sta il matrimonio?”
Forse nello ‘jeros-gamos’ o nei rituali cerealicoli come la ‘confarreatio’?…Dal punto di vista etimologico, chiederei a qualche grecista e latinista se ‘matrimonio’ c’entra con matris=matrice in monos=uno, come un qualcosa che avviene in un unico essere, senza il bisogno di ricorrere per forza alla coppia…
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