ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM

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  • holvi49
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    Post totali: 112

    Di questo passo comincio a pensare che anche il brodo primordiale fosse l’opera di un coach….il coachervato.

    kridom
    Partecipante
    Post totali: 177

    ahahah ippogrifo e holvi49
    Il post di Diogenonn mi ha fatto pensare, tramite un’associazione di idee, ad una persona a cui avevo parlato del sito e che, avendogli chiesto che ne pensava dopo averlo visto, mi aveva risposto che sul sito si dava molto peso all’ortodossia. A me non sembra che la parola in questione sia citata così tante volte, però è pur vero che le vicende del periodo 1940-1990 evidenziano la necessità di sottolineare che non è la stessa cosa fare parte di un gruppo di kremmerziani e fare parte della SPHCI così come è importante ricordare che la Pragmatica non è mai stata revocata, come vari gruppi sostengono. Come vorrei che quanto prima non ci fosse più la necessità di sottolineare che questa è la Schola ortodossa! siamo un pò coachuti…ma quanno ce vò ce vò. Buona notte

    Daniel56
    Partecipante
    Post totali: 47

    Cara m_rosa, capisco la malinconia per il commento della studente, ma pensa che la stessa frase mi fu rivolta da una docente in un “vivace” scambio di opinioni durante un corso che ho tenuto a insegnanti di più licei in qualità di formatore…ovvero la versione direi italica del coach, termine che per la solita nostra esterofilia, è alquanto in voga. Del resto chiamiamola come vogliamo ma la figura di chi allena, insegna, aggiorna e/o mette a confronto i risultati di chi ha seguito in un percorso non ha vita proprio facile di questi tempi. Nel caso citato molto docenti semplicemente si rifiutarono di fare dei “compiti a casa” entro una certa scadenza, sopratutto perché sarebbero stati (non sia mai!) “misurati” da qualcuno non facente parte del loro ambiente.
    Di fronte alla mia osservazione che i ritardi nella consegna dei test mi avrebbero costretto a fare gli straordinari per valutarli e rispettare le scadenze (ovvero fare notte per più giorni) mentre loro non trovavano un paio di ore a settimana per farli, la serafica risposta della docente fu che “IO ERO PAGATO PER FARLO”…come se loro invece lavoravano gratis e non era loro obbligo seguire i corsi. Alla fine oltre la metà dei docenti non fece niente e di comune accordo con i Presidi non rilasciammo loro alcuno attestato. Morale, anzi doppia morale: quando si è dall’altra parte della barricata le regole cambiano o non si rispettano. Citando un proverbio yiddish: “Alla verità non piace guardarsi allo specchio”…ma mi permetto di aggiungere che se devi farti la barba, non puoi farne a meno: nel nostro percorso non si procede senza “esami” e il primo passo è essere giudici di sé stessi come insegnava Pitagora con la pratica di ripassare, prima di addormentarsi, la giornata trascorsa, soppesando i pro e contro delle proprie azioni, per correggersi. Fatica improba e ben venga se ci perviene un aiuto, un consiglio, un indirizzo…invece nella profanità vige altro.
    Un fraterno abbraccio.

    Mercurius3
    Partecipante
    Post totali: 191

    Carissimo Daniel, non sono molto d’accordo su un passaggio. Sono in linea sul rispetto sulle regole , su altri rispetti e ruoli diversi, tipo docente e formatore, che pur essendo il formatore egli stesso docente, in quel momento svolge una funzione. Ho imparato nella navigazione del lavoro che il formatore deve partire da altro presupposto, cioè fornire ciò che lui ha sperimentato e ha voglia di comunicare all’esperienza altrui.
    Anche se pagato per farlo e necessitante di esiti, l’atteggiamento, secondo me deve essere sempre equidistante dal ruolo.
    In parole povere fornisce metodi, esperienze, modalità di laboratorio (non dimentichiamo sue, quindi non sarà mai verità assoluta) perchè lo studente abbia una qualità maggiore dal suo professore. L’offerta deve essere di rispetto per il formatore nei confronti di chi lo paga, per l’onestà che noi mai dimentichiamo, ma sempre libera per chi riceve di essere dentro o a metà del cerchio; come spesso si dice da noi…”peggio per te se non lo vuoi”
    Imporre “compiti per casa” mi suona molto male e a me che amo la creatività e il rispetto delle libertà, credo che la tolleranza e l’equidistanza paghi molto meglio del controllo ravvicinato.
    Detto questo, io i compiti li avrei fatti, ma separatamente, avrei parlato con te. Credo che si debba sempre crescere insieme: coach e chi è di cocc !
    Buonagiornata a tutti

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Caro Daniel ti ringrazio per il post in quanto induce una interessante riflessione, specie in chi, come noi, mi sembra di capire, lavora nell’ambiente scolastico. Sono sicuramente d’accordo sulla importanza e sulla necessità di farci, come insegnanti una quotidiana analisi ed autocritica, anche se io mi riferivo altresì, al rapporto di collaborazione tra studenti che è venuto a mancare. A parte questo la riflessione che mi è venuta spontanea riguarda l’associare tra scuola e Schola.
    A scuola, dare un esame ed essere promossi significa che da quel momento in poi ottengo qualcosa che prima non avevo, tipo un diploma che mi permette di fare un certo lavoro, da noi non è proprio così non si tratta di prepararsi e dimostrare ciò che si sa per ottenere una qualifica, si tratta di trasformare se stessi in un continuum di cui, come diceva il Maestro per la Miriam, non si intravede la curvatura; ed anche quando un passaggio c’è, ad esempio da un circolo all’altro, non è mai qualcosa di dato, ma è qualcosa da realizzare in itinere. Mi rimane difficile associare alla figura di un docente esaminatore di una commissione d’esame, un Maestro, quello valuta ciò che sai Questo ciò che sei e che puoi essere, con gli adeguati aiuti e con le adeguate pratiche. Comunque ci rifletterò ancora. Per il momento ringrazio tutti i Fr e Sr che con i loro interventi mi aiutano a mantenermi costantemente in quello stato di attività, di fermento, come direbbe l’amato Maestro Iah-Hel, propizio a qualunque crescita. Buona giornata a tutti

    ondina
    Partecipante
    Post totali: 80

    Ancora a proposito di ambienti formativi …
    Su una rivista leggo un articolo che mi incuriosisce “il rettore della Normale di Pisa racconta il maschilismo nelle università “
    nell’intervista Vincenzo Barone,attuale Rettore della normale, denuncia un atteggiamento discriminatorio e denigratorio nei confronti delle donne. Racconta che, ogni qual volta, si deve assegnare una cattedra iniziano ad arrivare lettere anonime denigratorie in cui si screditano le papabili candidate con l’accusa di avere realizzato la loro carriera non per meriti, bensì per prestazioni sessuali.
    Che mondo balordo …è pazzesco che nel 2018 ancora accadono certe cose e che esistono questi pregiudizi!!! Dall’al parte meno male che c’è chi ha il coraggio di denunciare certe ingiustizie e cerca di non adeguarsi a un determinato sistema
    Buona serata a tutti

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ondina, l’articolo l’avevo letto anch’io e mi ero indignata quanto Te ma… Questo mi ricorda pure che tanti sedicenti ‘kremmerziani’ per anni sono andati avanti a denigrare la S.P.H.C.I. con la motivazione che a guidarla era (è) una Donna.
    E si vorrebbero pure definire evoluti!
    Ma prendiamola con gioconda allegria e anche un po’ di pietà: ci sono milioni di persone convinte che sopra le nuvole ci sono campi elisi, posti paradisiaci pieni di belle donne che consolano prodi guerrieri, mentre altri non vedono l’ora di riabbracciare parenti e amici…
    Ognuno ha le sue favole.
    E a forza di riderci sopra anche i più ostinati coglieranno il ridicolo di stare ancora a guardare di-che-sesso-sei quando qualcuno parla…scrive…pensa…
    O docet senza insegnare.
    Forse dai tempi di Ipazia qualche cosa è cambiato e sarebbe ora di prenderne coscienza.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 5 mesi fa da catulla2008.
    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    comunque se non altro questo e’ un pregiuduzio “solo” italiano. non conosco gli ambienti formativi, ma in ambito aziendale, tanto in svizzera che in repubblica ceca, e’ normalissimo trovare donne in posizioni di prestigio, a volte numericamente piu’ che gli uomini. in svizzera mi e’ capitato di sentire qualche malignita’ su qualche collega che aveva fatto un avanzamento di posizione, ma pazienza, quel che conta e’ che le donne andavano avanti. E ricordo che anche nella filiale italiana della stessa azienda svizzera dove lavoravo c’erano moltissime donne “ben piazzate”. Almeno in questo devo dire che le multinazionali sono avanti rispetto la media.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Non so se è cambiato qualcosa dai tempi di Ipazia, catulla…a casa sua mi pare che le donne abbiano ancora qualche problemino a esercitare liberamente qualunque cosa! Soob!
    Non so se avanzare di carriera come gli uomini restituisca alle donne un po’ di giustizia, ma so che mi avete fatto venir voglia di ironizzarci sopra, e per farlo consiglio la spontaneità di snoopy e dei suoi piccoli amici!
    https://www.pinterest.it/0hvnmnolcqx7jgq/donne-e-ironia/?lp=true

    Lucy:
    “Il cervello di una donna
    contiene una cartella “torti subiti”
    in cui sono archiviate le informazioni
    dal primo biberon ad oggi”.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Molto carina la battuta di Lucy e ahimè, vera! Divertente anche la figura del “facilitatore” e del personal trainer. Ora esiste anche in app, scaricabile gratuitamente,e succede anche che quando salti un giorno ti dice:” Non mollare! Ti vedo un po’ stanca!” A quel punto, parto già mentalmente con la giustificazione ma mi rendo conto subito che la app ti può dire qualsiasi cosa ma tu non puoi rispondergli per le rime, cercando di recuperare come riesci…Sono questi i momenti in cui vorrei il facilitatore che sudi le 7000 calorie al giorno che fanno un kilo( 10 kg in più sono 70.000)e invece lui ti ricorda che se vuoi la bicicletta devi pedalare…come Catulla diceva un po’ di post fa, la consapevolezza si deve tradurre in volontà altrimenti non cambia nulla! Allora diciamolo che se per vivere dobbiamo ricordarci che dobbiamo morire, al Massimo potremo sempre rispondere: Sì, grazie, mò me lo segno!”

    ondina
    Partecipante
    Post totali: 80

    Buongiorno a tutti …Che bella sensazione .. sembra davvero di stare insieme intorno ad un tavolo a parlare dei più svariati argomenti della vita …con tono giocoso o serio quando serve! Ma tutti insieme legati e uniti nell’I-Dea
    Per restare in tema di allegria vi invio il link di un video molto carino dal titolo “è più intelligente viaggiare insieme “ …. in fondo anche noi compiamo un “viaggio” e lo facciamo insieme all’ interno della Miriam!!

    Daniel56
    Partecipante
    Post totali: 47

    Caro Mercurius3 sono d’accordo con te sull’approccio da tenere. Circa i “compiti a casa” erano una obbligazione facente parte delle modalità di partecipazione (volontaria) del corso (pagato dal Min.) e di cui avrei fatto volentieri a meno dato che dovetti esaminare circa 8×30=240 test…Feci del mio meglio per “trasmettere” empaticamente le mie esperienze e competenze e, come in ogni contesto, ci furono accettazioni e rifiuti a prescindere dai contenuti specie da parte di chi voleva “ottenere” solo con l’atto di presenza e senza alcun lavoro. In ciò mi riallaccio alle pratiche della Schola: senza il lavorio costante non si avanti e, come ben puntualizza M_Rosa, senza fare alcun paragone tra docente e Maestro: diversi i piani, il metodo e certamente tanto altro ancora. Poi per apprendere bisogna volerlo: mettersi nelle condizioni, in “sintonia”. Mi ha fatto riflettere che una modalità di insegnamento atta a stimolare la ricerca delle risposte (anziché darle) è più efficace con gli studenti che non con i docenti a comprova che le sovrastrutture sono un ostacolo che cresce di pari passo con l’esperienza di vita. Considerazione forse semplice ma che ho imparato a tenere ben presente nei miei tentativi di comprensione degli insegnamenti della Schola. Un fraterno saluto.

    Rrosalinda
    Partecipante
    Post totali: 29

    Mentre leggevo gli svariati post tutti molto interessanti, mi è balenato un pensiero riguardante l’alimentazione e sul rapporto che le persone hanno con esso, es. Tipo i vegetariani i vegani, i ciliaci, intolleranti alimentari, alcuni per moda (a volte incoerenti con la scelta fatta) ma la mia domanda è in questi casi la materia che gestisce il tuo essere o viceversa? Grazie buona giornata

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Tradizionalmente parlando e lo dico anche per esperienza, non si è mai visto un maestro di bottega trasmettere qualcosa principalmente a chiacchiere e non mi risulta che i cosiddetti segreti di bottega che altro non sono che gli accorgimenti per far bene e non sbagliare, siano messi per iscritto, anzi, tutto il contrario: per iscritto trovi quasi sempre ricette e modalità sbagliate per mandare fuori strada. Anche oggi. Se penso a cosa accade nella nostra Schola, per seguire il confronto con le scuole profane, vengono si dati mezzi e strumenti con istruzioni orali che consentono di mettere in pratica e interpretare bene ciò che sta scritto nei fascicoli, ma nella pratica, tranne i casi eccezionali, ognuno se ne sta solo a casa sua a sperimentare.
    Quando nella scuola profana si parla di materie, a me viene francamente da ridere, semmai parliamo di argomenti, quasi sempre approcciati teoricamente e scollegati dal contesto reale. vedi lo studente di agraria di Mercurius3 che, dall’alto dei suoi studi, criticava il metodo del contadino, ma non sapeva distinguere un però da un melo!
    In senso ermetico mi sembra che si proceda al contrario, dalla pratica alla teoria, dalla materia alla coscienza. O no?

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 5 mesi fa da mandragola11.
    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Quante riflessioni inducete con i vostri post, care Sorelle e Fratelli! Dal video postato da ondina che ci ricorda come la Miriam sia un organismo unico, onnicomprensivo, e come è proprio per questo che al di fuori di Essa ogni tentativo fallisce, o della considerazione di Daniel sul fatto che è inevitabile che le sovrastrutture con l’età aumentino, a meno che non si sia impegnati, come noi miramici, in un costante e quotidiano lavorio di introspezione e “purificazione”, e come non notare il richiamo alla “volontà “ di wiva e alla necessità di tradurla in un fare concreto a cui ci rimanda mandragola? Mi intriga anche parecchio il discorso sull’alimentazione (sarà per via dell’ora?), scherzo! a tal proposito, cara rosalinda, mi fai capire meglio il tuo punto di vista così che ne possiamo parlare? Buon pranzo a tutti

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