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Scusate ho premuto l’invio per sbaglio… comunque volevo dire parole così toccanti…
Un fraterno abbraccio a tuttiGiustissimo. E da ripetere con forza e consapevolezza. QUI NON CI PIOVE.
Ieri mentre navigavo in internet alla ricerca di alcune informazioni mi sono “imbattuta” in un bellissimo “Inno a Iside” ritrovato tra le varie pergamene di Nag Hammadi, risalenti ai secoli III e IV e.v., che sintetizza al meglio la considerazione e il rispetto che l’antico poteva avere di una donna, nel sacro e nel profano……. mi fa piacere condividerlo con voi con il pensiero di quanto avremmo da imparare da loro in questo mondo dove ormai quasi quotidianamente viene attuata violenza di genere purtroppo in tante molteplici manifestazioni……
Perché io sono la prima e l’ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.Io sono colei che è al di fuori da ogni schema … sembra dire…
Nell’augurare alla Direzione e a tutto il Forum Buona Immacolata, ricordo e segnalo due link del sito sulla Immacolata Concezione:In questi giorni è uscito un film nelle sale che rende omaggio a Freddy Mercury, stella del rock e geniale autore morto di AIDS. Nei suoi testi, vedasi “Bohemian Rhapsody”, appare nitida la consapevolezza della fatuità del quotidiano, teatro di forme e maschere che in presenza della falce – o anche solo della forza di questa ipotesi – restituisce la meraviglia della vita in tutta la sua nuda bellezza. (Ricordo pure altri autori, come il belga Jacques Brel in “Ne me quitte pas” e tanta letteratura in proposito a narrare la medesima condizione…)
Ecco allora che mi viene da riflettere sul fatto che riuscire a cogliere il senso della propria esistenza non può essere solo ricondurre a uno scopo gli atti del quotidiano ma anche arrivare – (e soprattutto? – mi dico) – a percepirne la Bellezza infinita.
L’Eterno Femminino, Divinità che fu Iside…Maria…e quanti altri nomi gli umani hanno trovato per LEI, appare tanto più splendida quanto più ci si rende conto dell’inconsistenza dei piccoli disegni delle nostre giornate, dei progetti famigliari, delle costruzioni che firmiamo con la parola ‘IO’ senza neppure sapere CHI sia quell’io che muove… O che è mosso.
Di fronte alla morte, vedo che musica, poesia, sceneggiatura, danza, cinema, insomma quelle che sono le forme dell’arte di oggi, toccano come in ogni tempo le vette più alte e si fanno capaci di parlare a ogni cuore in quanto attingono alla radice dell’essere.
E allora capisco che la Terapeutica è un tributo, il più alto a noi possibile, a un’opera d’arte che non è nostra pur essendo noi. La Natura tutta e, in particolare, il corpo umano, condensa leggi scientifiche e concordanze armoniche quasi tutte da scoprire, e raccoglie ogni altra arte… Ed è fonte di ogni altra.
Non stupisce dunque che le Fratellanze Isiache ortodosse di ogni tempo si siano dedicate alla ricerca della Salute che è insieme conoscenza e meraviglia, e anche tributo alla magnanimità della Creazione. E non stupisce più che l’anima, ricondotta alle proprie radici per sanarsi, congiuntamente compia anche un passo verso la propria evoluzione.
La grandezza della Schola cui apparteniamo sta nel Tesoro della sua IDEA …Mi unisco a mandragola negli auguri di buona Immacolata.
L’inno postato da Decla a me pare dire “io sono tutto e il contrario di tutto; sono alla radice di ogni manifestazione e ogni mia forma femminile è da rispettare”.
E’ bello e di grandissima modernità, sebbene risalga al III-IV secolo d.c. Si, è proprio fuori schema, come è fuori schema chiunque sia se stesso.A proposito del “qui non ci piove”, che Catulla, Kridom e Mercurius giorni fa ci hanno ricordato: appena letti i post, prima Idea associata, l’ultimo articolo della Pragmatica Fondamentale, perché, un albero robusto dal fogliame spesso, non può che offrire ricovero da pioggia ma anche tempesta, aggiungo, a chi gli si accosta con quel pizzico di umiltà per tentare almeno di comprendere perché, quell’albero così maestoso, lo si incontri proprio lì, in quel determinato momento della vita, riflettendo sempre sul fatto che, se si fosse imboccata un’altra strada, non lo si sarebbe incontrato affatto.
Un caro saluto.Quanto postato da Catulla sulla Terapeutica, ci riporta all’essenza ma anche finalità della Schola Hermetica, Terapeutico-Evolutiva, legate a doppia mandata, nessuno dei due termini può, in-fatti, essere disgiunto dall’altro. Nel Magistrale Libro “La Via della Rosa”, alla pagina 120 ultime righe, viene ricordata ai lettori la via additata a suo tempo dal Maestro Kremmerz, con l’invito ad investigare e sperimentare la Realtà circostante fuori e dentro noi, partendo dal mantenimento o dal recupero possibile della salute del fisico o materia più pesante, per giungere poi alla sua massima sublimazione e perfezione. Letteralmente, le ultime righe così proseguono “Dominare, ricostruire, rinnovare il corpo fisico rifornendogli non solo le perdite caloriche e il sangue che si consuma, ma ridonandogli il principio di vita ……”. Questo principio di vita, credo vada riscoperto nella sua intima essenza, il percorso non può prescindere da una progressiva purificazione di tutte le componenti dell’intero organismo, da quelle più fisiche, a quelle diciamo così più mentali, ma questo vuol proprio dire ri-sanarsi nel profondo, altrimenti, manco a dirlo proprio oggi, come si può anche solo lontanamente pensare ad un’Immacolata Concezione???
Un caro saluto a tutti, a dopo.Ciao cara tanaquilla! Nella fretta ho dimenticato di ringraziarti, decla, per il pensiero di condivisione.Un abbraccio
Mandragola, Decla e Catulla mi hanno fatto ricordare dei mammisi egiziani, segnalando la festa dell’Immacolata Concezione che precede il mistero della nascita celebrato col Natale, riportando l’inno a Iside e ricordando le Fratellanze Isiache.
In copto il mammisi è il “luogo del parto” e la “casa della nascita”. Così sono chiamati in Egitto i piccoli edifici annessi ad alcuni templi, ove la dea titolare del santuario dà alla luce il fanciullo o giovane dio. Vi furono mammisi a File, Kom Ombo, Edfu, Dendera, Esna.
Orientati ad est, nei mammisi si officiavano riti all’alba, a mezzogiorno e al tramonto rivolti al mistero della nascita divina.
Persino la sua fondazione o “gestazione del tempio” aveva lo stesso ritmo della nascita divina, cioè il concepimento della costruzione iniziava al momento della festa della nascita di Ra (il sole), e il gesto rituale di tendere la corda indicava la sua nascita reale. I preparativi del cantiere duravano 9 mesi e il tempio era pronto a funzionare quando la corda era ritualmente tesa.
Una cara buonanotte a tuttiUna doverosa riflessione preliminare per gli aspiranti bramini:
Grandissimi, guglielmo tell, Riccardo Pazzaglia e Simona Marchini. C’è tanta verità in quella canzoncina e tanti motivi di riflessione per chi voglia intraprendere un cammino di presa di coscienza.
Io ho già preso coscienza. A me non va bene fare il Guru. A me fa molta differenza tra il piacere e la sofferenza. Resto come e dove sto
E sì caro Guglielmo Tell: leit motiv della bella canzone sta nell’ordine delle cose al loro tempo: qualunque scelta, specialmente se tocca corde sottili dell’anima umana e di conseguenza di tutta la vita di relazione e sociale di una persona, vanno fatte solo quando i tempi sono maturi per portarle avanti, altrimenti, prima o poi, si ritorcono e addio filo divino da riannodare faticosamente ma consapevolmente.
Una buona serata a tutti.Abbiamo voluto postare in questo Thread ,perché lo spirito che ha pervaso tutta la riunione di oggi ,che ha visto congiunte le Accademie della Circoscrizione Sud, è stato proprio quello di sentirci frates in Unum !
Ci siamo sentiti sorretti e stimolati dalla presenza delle Gerarchie in videoconferenza ,alle quali abbiamo potuto chiedere chiarimenti ed indicazioni per proseguire la nostra sperimentazione in modo sempre più mirato.
La seconda parte della giornata è stata incentrata sulla condivisione ed il confronto dei lavori svolti dai vari gruppi di tutte le Accademie.
Il risultato è stato interessante ma sopratutto molto stimolante e siamo stati tutti felici nel constatare che l’entusiasmo manifestato alla scorsa riunione plenaria si è mantenuto vivo ed intatto e se ne iniziano a vedere i frutti con la continua attivazione da parte di tutti. Ci auguriamo di poter continuare sempre meglio in questa direzione per la crescita e per la Salute di tutti noi.
Un fraterno abbraccio a tutti. -
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