Conquista ermetica e medicina ermetica

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    NUOVO – E’ legittimo che ogni uomo pensi a sé, che rivolga il suo studio, il suo intelletto, le sue aspirazioni a riconquistare ciò che il tipico Adamo dei cabalisti, prevaricando, perdette. Ma non bisogna dimenticare che l’umanità è una, e che la solidarietà umana è un dovere imprescindibile di ognuno che aspiri alla corona regale della verità. E’ idealismo? Non sorridere, o lettore, perché nel senso volgare non ho abbastanza isterismo per creare delle illusioni a me e agli altri. E’ la realtà della vita che lo impone.

    L’uomo muore e rinasce. Raccoglie, rinascendo, il frutto che ha seminato; sulla terra i terrigeni sono sempre gli stessi; mentre nei cimiteri le ossa si convertono in carbonato di calce, i morti rivivono. Di comune abbiamo il sangue, la carne e le ossa che la terra ci restituisce; la pace, i dolori e le aspirazioni che sono prodotti della nostra giustizia, delle nostre colpe e della nostra esperienza antica. La ragione, la comunità di origine, la convivenza ci obbligano a non rifiutare a chi è più infelice di noi la mano aperta che tutto dà, senza desiderio di compenso o di premio. La missione ermetica si deve svolgere contro l’ignoranza e la superstizione in pro’ delle masse che devono essere redente dalla scienza dell’uomo… Operare umilmente e oscuramente il bene; pubblicamente e gloriosamente inculcare dovunque che la scienza umana darà a suo tempo il completo assetto alla nostra materia umana, farà la pace nei popoli e combatterà il dolore e la paura della morte. Agli atei dirai che l’uomo è il sovrano della umanità, e la sapienza dell’uomo la regina dell’universo. Ai credenti spiegherai che Dio si manifesta nelle sue creature come l’albero pel suo frutto. A tutti insegnerai che la perfezione ermetica è una Medicina mirabile che gli dei e i numi dell’Olimpo sotto spoglie umane portarono sulla terra, tra gli uomini doloranti e feroci, per sanar loro le piaghe cruenti e renderli miti; che Mercurio ne distilla dalle rose fiorenti l’essenza, che Amore la dona ai mortali, se Venere raggiante sorride. (SM,II 165-166) – L’ermetismo è determinativo nella ricerca dell’aurum, una possanza trasformativa dell’inferiore nell’altissimo, per raggiungere il limite più sublime del mistero della vita dell’unità cosmica… L’aurum, tipo convenzionale di perfezione, perché monetabile, è l’identico metallo solare per eccellenza che nel simbolismo ermetico ha sempre rappresentata l’Intelligenza umana (corpo solare dei magi-ermetisti, cioè l’uomo nella sua essenza pensante separata dal corpo umano e nello stesso corpo). La pietra che deve prepararlo è una medicina per sé stessa, cioè ha poteri medicali o guaritivi… a noi non preme di sapere, ora, che sia un tale minerale o una data cipolla a compiere il miracolo e, a lungo andare, lo fissi; noi restiamo ammirati di un programma di ricerche che, se realizzate e provate, dovrebbero risolvere la parte superiore ed inesplorata di quella scienza medica sperimentale che ancora bambinescamente affronta il problema dell’intelligenza e dell’azione psichica sul’organismo umano. (SM,II,175-186) – Dice il Filalete commentando la lettera del Ripley a Enrico IV di Inghilterra: “Se le operazioni sono regolari e le premesse vere, il magistero ermetico è raggiunto”. E’ a questo che l’integrazione umana deve mirare. Denudato da tutte le follie e le goffaggini dell’empirismo magico, l’ermetismo come via di pervenire all’ideale della angelizzazione umana, deve tentare di affermarsi nel campo sperimentale e con un fine di bene indiscusso. La medicina integrale o ermetica compie il prodigio della resurrezione alla ragione illuminata. (SM,II 269) – Il semplice di spirito, l’agnus dei, il bambino innocente, vede la protezione di Dio fino a quando lo stato di malizia non lo invade, e a Dio sostituisce l’uomo. Ecco perché è difficile dire agli uomini che hanno avuta per fede la paura del “chi sa”, che si sono fabbricati un Dio industrioso ed industriale a modo loro: mettetevi in condizione di sollevare il vostro interiore ad un tipo divino, purissimo e alto, e diventerete guaritori di voi stessi e dei vostri simili. (SM,II,368) – … ogni uomo che legge nella natura delle cose, perfezionandosi, spogliandosi di ciò che in lui rappresenta la preoccupazione dell’organismo, intuisce e penetra una luce misteriosa, bellissima, che gli ridona la integrità dello spirito e della intelligenza, del sottile e dell’inafferrabile, facendolo rivivere nel regno che ha perduto, ridiventando angelo dominante la necessità costruttiva delle cose. Nessuna penna, nessun maestro può darti ciò che da te stesso devi riacquistare, ascendendo la mistica scala di oro che unisce l’uomo ai cieli delle intelligenze e delle cause… A misura che l’uomo redime sé stesso, cioè affranca dalla schiavitù del corpo il suo Spirito prigione, l’Angelo antico, l’Ermes, il Mercurio alato, messaggero degli Dei, lo Spirito Santo a forma di Colomba riappare, ed egli monta e ridiscende dai cieli occulti nella realtà della vita palese, e parla la parola della verità. Questo è l’Ermes, questa è la luce che ritrae le immagini delle verità occulte, questo è il Trismegisto che ebbe sapienza infinita, questo è il Nebo che insegnò agli uomini la scrittura e la parola. Ora la medicina Ermetica è la pratica di questa terapia di luce che muta il sistema empirico dell’osservazione positiva dei fenomeni nello studio delle cause che generano i fenomeni stessi… I santi non guarirono i loro infermi con delle ricette debitamente approvate dal Consiglio Sanitario del regno; nei tipici miracoli della leggenda evangelica, il Cristo non fa un esame clinico dell’infermo e non analizza il suo espettorato al microscopio, ma prega e guarisce. Prega perché l’Ermes divino arrivi, e dia virtù trasmutatoria alla sua parola; l’uomo perfetto dice: guarisci, e la carne guarisce. Egli ha parlato all’anima della carne inferma, e le ha dato la forza virtuosa di risanare. I taumaturghi, i profeti, i rosacroce, non trasportavano seco un milione di barattoli delle farmacie; l’olio, l’acqua, l’aceto, il sale, il miele, roba da cuoco più che da farmacista, nelle loro mani acquistavano la virtù di purganti, di dissolventi, di purificanti, di sudoriferi e di controveleni. Chi arriva alla conquista, per ascenso individuale, dell’Ermes, è un medico ermetico. La Fratellanza Terapeutico-Magica di Myriam non promette ai suoi ascritti che vogliono praticare, se non il Bene, che è la realizzazione più splendida della Magia, la più umana, la più facile opera della Grande Opera Magica; la conquista del potere di attirare a sé l’Ermes divino e, in nome della Scienza e della Luce, mitigare il dolore dei sofferenti. (SM,III,266-268) – L’uomo esteriore (fisico) racchiude un uomo interiore (spirito), il quale sfugge alle analisi dei metodi impiegati per studiare l’uomo esteriore o visibile che è il suo involucro… l’uomo invisibile o mentale non è che la Sfinge, cioè l’enigma che a tutto si presta e a tutto arriva. La Sfinge, se ne guardate le forme nelle antiche mitologie, o se ne leggete le descrizioni, è la trasformazione possibile, fino ai limiti dell’utopia, dell’animo umano… Lo studioso, attraverso questo simbolo della sfinge ieratica, vegga attentamente ritratto l’uomo invisibile, involuto nell’uomo terrestre o animale. Quest’uomo invisibile, mente o spirito, rappresenta tutte le possibilità di pervenire, cioè l’angelizzazione o la divinizzazione dell’uomo vivente, e quindi di ogni potestà divina… Di qui la scienza delle scienze o filosofia jeratica che rappresenta il punto di origine di ogni verità, la sorgente di ogni conoscenza nuova, la fonte di ogni sapere… Il medico ideale di cui ho sbozzato il ritratto nella risposta precedente, è l’uomo progredito che pone la sua progredita intelligenza a servizio dei suoi simili ancora stretti nelle spire della fatalità, cioè della materia che li serra come in una morsa. Il medico ordinario è un uomo profano alle verità della sfinge… Il medico ideale o ermetico è colui che ha rapito agli dei il segreto della vita, che alla sorgente della vita universale attinge la sua forza di terapeuta, che alla sublime scienza dell’eternità domanda il bene assoluto di un essere a lui simile e non evoluto… La terapeutica ermetica si riduce, quindi, a questa sovrana sapienza della volontà e della potenzialità umana: di creare nella matrice universale (il Deus dei profani e delle plebi) il movimento capace di avere una reazione sul mondo materiale e visibile. Il mezzo per produrre tale grandioso e costante fenomeno è uno: perfezionarsi, cioè evolvere, cioè divinizzarsi, per compiere atto o potestà divina. (SM,III, 533-537) – La vita e il germe di vita che scorrono nelle vostre vene, sono parti comunicanti con la vita e il germe di vita che vibrano nelle arterie dell’universo, il serpente di Esculapio ve lo addita, e quell’Unica sorgente qui zampilla, là si affievolisce, più in là si inaridisce e spegne. Operate, agite, vogliate con convinzione fuori ogni misticismo e ogni più malvagia ricetta di un medico qualsiasi acquista valore di miracolosa medela. Non vi commuovete, non sperate compenso, non ne accettate mai, perché quello che farete e produrrete non ha prezzo che lo paghi, e ogni prezzo lo abbassa ed umilia. (SM,III,632) – Studiare il principio di vita in noi, separarlo se è separabile, integrarlo se è integrabile, portarlo all’apice della sua potenzialità, renderlo atto ad arricchirsi della massima energia dalla fonte del principio-vita universale, fino a poterne disporre e nutrirsene e nutrirne gli organismi che ne difettano, è educazione ermetica e porta – come possibile – al concetto di un medico ermetico. (SM,II,10) – Se l’integrazione dei poteri umani può condurre alla formazione del mago, riserva vivente di forze attinte a sorgenti più ricche di energia, una semplice progressione delle ricchezze magnetiche accumulate in noi, con una provocazione di atti e attrazione di entità non umane, può rendere possibile la medicina divina o l’ermetica, e renderci utili a tutti i sofferenti che ricorrono a noi… sapere che noi siamo centri di vita irraggianti, attingenti alla vitalità intelligente e pimandria del centro inesauribile del mondo universo, ci fa concepire il valore del Signore delle cause come il dispensatore più largo, più nobile, più incommensurabile che mai immaginazione religiosa e mistica abbia sentito. (SM,II,402).

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    Conquista ermetica e terapeutica ermetica

    admin Kremmerz
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    Una delle prime lezioni che ho avuto dalla pratica nella Schola è stata proprio una riacquisita fede nella Provvidenza. Detta così pare banale o addirittura mistica…(al catechismo religioso non fanno altro che dire di rivolgersi a Dio, che Dio provvede, che Dio fa…)
    Ed è vero.
    Ho visto famiglie in condizioni impossibili tirarsi fuori dai guai grazie a un aiuto insperato, a un evento fortuito, a una svolta inattesa proprio quando tutto pareva perduto. Perché chi non smette di credere e tentare è come il seme la cui unica ragione di esistenza è quella di sviluppare il germoglio: non fa altro, non “pensa” altro, non distrae le proprie energie.
    E questa è la Provvidenza: una sorta di legge magnetica che risponde a chi senza soluzione di continuità non smette di fare e fare e fare ogni giorno. La stessa legge che procura il cancro a chi si ostina a fumare decine e decine di sigarette al giorno per decenni procura la salute la forza e la gioia a chi si ostina a praticare per decine e decine di minuti al giorno per decenni. E quindi ne ho concluso che costruirsi la vita è una realtà oggettiva praticata da tutti ma da pochi in maniera consapevole.
    Quindi, la seconda lezione che ho imparato è che davvero non c’è niente di meglio né di più urgente da fare che aggrapparsi a una Tradizione Intelligente che aiuti a costruire secondo un senso la propria vita e la propria materia vivente (“CHI” saremo: domani, tra sei mesi, tra un anno, tra dieci, tra… Xtempo). Perché se tutto – proprio TUTTO! – ‘passa’ (ricordi, denaro, soldi, abitudini) ciò che abbiamo nutrito DENTRO di noi con Amore e attenzione non passa e anzi si scolpisce arrivando a forgiare i pensieri, i nostri sogni, i luoghi della mente e quindi dell’anima.
    Queste due lezioni importanti in vent’anni non mi hanno portato riposo, denaro, potere ma qualcosa di infinitamente più grande: il sorriso e la voglia di trasmetterlo. E a questo punto non mi importa di misurare quanto ci metterò per arrivare (dove?) ma solo di rimanere su questa strada dove c’è Tutto ciò che amo e che mi fa stare bene.
    E dove posso anche ….esercitarmi a capire “perché” sto bene (studiando, cercando, leggendo, frequentando l’Accademia) mentre tento contemporaneamente di spiegare ad altri che possono stare meglio e che provare la medicina ermetica non costa nulla.
    Anzi, a ben pensarci, non sarà che la Provvidenza e la Medicina Ermetica sono la stessa cosa?
    Original author: catulla

    admin Kremmerz
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    Giorni fa mi è capitata tra le mani una rivista di divulgazione scientifica di circa un anno fa, dove c’era un articolo intitolato: “ILGRANDE CERVELLO VERDE”. Qui si diceva che esiste, in ogni foresta, una rete sotterranea naturale che connette tutto: la vegetazione risponde a minacce, pericoli e cambiamenti ambientali come un solo, ramificato essere vivente. Alcuni studiosi cominciano a ipotizzare che si tratti dunque di un unico organismo dotato di una intelligenza collettiva cui partecipano tutti gli individui che lo compongono. Le piante di una foresta come le formiche di un formicaio o come le api di un alveare? Pare sia emerso da numerosi studi che le piante abbiano molti più sensi degli animali e tutte le informazioni provenienti dall’ambiente sono percepite ed elaborate da ogni albero e usate per risolvere problemi e cambiare il corso delle cose. L’ipotesi finale afferma che per portare avanti i processi ecologici “vitali” della foresta, le piante si aiutino l’un l’altra difendendosi in comune dai nemici; alcuni scienziati hanno così ipotizzato che ad essere davvero “intelligente” sia non tanto la singola pianta, ma l’intera foresta, proprio come un unico enorme cervello vegetale. Inoltre, contrariamente agli animali, le piante non sono in competizione tra loro,anzi, hanno scoperto che la cooperazione e l’aiuto reciproco portano ad una convivenza migliore. Gli alberi interagiscono un po come i neuroni del nostro cervello: spediscono agli altri alberi le informazioni che hanno raccolto, attraverso l’aria,velocissime (come il pensiero?), attraverso una rete così complessa che, dicono, persino Internet impallidirebbe! E’ stato inoltre dimostrato che anche la crescita delle piante non è casuale ma ha scopi precisi. Un ultima cosa a mio parere interessante è che, almeno nelle foreste più antiche e stabili, alcuni alberi hanno un compito particolare: sono quelli che la scenziata Simard definisce “alberi madre” e che somigliano per certi versi alle piante dei film di fantascenza o fantasy, come il grande albero di Avatar o Barbalbero della foresta di Fangorn nel Signore degli anelli. Torreggiano sugli alti tronchi e ,attraverso la rete sotterranea, “gestiscono” le risorse come il carbonio, per aiutare i tronchi vicini. Le ricerche della Simard hanno dimostrato che tagliare questi alberi madre diminuisce la sopravvivenza dei membri più giovani, con gravi conseguenza sulla gestione forestale. La studiosa conclude che le reti della foresta sono integrate come le reti nervose del cervello e quelle della società umana e come tali “dobbiamo trattarle”.
    Ciò che mi ha colpito maggiormente è questa analogia, a questo punto con prove scientifiche sperimantate, tra la rete vegetale presente in natura e i neuroni nel nostro cervello e il tipo di funzionamento che c’è alla base. Il modo di trasmettere informazioni e …lo “scopo” per cui vengono operate certe scelte: ovvero la finalità evolutiva e di crescita che esiste nel meccanismo naturale, presente in tutto ciò che è vivente. Mi ha ricordato il concetto di “ecoalfabetizzazione” di cui tempo fa il Maestro Iah-Hel parlò e che citava questa “rete” naturale che lega ogni essere o creatura vivente all’unico Organismo Intelligente che tutto comprende, cioè la NATURA.
    Original author: Seppiolina 74

    admin Kremmerz
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    Nel libro “Verde brillante” di Stefano Mancuso e Alessandra Viola, Ed. GIUNTI, collana Orizzonti si dimostra come il mondo vegetale, lungi dall’essere solo una via di mezzo tra quello inanimato e quello animale, rappresenti circa il 99% di tutta la massa biologica del pianeta e fruisca di altri 15 sensi oltre a quelli “umani”. Stefano Mancuso dirige un laboratorio di avanguardia, il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, il cui nome rimanda a un settore finora ritenuto di esclusiva competenza animale. Si scopre che la piante hanno intelligenza diffusa, simile a una colonia di formiche, ciò che le rende vicine a un essere unico che ha strutturato la propria ‘intelligenza’ facendo i conti con l’essere fermi in uno stesso luogo. Il libro parla anche delle strategie complesse con cui le piante comunicano fra di loro e servendosi degli insetti e di altri organismi per i propri fini.
    A quanto pare la ‘cultura’ umana sta ampliando i propri orizzonti…
    Original author: catulla

    admin Kremmerz
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    Questa mattina aprendo il giornale ho trovato, finalmente, una notizia positiva, anche se legata ad eventi molto drammatici; si è scoperto, dai primi studi fatti, che il DNA di donne vittime di violenza risulti modificato in modo tale da dare adito al futuro sviluppo di diverse patologie, anche gravi.
    Ciò che si sta facendo, ora, è l’attuazione di un progetto da parte di diversi ospedali italiani, che estenda la ricerca ad un maggior numero di soggetti sia per confermarne la veridicità, sia per verificare se, come e quanto la terapia psicoanalitica messa in atto, possa correggere “alcune componenti molecolari del genoma” risultate danneggiate.
    La Scienza dunque, ha fatto un ulteriore passo in avanti (?) dimostrando come gli eventi e le esperienze della vita possano modificare l’essere umano nel profondo.
    Quindi, possiamo dedurre che questo assunto valga anche in senso positivo, ovvero che il DNA possa essere modificato, sanato e quindi migliorato, da eventi positivi, in special modo se questi eventi sono stati preventivamente finalizzati a tale finalità. Ed è questo il caso delle pratiche evolutive ermetiche che il Maestro Kremmerz ci ha donato
    Original author: M_rosa

    admin Kremmerz
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    Non ho considerazioni da fare sull’articolo , ma mi riaggancio a quell’esortazione fatta dalla Direzione qualche tempo fa : perchè non cogliere l’opportunità di respirare una boccata d’aria pura offerta in questo sito?
    Oggi , questo invito l’ho sentito così tanto e così benefico , quando provato dalle tante difficoltà del quotidiano, ho veramente respirato un’altra aria leggendo sul sito. E così ho sentito il bisogno di dirlo , vincendo la mia difficoltà a scrivere, per ringraziare chi ci offre questa possibilità.
    Original author: gelsomino

    admin Kremmerz
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    Post totali: 1008

    questo post mi ha portato ad una riflessione; chiedendomi come la Medicina Ermetica possa andare ad agire su chi ha subito; come nel post viene precisato; violenze, nel caso specifico riferito alle donne e rifacendomi a quanto il Mastro Kremmerz indica nella Prag. Fond. all’art 32 “…e pensare che quello che egli fa sulla donna si riproduce nelle generazioni nelle quali egli deve vivere ….” ; mi sono chiesta se dunque l’azione terapeutica della Miriam vada a sanare nel profondo non solo la donna che alla Schola chiede aiuto ma l’azione Terapeutica, nelle migliori delle ipotesi potrebbe “toccare” anche la traiettoria di chi ha compiuto la violenza. questo l’ho pensato riflettendo sulla similitudine con la terra; una terra sana ed incontaminata, ricca di nutrienti probabilmente riesce a fornire più elementi salutari anche ad un seme non proprio di prima qualità.
    in ogni caso le nostre pratiche “pro salute populi” che la Schola così generosamente ci da a disposizione per noi e per chi ne desidera usufruire sono un dono e sempre più mi rendo conto che cercare di sanarci e di tendere ad un equilibri psico- fisico non è e non può essere visto in senso egoistico perchè quando una persona sta bene è aperta alla vita e ama condividerne il benessere
    Original author: alchemilla

    garrulo1
    Partecipante
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    I post di Seppiolina e Catulla stimolano una riflessione estremamente importante: quanto siano attive le capacità intellettive del Regno Vegetale. Tempo fa, avevo letto da una rivista scientifica, che moltissime speci, quando vengono attaccate da insetti, parassiti o animali erbivori di vario genere, sviluppano man mano sostanze repellenti in modo che, le piante a seguire, siano progressivamente meno appetibili al punto da trasformarsi poi in repellenti al predatore. Questo risponde ad un principio di conservazione della specie mediante cooperazione, finalizzato più alla sopravvivenza collettiva che individuale, come accade in quasi tutte le speci di branco nel Regno Animale, in specialmodo tra consanguinei. Mi ha però colpito una differenza sostanziale tra i due Regni: le piante pare non siano assolutamente in competizione tra loro all’interno delle singole speci quando sono in “coabitazione”, a differenza degli animali di gruppo all’interno del cui branco, sono presenti costanti rapporti interattivi utili a definire entro tempi diversi a seconda delle speci, la leadership dell’intero gruppo, e la modalità di espressione di tale status al maschile o al femminile a seconda delle speci. Quindi, quando il sistema nervoso diventa man mano più complesso in Natura, è foriero dell’innesco di tali impulsi per certi versi biologicamente teleonomici, ma per certi altri disfunzionali alla stessa sopravvivenza del genere in questione (ogni umana allusione è puramente casuale…), oppure non si conosce abbastanza il Regno Vegetale, che pare fruisca di tutta una serie di sensi in più di ogni altro genere naturale? Ho provato più volte a tentare di amare o almeno voler bene a determinate piante che ho in giardino, ad esempio dedicando loro del tempo, offrendo razioni generose di acqua e coccole e così via. Ho notato che quando ho più tempo di ripetere tali attenzioni, reagiscono di conseguenza, per quanto mi è sembrato di comprendere, nella crescita più rapida di tutte le parti della pianta, nella lucentezza del fogliame, nella consistenza del tronco. Mi riferisco in particolare ad un ulivo sopravvissuto alle terribili gelate dell’inverno 2012/2013, ripresosi in tempi decisamente rapidi al cospetto di quanto il freddo lo aveva deturpato. Quindi, anche a livello emotivo, il mondo vegetale, in modo molto meno visibile, presenta però tutto un repertorio collegato a rete col proprio mondo e con gli altri Regni della Natura, che vale la pena di essere sviscerato fino in fondo dalla Ricerca Scientifica, con la prima finalità di un maggiore rispetto di questo mondo ricco di emozioni “invisibili”.
    Un caro saluto.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Davvero preziosa l’ultima Parola al Taumaturgo pubblicata, offre una “boccata d’ossigeno” notevole e svariatissimi spunti di riflessione e ho cominciato da qui: “La Sfinge, enigma che a tutto si presta e a tutto arriva,se ne guardate le forme nelle antiche mitologie, o se ne leggete le descrizioni, è la trasformazione possibile dell’animo umano, fino ai limiti dell’utopia”.
    Il nome Sfinge che le attribuiamo, deriva dal greco Sphynx che significa strangolatrice derivante a sua volta dall’egizio, šsp ˁnḫ(shespankh)con il significato di “statua vivente” ed era il nome attribuito alle statue di leoni con testa di uomo. La Stele del Sogno la identifica con un altro nome, quello con cui era conosciuta nell’antichità:Hor em akhet, reso Armachis in greco. Le consonanti che compongono Hor em akhet sono hr w kt oppure hr m kt;hr vuol dire Horus,w significa dimora ,kt è l’orizzonte. Traduzione :Horus dimora(oppure è, si trova)all’orizzonte(qualcuno traduce anche Horus sorge all’orizzonte). Plinio il Vecchio ne parlerà nella sua Naturalis Historia. Nonostante il significato esplicito di questo nome, gli studiosi non riscontrano una relazione tra Sfinge e Horus; qualcuno, invece, identificando Horus con il Sole, ritiene che il rapporto esista dal momento che la Sfinge assiste alla sua nascita ogni giorno. La Sfinge rivolgendosi verso est, scorge l’alba ogni giorno, mentre soltanto due volte l’anno vede nascere il sole in modo diretto; certamente è stata pensata come un monumento solare. Se nel corso dei secoli il monumento ha sempre guardato verso il sole, non è stato così per le stelle sullo sfondo, che si sono spostate a causa della precessione degli equinozi. Grazie ai calcoli elaborati al computer è stato possibile ricostruire su che sfondo di stelle sorgesse il sole nei diversi secoli, ed è interessante notare che nel 10500 a.C.(datazione a cui risalirebbe la costruzione della Sfinge) era proprio la costellazione del leone( i sostenitori di questa teoria ipotizzarono che gli antichi egizi, osservando questa costellazione, che assomiglia chiaramente a un leone sdraiato di lato, l’associassero alla Sfinge). Così come le piramidi a Giza sarebbero disposte come le stelle della cintura di Orione(ricordata nel Quaderno della Vergiliana, a proposito del territorio del Centro Italia). A rafforzare quest’ipotesi nel 10500 a.C. la linea immaginaria che collega le tre piramidi da nord a sud puntava direttamente verso il meridiano celeste intersecandosi con la costellazione di Orione. Figura androgina, solo in seguito considerata femminile e alata, con barba e zampe di altri animali oltre al leone. L’enigma di cui è portatrice è molteplice ma il secondo indovinello più raro e più antico recita così: “Ci sono due sorelle: la prima dà alla luce l’altra e questa, a sua volta, dà vita alla prima. Chi sono le due sorelle?” La risposta è: “il giorno e la notte” (in greco entrambe le parole sono femminili). Inoltre uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Attualmente è nota l’origine di uno di essi soltanto: un breve varco senza uscita dietro la testa, effettuato nel XIX secolo da J. S.Perring e H. Vyse durante la ricerca di una camera segreta all’interno del corpo. L’ipotesi che all’interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici anche se gli ultimi scavi del 2007 hanno rilevato la presenza di una fitta rete di cunicoli. La stanza dei registri è una mitica biblioteca sepolta sotto la sfinge di Giza,che secondo alcuni conterrebbe tutta la conoscenza degli antichi Egizi su rotoli di papiro, oltre alla storia del perduto continente di Atlantide. Infine un’ ultima curiosità… Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli,è custodito un cratere apulo che si ritiene illustri un altro mito (a noi non pervenuto) avente la Sfinge come protagonista: un sileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano. L’analogia con una favola di Esopo(la n. 55, in cui un contadino, per dimostrare l’onniscienza dell’oracolo di Delfi, si reca presso di lui con un passero in mano, e gli chiede se ha con sé una cosa vivente o non vivente, pronto ad uccidere l’uccellino nel caso la risposta sia la prima) ha fatto pensare che il sileno stia sottoponendo la sfinge ad un enigma, cosa che rovescerebbe il mito di Edipo! Insomma dopo 10000 anni il mistero continua… forse in quanto ha a che fare col segreto della vita che è in noi?!

    admin Kremmerz
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    Anche a me ha colpito particolarmente questa parola al Taumaturgo, per molteplici motivi. Innanzi tutto nell’esordio il richiamo a un senso evolutivo solidale è, come dice Wiwa, una ventata di ossigeno; sollecitando un’etica profonda non verso gli uomini in quanto tali, ma verso una convibrazione di amore vitale fra noi, cellule, e la vita intera. In ciò sono convinta che si possa trovare la cura capace di risanarci ab origine dalle scontate devianze presuntuose, perché concentrati sui propri problemi si potrebbe facilmente, anche senza accorgersene, sviluppare un senso egocentrico ed egoista, travestito di buonismo e altruismo.

    Nella Pietra Angolare Miriamica, le belle parole di Kremmerz sono ancora più ampiamente riprese da M. A. Iah-Hel a pag.372: “Ogni individuo ha diritto di lavorare per il proprio miglioramento; ma per la legge stessa di evoluzione, che governa la vita universale, egli è legato strettamente a tutto l’esistente; legame indissolubile di cui l’uomo in genere non si da conto conto, perché il progresso di una cosa dipende dal progresso di altre, e produce il progresso di altre ancora. […] Man mano che l’uomo evolve diventa più altruista, perché sente maggiormente questo legame che lo avvince al resto del mondo. Ma altruismo, filantropia, carità, per il discepolo sviluppato hanno uno spirito e una facciata nuovi; e non sono più ostentazione, misticismo o sentimentalità poetiche, sebbene una necessità naturale […] Il discepolo di ermetica lavora dunque per se e per gli altri”.

    In questa ottica, che nel principio ermetico di solidarietà l’enigma della Sfinge si sveli? Che nel mistero della nostra stessa esistenza, cambiando l’approccio visivo profano con quello ermetico della Schola, più che un mistero vi sia una naturale riconquista da realizzare, con costante pratica?
    Se è vero il senso dell’evoluzione corale, credo sia illusorio opporvisi se la vita nella sua totalità nell’Universo va appunto verso l’unico-uno-verso.

    Quindi costante gratitudine a Chi lavora per consentire a tutti noi di stare su questo cammino iniziatico, dandoci strumenti e input di azione e di attivazione e Amore disinteressato e indefesso per la vita di tutto e di tutti. E ne siamo testimoni. Grazie.
    Original author: italica16

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
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    Sono profondamente d’accordo con Wiva e Italica, è solo percependo se stessi come una semplice cellula di un corpo più grande che è l’umanità, che si riesce a scendere da quel piedistallo che ci fa credere di essere indispensabili, che si può ridimensionare l’immagine che abbiamo di noi stessi e le cose che ci riguardano, le gioie come i dolori, e che si può sperare di capire, ma veramente, che l’unico Bene possibile per noi è “contribuire al Bene”
    Original author: M_rosa

    garrulo1
    Partecipante
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    Rileggendo il post su Conquista Ermetica e Medicina Ermetica, una volta di più si evince la struttura reticolare dell’intero Universo, una immensa, innumerevole rete di canali, rigagnoli, portali e via di questo passo che garantiscono un collegamento di natura sistematica tra ogni essere ed entità presenti nell’estensione del Cosmo. Questo Principio è presente a garanzia di immanente attività di riflesso tra azioni messe in atto da esseri in esplicazione di vita nel loro ambiente, ma parimenti anche in costante relazione con altri esseri presenti in ambienti non in comunicazione diretta ma appunto di riflesso. Forse anche per questo che il Maestro Kremmerz nella Conquista Ermetica oggetto del post, fa espressamente questo riferimento: ” … La terapeutica ermetica si riduce, quindi, a questa sovrana sapienza della volontà e della potenzialità umana: di creare nella matrice universale (il Deus dei profani e delle plebi) il movimento capace di avere una reazione sul mondo materiale e visibile. Il mezzo per produrre tale grandioso e costante fenomeno è uno: perfezionarsi, cioè evolvere, cioè divinizzarsi, per compiere atto o potestà divina. (SM,III, 533-537) – La vita e il germe di vita che scorrono nelle vostre vene, sono parti comunicanti con la vita e il germe di vita che vibrano nelle arterie dell’universo, il serpente di Esculapio ve lo addita, e quell’Unica sorgente qui zampilla, là si affievolisce, più in là si inaridisce e spegne”. Mi vengono in mente mentre scrivo, analoghe parole di Giordano Bruno, lette in una pubblicazione di Yates sulla Tradizione Ermetica, che all’incirca rimarcano il fatto che, nella vita rilucente delle cose naturali si monta alla vita che soprasiede a quelle, in quanto esisterebbe precisa corrispondenza tra ciascuna delle specie, per ciascuno degli Dei, sotto “li diversi Geni de lo Ente” ammoniva Magistralmente il Nolano. Ecco credo, l’importanza imprescindibile della Terapeutica pro salute populi come pass Evolutivo, per sintonia, in quanto solamente modulandosi alla Legge Cosmica di solidarietà tra tutti gli esseri presenti nell’Universo è possibile riconoscere progressivamente l’Essere Sfingetico presente in ogni persona, quale Atomo inossidabile della Potenzialità Creativa dell’Ente Causale. Allora, penso proprio che, i Passi del Credo della Schola inneggianti il Bene contro ogni strazio dei dolori umani, e l’Amore creativo e fissativo siano espressioni scientifiche di aggancio alla Legge che disciplina l’intero Universo. Ma anche la compassione quale base etica di alcune filosofie orientali ha un senso in serbo, perché siamo sempre qui, nell’azione sintonica con la Prima Legge che Governa il Creato. Il Buddha che si da in pasto alla Tigre per timore che questa patisca la fame, è una favola analogica per far comprendere l’importanza del riconoscimento del legame di solidarietà con qualunque altro essere con il quale si va ad interagire, e tutti gli Iniziatori delle Grandi Religioni hanno in comune simili esperienze. Credo che alcune basi etiche comuni alle Religioni costituiscano elementi basali per chi voglia poi tentare l’approccio alla Scienza Sacra, Riposta da Oriente ad Occidente sotto la Rigida Egida del Grande Ordine Osirideo Egizio, se vero è, come ammonisce il Maestro Kremmerz nella Scienza dei Magi, che la Perfezione Ermetica è una Medicina Mirabile che “Dei e Numi dell’Olimpo sotto spoglie umane portarono sulla terra, tra gli uomini doloranti e feroci, per sanar loro le piaghe cruenti e renderli miti”.
    Un caro saluto

    Buteo
    Partecipante
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    I progressi susseguitisi nel XX sec. in ambito medico sono ragguardevoli e innegabili.
    La scienza indaga le funzioni sempre più microscopiche della materia, rendendole vieppiù visibili e riproducibili in laboratorio, nella convinzione che, con quanta maggior accuratezza conosceremo i processi molecolari, con tanto maggiore precisione produrremo i farmaci adeguati a sopperire a una o più disfunzioni.
    Ne consegue che l’intervento del farmaco, proprio per il suo meccanismo d’azione mirato, non può che essere settoriale. Uno specifico farmaco è prodotto per sopperire a uno specifico ‘problema’ cellulare/molecolare: più ‘problemi’ si riscontreranno in un organismo, più farmaci saranno proposti: uno, appunto, per ciascun ‘problema’.
    Leggiamo che “I taumaturghi, i profeti, i rosacroce non trasportavano seco un milione di barattoli delle farmacie; l’olio, l’acqua, l’aceto…nelle loro mani acquistavano la virtù di purganti, di dissolventi, di purificanti…”. Non può essere che queste sostanze, di uso comune, abbiano lo stesso meccanismo di azione di un farmaco che è stato prodotto in modo specifico in seguito ad anni di studio e di sperimentazione, proprio per sopperire a quel ‘problema’.
    Un altro meccanismo deve essere in causa. Si può ipotizzare, allora, che il rimedio, nelle loro mani, si faccia vettore di una forza di guarigione che l’uomo perfetto riesce a convogliare verso l’uomo sofferente? Ci è detto: “…L’uomo perfetto dice: guarisci, la carne guarisce. Egli ha parlato all’anima della carne inferma e le ha dato la forza virtuosa di risanare.”
    E’ così quindi che una piuma, un po’ di zucchero, un chicco di grano, un preparato omeopatico, che di per sé non hanno alcun potere terapeutico, superino in potenza il più potente dei rimedi farmacologici?
    Eppure i farmaci utilizzati dalla medicina occidentale sono efficaci: è possibile verificarlo tutti i giorni, non occorrono esempi.
    Ma l’impressione è… quella di essere un bimbo la cui bambola rotta sia stata ricomposta dal genitore, che ha coperto le parti guaste sotto a un bel vestitino nuovo: bella e integra a guardarla, ma di nuovo fragile a prenderla in mano ..
    E così il medico può risolvere sintomi, in alcuni casi ottenere la guarigione di una malattia.
    In generale, però, la guarigione, quella vera, dell’organismo che si sta seriamente ammalando, probabilmente non avviene.
    Se è scritto che “Il medico ideale o ermetico è colui che ha rapito agli dei il segreto della vita, che alla sorgente della vita universale attinge la sua forza di terapeuta, che alla sublime scienza dell’eternità domanda il bene assoluto di un essere a lui simile e non evoluto..” non dobbiamo forse riflettere sul fatto che la medicina ermetica sia la medicina unica e vera?

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Mi unisco all’affermazione di Italica quando esprime “costante gratitudine a Chi lavora per consentire a tutti noi di stare su questo cammino iniziatico”, a partire dall’attivazione di questo Blog che percepisco sempre più come una preziosa opportunità data dalle Gerarchie a chi è in ricerca e vuole capire noi stessi, la Umanità Una e le Leggi Cosmiche che riguardano tutti gli esseri viventi, nessuno escluso,anche se a volte è più facile pensare, illusoriamente, di poter rimanerne al di fuori!Ben venga quindi il Blog,quale finestra spazio-temporale che si fa portatrice di una Tradizione Millenaria e che è sempre a disposizione di Tutti Noi in modo disinteressato e gratuito….nello spazio dedicato alla ricerca ho digitato la Parola al Maestro e al Taumaturgo e sono saltati fuori centinaia di articoli, sui più svariati argomenti, è stato come avere a disposizione tutto ciò che è stato scritto e detto d’Ermetismo, rispettando l’Ortodossia, dal M. Kremmerz alla velocità di un click del mouse! Mi è venuta voglia di raccogliere tutto questo tesoro, salvarlo in una cartella, e portarlo sempre con me in una semplice chiavetta USB affinchè tanta gratuità, messa a disposizione di tutti, non vada sprecata e si mantenga invece, quel contatto sempre attivo e fluido con la nostra Tradizione attraverso le parole dei Maestri,i quali parlano, non mai solo come lettura,ma in modo veritiero, impersonale e neutrale, donando ad ognuno di noi per quello che ognuno può intendere tanto che ti sembra di averli lì con te e…. il testo diventa Parola Viva! Buona lettura e navigazione a tutti!

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Che la medicina ermetica sia la vera medicina , capace di sanare nel profondo ogni essere, personalmente , ne sono fortemente convinto ,e non per fede o per misitcismo, ma perchè , da un punto vista razionale, mi convince il meccanismo di un’energia pura e sanatrice, che possa riequilibrare un organismo indebolito nella sua carica vitale, e d’altro canto, perchè ne ho visto gli effetti. Che un farmaco funzioni per la risoluzione di uno specifico “problema” , di certo non stupisce ( e c’è da fare tanto di cappello alla ricerca scientifica), ma il suo limite , il fatto che non sia sempre efficace su tutti nella stessa misura, probabilmente , sta proprio nella concezione strettamente meccanicistica con cui è stato ideato.Ancora, ma sembra per poco, nella medicina ufficiale non si prende in considerazione l’esistenza di un’energia vitale insita in ogni essere e tanto meno si pensa di poter riconoscere un’intelligenza della materia.
    Original author: gelsomino

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