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Un modo per “liberarmi” dai pensieri molesti è passeggiare nella Natura (più o) meno incontaminata. Il contatto con gli alberi, l’aria pulita, gli odori, i colori, tutto contribuisce a placarmi, a far sia che i grovigli mentali si dipanino e un senso di pace mi pervada, e lì, dove sento la Miriam in me e io in Lei, sento che le possibilità del divenire, come i frutti del melograno, sono molteplici e sta a noi, alla nostra Forza invitta, alla nostra Intelligenza Arcana,al nostro concetto di Bene, determinarne lo svolgimento
Buona giornataIl silenzio mi fa pensare all’agricoltura. Penso all’inverno, durante il quale la terra si riposa, quanto più efficacemente se c’è stato un lavoro di pulizia del terreno in autunno (autoanalisi?). E penso al tempo dopo la semina, in cui si aspetta la fioritura. Il che mi fa pensare che c’è silenzio e silenzio.. buon inizio settimana a tutti
Sul silenzio mi avete ricordato che in Ibis n.2 del 1950, c’è “Silentium” di Hahajah, Maestro di Miriam con la Del+ Gen+ di Benno.
Me lo sono riletto, come sempre va al nocciolo … ti colpisce al cuore … commuove…fa bene.Grazie alla generosità della Delegazione, nella Biblioteca troviamo i fascicoli di “La fenice” e “Ibis” con tutti gli scritti di Hahajah, “Pro Circulis externis” e “Pro circulis agentibus internis” (es.l’importante Commento alla tavola di smeraldo).
Con un linguaggio estremamente moderno e attuale, il Maestro Hahajah tocca punti nevralgici del nostro cammino iniziatico sin dagli inizi.talmente ho interiorizzato la lettura di “Silentium”, che ho dimenticato di dirvi una cosa importante: Hahajah si sofferma sul perchè del bombardamento delle informazioni della scienza profana, esattamente come succede ora che non ci si raccapezza più. Ecco perchè secondo me fa bene leggerlo, ci può aiutare a neutralizzare gli effetti nefasti di questa infodemia (di cui parlava decla) che ci allontana dal centro del problema, e relativa soluzione.
Mi piace la calma soddisfazione in cui ti immagino, Alef, quando scrivi “m’assetto papale e mi faccio la mia bella non pensata…” E mi viene da chiederti, come riesci? Il pensiero, o i pensieri, potremmo immaginarli come un covo di serpentelli in incessante movimento… chi guizza chi rientra chi ripiega e protende chi sfugge chi si torce chi sgattaiola dentro chi sta lì, si arrotola e srotola, ma di andarsene non ne vuol sapere… Come fai coi serpentelli? Davvero riesci come vedremmo un fachiro, in una pellicola che si riavvolge indietro, col suono del suo piffero farli aggomitolare in fondo al cesto?
Allora ho letto al link segnalato da Catulla, le parole e i concetti e i concetti e le parole… e mi ricordo il corpo sdraiato ad assorbire onde magnetiche dal nucleo all’universo e dall’universo al nucleo, a ricaricare come una pila la propria materia inconsapevole…
Fare e tacere. Grazie Mandragola, perché più volte lo ripete Hahajah, come più volte ce lo sentiamo dire e ripetere… essere attivi, fare, e fare in silenzio, perché? che vuol dire? Potrebbe mai succedere come a Gesù, quando bambino, “si divertiva un giorno a costruire coi suoi coetanei uccelletti di creta. Ciascuno magnificava il proprio lavoro con grida di entusiasmo e con paragoni e vanterie. Ma egli taceva. Però, quando ebbe finito, batté le mani e gli uccelletti volarono via.”?Cari Tutti, rileggere l’articolo “La-parola-il-silenzio-e-il-linguaggio-nell’ermetismo” pubblicato nel nostro sito, scritto dal Maestro Kremmerz, ci illumina sulla forza quantitativa e qualitativa del silenzio. Modalità di crescita, di comprensione.Non utilizzare inutilmente il “verbum”, allontanarsi dai suoni esterni, “non farsi vincere dalla necessità di emettere suono formulando ed esponendo idee e non sentire il folto vocio delle umane parole e delle idee esposte dalle persone” senza per questo ritirarsi a vivere soli.
Imparare il valore e l’utilizzo della parola come forza propagatrice, come modo controllato di produrre solo gli effetti voluti.
Il silenzio dei sensi.
Rileggere e ripercorre questi scritti ci illumina di un tale sapienza…
Un grande abbraccio a Tutti Voi.Cara Buteo, non so proprio spiegare il meccanismo: forse i serpentelli ad un certo punto si stancano e vanno a dormire 🙂 In ogni caso da poco ho affisso nel mio studio un quadretto che raffigura una bella rosa rossa che guardo (senza pensare) quando soddisfatto (ma distrutto di stanchezza) mi siedo per concedermi un po’ di non pensiero notturno. Se qualche serpentello si sveglia io fisso la rosa del quadro e lui se ne va. Ti abbraccio. Alef
Ritornando al Liber Mutus uno degli affreschi della Sala Capitolare della Certosa di S. Martino commentato da Catinella è il Silentium. Egli scrive che da qui ha origine il Mistero (da mio, mi chiudo gli occhi o le labbra, mi taccio) e quindi l’Initium o ammissione al Tempio. Il monaco dell’affresco pone il dito indice della mano sx sulle labbra e porta nella dx una sferza, accanto alla quale una mitra e un pastorale. Oltre l’Arpocrate egizio che ha parimenti come attributi la sferza sacra e la mitra, ed altre divinità, anche Minerva era detta Siga: da sigo, silenzio, e poneva il dito sulle labbra. Questo affresco mi ricorda molto la nona carta dei Tarocchi: l’Eremita. Come Minerva mi ricorda quanto ne scrive il Maestro Kremmerz nei Dialoghi (p.213): “Quando vi ho parlato della Myriam vi ho figurato Minerva Medica”.
Anche io sto (ri)leggendo il Liber Mutus, ho messo tra parentesi il “ri” perché vi sto trovando dentro tante di quelle cose, anche relative alla nostra operatività di Miriamici, che più palesi e chiare non potrebbero essere dette! Molto interessante ciò che dice su Minerva nel commento all’affresco definito Zelo, dal suo aspetto legato al silenzio, come ci ricorda tanaquilla, al suo essere vergine (Virgo potens) ma in qualche modo di aver avuto uno pseudo figlio, Erittonio, il cui corpo terminava in forma di serpente (a proposito di serpentelli…). Interessantissime anche, le analisi etimologiche, come il riscontrare la radicale NER col significato di virilità, nuovo, giovane, oltre che in Minerva anche in Venere e Neria o Nerina (moglie di Mamerte sabino).Vi ricordate quando andammo con il Del. Gen. alle fonti del fiume Nera? Altre notizie sul significato di questo nome le possiamo trovare anche nel quaderno della Vergiliana (pag.123).
E questo è solo uno dei fili che si dipanano da questo volumetto…ce ne sono tantissimi.
A proposito del Silentium riporto i versi presenti sull’Ibis menzionato da mandragola
“Silenzio, dunque, e lavoro.
Silenzio ed amore.
Silenzio e preghiera
Nelle chiese e nei chiostri: silentium.
E il divino riaffiora.
Nei campi tranquilli: silentium.
E il Gran Pane sussurra
Nella vasta solitudine del mare: silentium.
E l’anima spazia nell’infinito.
Nelle altezze dell’atmosfera: silentium
E l’arcano degli abissi si svela.
Nelle passioni turbolente: silentium.
E l’equilibrio dell’animo si dischiude.
Silentium…Silentium…Silentium
E palpita il murmure del Nume RivelatorePerò, come tutte le cose che non sono frutto di libera scelta, anche il silenzio, se imposto come in questo periodo, non sortisce lo stesso effetto.
Dello stesso maestro Hahajah, ho letto di recente sotto consiglio dei nostri maestri, un articolo straordinario per intelligenza ed ironia in Pro Circulis Externis, La Fenice, (Anno I, N. 2, Ottobre 1949, pp. 3-7). Mentre lo leggevo mi è venuto in mente quanto potrebbe essere di ideale ispirazione al “ Pendolo di Foucalt” di Umberto Eco, in cui la strada per l’ascenso si confonde pesantemente con quella della follia.
“Senza il lavoro lento e costante di richiamo, di educazione e di potenziamento…ecc, noi non costituiremmo una famiglia di equilibrati ma un’assemblea di spostati…che comprometterà la propria e l’altrui pace..”
Cosa che possiamo notare non senza stupore nelle varie pseudoaccademie e conventicole varie sorte nel web, che se uno vuol farsi due risate li c’è tanta roba! Capolavori di corbellerie, libri scritti e pubblicati in ogni epoca osannati come pietre miliari, libri in cui non si capisce assolutamente nulla…spesso accompagnati da “mezze parole che…lasciano intendere (niente), frasi ad effetto, gesti di sufficienza e consimili prestigiosità…” e penso a quanto sia stato in voga tutto ciò nei deliri dei totalitarismi europei del 900, e sopratutto nelle cosiddette elite culturali che li supportavano. Buon pomeriggio a tutti, sorelle e fratelli.caro fratello g_b, spinta dal tuo input sono andata a rileggermi la seconda puntata del Pro Circulis Externis e ti ringrazio perché oltre a ciò che tu hai sottolineato, che è sacrosanto e come dici tu è una delle cose che ci differenzia dai tanti millantatori, mi ha fatto riflettere molto la parte che riguarda i rapporti che intercorrono tra i quattro circoli della Schola che fornisce una ragione molto concreta del perchè siamo Fratelli, vi è una corrispondenza di forma (omologia) dei risultati ottenuti dai praticanti di ciascun Circolo che li porta a creare un corpo unico. Vorrei spiegarmi e spiegare meglio questi concetti, chissà se qualcuno può aiutarmi?
Nella mia esperienza lavorativa, avendo dovuto condividere spazi non molto grandi con altre persone, diventava indispensabile, per non incorrere in continui errori di distrazione, riuscire ad isolarsi mentalmente e imparare a chiudere degli “interruttori” per lasciare fuori i rumori … dico questo perchè credo che proprio questa attività giornaliera mi abbia in un certo senso addestrata, aiutata, anche a riuscire, a volte, a costruire un silenzio interiore … ovviamente chiudere fuori “il fuori” è molto più semplice che chiudere fuori “il dentro” ma sono sempre più convinta che conti molto “l’allenamento al fare” e che non fare, sia sempre peggio del fare male, magari sbagliando, ma comunque cercando di correggere il tiro …. però nelle rarissime volte che mi riesce di realizzare in parte quel silenzio interiore, in genere invece caos dominato dai quegli innumerevoli serpentelli di cui parlava Buteo, la sensazione è di meravigliosa pace e equilibrio in cui le “passioni”, per me uno dei nodi più cruciali e annosi da sciogliere, si acquietano e a volte quasi scompaiono ….. ovviamente, inutile dirlo, questo di cui parlo è molto distante, per me chimera molto lontana, da quel “Silentium” di cui con magnifiche, sapienti ed anche poetiche parole, ci parla Hahajah, di quello stato di neutralità e purificazione in cui “Palpita il murmure del Nume Rivelatore” … un caro abbraccio fraterno ….
E’ vero, g_b, delle “pseudo accademie e conventicole varie sorte nel web”, abbiamo riso molto anche qui, nel thread Ecce quam bonum…
Un intervento del 2007, che ho avuto per le mani, del curatore della mostra al Museo Archeologico di Verrucchio sulla “quotidianità alla sacralità tra VIII e VII sec. a.C.” mi ha fatto venire in mente alcuni temi toccati approfonditamente nei Seminari di Elissa e relativi libri (1996-1997) che voglio rileggere per bene.
La Mostra a Verrucchio verteva sui ruoli del femminile nell’Italia pre-romana e in particolare nella sfera del sacro. Alcuni studiosi, riporta il curatore, hanno colto il legame tra tessere, pensiero e scrittura. Il tessere è stato l’emblema di attività sacerdotale femminile, denotandone la funzione “nel sacro” anche attraverso la scrittura, come testimonia il santuario di Reitia in Veneto. Infatti, scrive nel Catalogo della Mostra, Angela Ruta Serafini: “la documentazione epigrafica… del santuario di Reitia, conforta l’ipotesi di un’ampia accessibilità all’attività scrittoria da parte di una componente femminile non estranea a mansioni di carattere sacerdotale… La scrittura… è in ambito italico, almeno in una fase iniziale, legata al mondo femminile nelle sue specifiche aree di intervento: la tessitura e la gestione del sacro”.
Come avranno fatto a dimenticarsene gli autori classici, scrive la curatrice?Carissima m_rosa ti ricordo di rileggere quanto scrive Anna Maria Piscitelli (Iah-Hel) in Via Della Rosa : La gerarchia naturale della Fratellanza di Miriam.
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