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  • m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    A proposito di bellezza ho letto, qualche giorno fa, una interpretazione che mi ha fatto riflettere , il senso del bello, diceva, si sveglia quando veniamo in contatto con qualcosa che rimanda o si collega ai contenuti dei Miti che, altro non sono, che la storia documentata delle origini “reali” -secondo l’autrice del libro- della storia dell’umanità. Mi ha fatto pensare all’importanza che attribuisce il Kremmerz a questo argomento e al fil rouge dei nostri lavori accademiali. Se la lettura merita, vi terrò aggiornati
    Intanto auguro a tutti una buona serata

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Salute a tutti!
    Interessante argomento la ‘bellezza’…banalmente x contrastare le tante brutture che vediamo oggi! Al proposito ricordo che se n’è trattato nel 1° Seminario Sperimentale di Progetto Elissa – “Ritorno alla sorgente primordiale – Terapeutica, Hermetica e Coscienza Acquariana”- che sta qui in Biblioteca.
    In “Calim la Bella” a p.43, rivedo emergere un’interpretazione della ‘bellezza’ all’opposto di quello che si intende comunemente…si richiamano anche i miti che dice m_rosa. E questo grazie agli input della D+G+ che ci guida controcorrente…
    Un abbraccio

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    L’ideale del bello e del vero, tante volte ripreso nelle ricerche accademiali e pure dall’imperatore Giuliano, mi ha spinto a cercare questo concetto dal punto di vista etimologico. Vi rendo partecipi di quanto ho trovato
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Kalokagathia

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Mi è sempre venuto da pensare che “il bello”, sia di sostegno al ” vero”, sarebbe a dire: l’aspetto estetico è, in fondo, una modalità di presentazione, un primo impatto tra l’idea in sé e il modo di farla giungere a chi guarda. A mio avviso, un progetto ha bisogno di un canone estetico, cioè di una determinata forma per essere trasmesso, ma soprattutto recepito da chi si trova dinnanzi a noi.
    Anni fa, trovandomi al museo del Louvre di Parigi, giunsi nella sala dove era esposta la ,” Gioconda” di Leonardo. Mi colpirono due cose: la prima era la presenza di una teca di vetro rinforzato, sicuramente per proteggere dai vandali o dai ladri il capolavoro ( ma anche per lanciare il messaggio ” sappiate già che è cosa rara?”). La seconda cosa che mi colpì, fu che il quadro non aveva cornice! E la mia sensazione,di allora come di oggi, è che la “cornice” dona bellezza ed importanza, persino quando è invisibile. Non sostituisce la “sostanza”,in questo caso l’opera, ma l’aiuta ad essere presentata, tanto da poter raggiungere più persone possibili. Perché è questo l’obbiettivo di un artista, no? Che la propria arte raggiunga tutti coloro che vorranno e sapranno guardare. Credo che, a volte, un progetto fallisca non perché non sia valido, ma perché non lo si è saputo presentare. Quindi la bellezza, come canone di estetica armonia ( proporzioni, colori, simmetrie), può essere importante se l’obbiettivo è quello di condividere un idea, o addirittura un Ideale.
    Un grande abbraccio ai Maestri e a tutti i Fratelli!

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    o se… aggiungo cara seppiolina alla tua interessante riflessione, induce all’ulteriore, al bene, al vero, all’unità.
    In questo senso è certo molto più di una cornice.
    Come nel volume indicato da mandragola.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    E se la mancanza di cornice indicasse un’espansione, come dire che l’opera in questione non ha confini, nn può essere circoscritta, ma si espande e collega a tutto il resto che è la Vita?

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Cari Tutti, con riferimento al concetto di “bellezza” mi ritorna in mente un vecchio detto che mio nonno ripeteva spesso e che mi ha accompagnato nel corso della mia vita: la bellezza è negli occhi di chi guarda. Secondo me può esistere una bellezza “oggettiva” e una bellezza “soggettiva”, che si differenziano da un punto di vista “qualitativo”. Il risvegliare il senso della belleza negli occhi di chi guarda è il vero “segreto” di un artista, quando riesce a toccare le “corde” interiori di chi osserva, o ascolta, il suo lavoro.
    Quello che a me appare stupendo, potrebbe apparire scialbo a qualcun’altro, ma di fronte a certe opere non possiamo che rimanere tutto abbagliati da tanta “bellezza”.
    Riporto una parte di articolo interessante dedicato a chi fa fotografia: https://fotocomefare.com/sezione-aurea-composizione-fotografica/
    “Attorno al 1200, il matematico italiano Leonardo Fibonacci scoprì il numero aureo: 1,618033.
    Nel Rinascimento si diffuse la consapevolezza che questo numero corrispondesse a un rapporto tra dimensioni che ricorre molto spesso in natura (come le proporzioni tra gli arti di molti esseri viventi). Infatti, molti artisti ne fecero uso nella composizione dei loro quadri, delle opere architettoniche, delle statue e così via. Ovviamente non si trattava solamente di una sorte di impazzimento generale attorno a un numero. Si scoprì ben presto che il numero aureo (detto anche sezione aurea, rapporto aureo o proporzione divina) applicato alle arti figurative permetteva composizioni particolarmente piacevoli per l’occhio umano….La sezione aurea nella pratica fotografica si applica come la regola dei terzi: il punto su cui si vuole dirigere l’attenzione dell’osservatore va allineato con i punti di intersezione della griglia, o almeno con le linee.
    Nasce quindi un dubbio: come faccio a verificare al momento di uno scatto che le righe siano posizionate rispettando questo rapporto “strano”?
    Un dubbio simile se lo saranno posti in molti, (anche) per questo esiste la regola dei terzi. Dividere ad occhio la scena in 3 parti uguali è molto più facile. Resta comunque il fatto che la sezione aurea permette una composizione molto più equilibrata e “naturale”.”.
    Detto principio è stato utilizzato anche nella costruzioni di moltissime strutture architettoniche, nella quali, una volta entrati, si “assapora” il perfetto equilibrio delle forme, che sono in grado di “donare” a coloro che vi entrano, un senso di pace e serenità (lo stesso Leonardo utilizzò questo principio in moltissimi suoi lavori e studi).
    Tutto riporta ad un principio, secondo me: la bellezza viene colta con gli occhi di chi sà vedere oltre la semplice immagine che ci viene proposta o fornita. La Natura fornisce i modi e le forme per esaltare questo concetto: se proposto o utilizzato dall’artista, l’esaltazione della belleza raggiunge il suo culmine. Questo è un mio modesto modo di interpretare un concetto così vasto e grandioso da risultare a volte inafferabile, ma sicuramente la bellezza vive in noi ed attorno a noi. Basta coglierla.
    Vi abbraccio.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Trovo molto bello che la bellezza coincida col Vero e col Bene… anche le parole dei Maestri spesso le ho sentite belle ma non per banalizzarle ma proprio nel senso che dicevate…forse perché riportandoci al Vero ci aiutano a osservarci e comprenderci meglio?
    Riascoltando la presentazione on line della Schola sul nostro Sito, sui meccanismi della terapeutica ermetica spiegati molto chiaramente ed in modo efficace, laddove si accenna ai meccanismi di guarigione in cui il malato esprimendo la volontà di guarire si attiva e si aggancia all’aiuto terapeutico di della Catena, mi sono subito ricollegata ( ancora una volta)alle parole del Maestro IAH-HEL nella Via della Rosa quando si parla del Principio creatore di Matriarchia dove mi è sembrato che analogamente si parli del medesimo meccanismo di “stato femminile ginandrico, sebbene in modo virtuale e latente,contenente e contenuto di causa ed effetto creativi che può solo necessitare di essere attivato, attraverso la crisi ossidante prodotta dal calore o fuoco interno che le è proprio”? Se così fosse e cioè che il principio creativo di Matriarchia e di guarigione e rigenerazione profondi dell’essere fossero analoghi, la Miriam potrebbe essere Essa stessa “contenente e contenuto di causa ed effetto creativi”?

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Bellissima MRosa l’immagine di un’espansione infinita! Mi ha toccato immensamente…

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    X Angelo: sul tuo dubbio “come faccio a verificare al momento di uno scatto che le righe siano posizionate rispettando questo rapporto “strano”?” che mi ero posta anch’io, la mia amica fotografa che conosce bene la regola dei terzi (che come dice il tuo articolo non è la sezione aurea, ma ci tende solo), dice che è praticamente impossibile applicarla mentre si fotografa, perchè ci vorrebbero ore per fare poche foto, al limite si organizza idealmente il soggetto in posizione decentrata (sul terzo, appunto).
    A parte questo, a fronte della spontaneità e del senso di armonica libertà che ci manifesta la Natura, munifica gratuitamente e senza condizioni, perfino la sezione aurea che è così tanto affascinante mi sembra una forzatura condizionante, una codificazione strumentale al patriarcato, come la storia ci dimostra. Non vorrei insistere…ma ultimamente è diventato insopportabile sentire come alla mancanza di rispetto della “donna”, che dà la vita, corrisponda inevitabilmente la mancanza di rispetto della “natura”.
    Buona giornata a tutti in particolare alla Direzione della Schola.

    Alef2006
    Partecipante
    Post totali: 222

    Ciao Mandragola, mi ha fatto molto riflettere questo tuo ultimo post. Non ho ancora raggiunto una posizione definitiva. Ecco alcuni pensieri che desidero condividere sul Forum:

    – l’idea di voler ingabbiare la Bellezza della Natura in un numero può essere percepita come una profanazione: un voler per forza sollevare il velo della Bellezza gridando ai quattro venti che essa in realtà corrisponde “banalmente” alla sezione aurea

    – ciascuno di noi, come sappiamo, è associato a un Numero che rappresenta una finalità evolutiva (per quel poco che forse ho capito)

    – Quando Pitagora diceva Tutto è Numero cosa voleva dire in realtà? Forse che il Tutto corrisponde a un Numero? Forse che qualsiasi parte del Tutto corrisponde a un Numero? Sotto questa ipotesi però diventa più digeribile l’idea che anche alla Bellezza possa essere associato un Numero? Oppure le considerazioni di Pitagora erano valide solo per i Numero interi?

    Ripeto che questi sono solo quesiti che scrivo a voce bassa, consapevole che solo la sperimentazione su me stesso potrà fornirmi le risposte: per capire ciò che il Bello è Bello si deve diventare…. e di strada ne ho tanta da fare ancora per raggiungere quel traguardo…

    Vi Abbraccio Tutti

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Caro Alef, non sei solo a fare la tanta strada che c’è ancora da fare, perchè sicuramente io sono con te e con tutti i Fratelli e le Sorelle in Miriam in cammino perenne verso il Bene. E meno male che si può camminare, grazie alla Guida della D+G+ sempre presente!

    Ecco perchè nemmeno io ho raggiunto sul tema bellezza/armonia/principi matematici una posizione definitiva, semplicemente perchè non penso che si debba raggiungerla se siamo qui a sperimentare, a correggere il tiro, a volte ad alzarlo x vedere se riusciamo a superare i nostri limiti…in ogni caso come sappiamo “cavando la teoria dalla pratica”, pronti a “demolire” le sovrastrutture mentali più incaponite…

    Intanto viviamo la quotidianeità di tutti, ascoltando le idee che circolano …
    Di recente, nella scuola dove stavo prima, la vicepreside ci ha detto che la Preistoria non è così importante rispetto ad esempio al Medioevo con le sue cattedrali gotiche che si ergono verso il cielo, verso Dio, per cui, nel caso, saltarla proprio.
    Ora… aldilà dell’ovvia perplessità rispetto a un messaggio di questo tipo, messaggio che nega di fatto una fetta immensa di storia dell’umanità e del suo processo formativo – gestazione, nascita, infanzia, pubertà, adolescenza età adulta – questo mi ha fatto riflettere sul perchè di un tale messaggio: secondo il mio modesto parere nella migliore delle ipotesi sarebbe “pura” disinformazione, rispetto alle teorie scientifiche oramai accreditate; ma nella peggiore delle ipotesi, essendo io malpensante, come non ricondurlo alla volontà profana di cancellare le Origini dell’Umanità a prescindere, per impedire alla stessa umanità (e a noi nello specifico di incarnazione in incarnazione) di ritornare a quell’età d’ORO integrata col tutto, cioè nell’UNA?
    Come non vederlo questo messaggio (demenziale) esempio di scivolata nel sistema, in cui chi ricopre ruoli di potere o ambisce a ricoprirli, essendo tramite della corrente profana, tende inevitabilmente a negare quei momenti storici in cui c’era convibrazione col tutto/sacro più cooperazione e solidarietà, meno individualismo e sfruttamento a fini egoistici?
    Per me c’è del patologico in un messaggio così. Sono esagerata?

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Mi inserisco nella discussione aggiungendo la mia.
    Mi pare che il problema non sia la sezione aurea o il Numero ma la volontà di inscatolare, di precludere ogni libertà ai concetti ritenendoli definiti, limitati alla possibilità di comprendere.
    I termini ermetici sono incondizionati, infiniti o indefiniti, e ritengo il significato più profondo della bellezza come ermetico. Ricordo le bellissime parole del Kremmerz al proposito che si trovano sui Suoi Dialoghi (p.185 e seguito): “L’ermetismo non è la botanica, non è la chimica non è la fisiologia. E’ la scienza dell’infinito, la scienza del non finito, mentre le discipline apprese col metodo sperimentale positivo sono scienze del concreto e del finito…Ma le cose infinite, non finite, astrazioni di virtù o di poteri o di qualità non si prestano a definizioni, cioè a determinazioni, per la loro natura stessa indefinita”.
    La domanda è: allora noi non potremo mai capire? si potremo capire, come sempre ci ha indirizzati a fare il Delegato Generale. In modo diverso, non pretendendo che la razionalità arrivi dove non può, ma pervenendo alla sintesi dei sensi purificati, unica via alla comprensione dei principi più alti.
    E riflettendo, come facciamo anche su questo caro forum.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Nn so quale fosse la motivazione delle parole della dirigente in questione, certo rivela una grande ignoranza! Come dici giustamente tu, cara mandragola, come si può pretendere di capire qualcosa della storia dell’umanità, del suo presente e delle tendenze future, se si ignorano volutamente le origini? Che poi, penso, sia proprio lì che si nascondono le risposta a tante domande

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Non mi stupisce quanto riporta Mandragola. Spesso nell’ambito della formazione di ogni livello (universitaria, secondaria, primaria o dell’infanzia che sia) approdano persone interessate allo stipendio sicuro più che al proprio lavoro, disposte ad anni di difficile e precaria gavetta secondo burocratici principi che nulla hanno a che vedere con l’interesse a educare o con la voglia (contagiosa) di imparare e aggiornarsi. Specie quando le posizioni sono acquisite (collaboratore, figura strumentale, vicepreside, per non parlare dei dirigenti) l’obiettivo iniziale di ‘educare’ è spesso in second’ordine in rapporto alla necessità di ‘eseguire’ percorsi e i vari progetti che nascono a latere sovente rispondono al bisogno di arrotondare il basso stipendio più che a quello di risvegliare o sviluppare conoscenze.
    Ciò premesso, la Preistoria è di norma poco conosciuta dagli stessi docenti di Lettere, così come le scoperte della fisica o della chimica dagli insegnanti di queste materie, e così via. E d’altra parte, l’istruzione obbligatoria fino a 16 anni mi pare abbia portato a un livellamento (solitamente in basso) della massa degli studenti e a una contemporanea svalutazione del valore della scuola e di chi la rappresenta. Pur comprendendo le ragioni di chi concepì la Legge di fornire a tutti strumenti di valutazione e critica per potersi autodotare di un bagaglio necessario alla sopravvivenza in società, da quanto osservo oggi, non mi pare che l’ambizioso obiettivo sia stato raggiunto.
    Anzi.
    Ma come appartenente alla Schola credo che l’essere miriamici – anche se non docenti e/o non genitori – costituisca un’opportunità straordinaria per ogni numero della catena così come per l’ambiente (o gli ambienti) che ogni numero frequenta, perché l’input a un pensiero ‘diverso’ ‘controcorrente’ può servirsi di ogni canale per suscitare interrogativi (e approcci) in grado di influire sulla corrente comune e generare una possibilità alternativa. E ancor più chi è nell’ambito della formazione – secondo me – può con l’esempio e le azioni fare la (piccola) differenza che si può riverberare in altrettante e tante piccole differenze.

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