Accademia Pitagora – (Bari)

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    E-mail: scholasud@kremmerz.it

    Breve storia
    L’Accademia Pitagorica fu fondata a Bari dal Maestro Giuliano Kremmerz nel primo decennio del 1900 e convalidata dall’Ordine Egizio il 3 Maggio 1911. Ebbe come Presidente Alberto Russo Frattasi, e come Preside l’Avv. Vignali. Sin dalla sua costituzione ebbe una marcata impostazione terapeutica e la sua storia, ormai più che centenaria, coincide in gran parte con quella della Fratellanza Terapeutico-magica di Miriam.
    Successivamente rientrò nella Circoscrizione della Miriam per il Sud, della quale era responsabile Giacomo Borracci (avvocato in Bari), già Maestro dell’Ordine Egizio col nome di Cajetel, nonchè Direttore e Consulente dell’accademia Pitagorica di Bari. Si tramanda la notizia che Borracci avesse partecipato con lo stesso Kremmerz ed altri 10 Fratelli (in tutto in 12) alla valorizzazione della “cassetta”, utilizzata da quel momento per ricevere richieste d’aiuto e dare i responsi per le cure e le guarigioni. Nel 1923, causa un’incursione fascista nella sede accademiale, scambiata per una loggia massonica, la “cassetta” fu distrutta e i lavori collettivi furono interrotti.
    Ma dopo la morte del Borracci (+1943), gli iscritti rimasti, aderendo nel 1947/48 alle Circolari diramate dalla Segreteria Generale di Benno (Domenico Lombardi) si regolarizzarono e la Pitagora, confermata dalla Delegazione Generale e dal Grande Ordine Egiziano rientrato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu riattivata ed affidata al Maestrato di Harahel (Donato De Cristo, già iscritto alla Schola nel 1925 dal Borracci) dal 1950 restando l’unica Accademia miriamica ortodossa a rappresentare la S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam.
    De Cristo (Harahel) ne sospese i lavori collettivi nel 1956 per riattivarli nel 1976 nelle sedi appropriate alle riunioni dei numerosi iscritti alla Schola provenienti da tutt’Italia.
    Nel 1985, nelle sedute del 20-22 e 24 Aprile del Rito di Kons Terapeutico (affidato nel 1950 al De Cristo dalla Delegazione Generale di Lombardi in sostituzione della “cassetta”) si realizzò nella sede dell’Accademia Pitagora, unica sede autorizzata e legittima della Fr+Tm+ di Miriam, la “Manifestazione delle Forze e Virtù terapeutiche” che determinò il coronamento del Mandato del Maestro Harahel.
    Morto De Cristo, le riunioni proseguirono inizialmente sotto la responsabilità della Sorella da Egli designata, che la costituì in Associazione Culturale uniformandola alle leggi dello Stato, ma furono sospese le iscrizioni alla Schola fino al ristabilirsi del contatto con la Delegazione Generale di P.V. Rosar e le disposizioni relative alla Procura a Iah-Hel (Anna Maria Piscitelli). La Pitagora tornò così ad essere l’unica Accademia miriamica storica e ortodossamente convalidata a norma della Pragmatica Fondamentale, a rappresentare la S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam (fino alla riattivazione delle altre Accademie).
    Nel 1995 ne furono sospese le attività dalla Delegazione Generale di P.V.Rosar, per essere successivamente riattivate nel 2007.

    N.B. Negli anni di inattività dell’Accademia, tutti gli iscritti regolari alla Fratellanza di Miriam ad essa referenti, sono passati alle dirette dipendenze della Direzione Centrale che, promulgando sotto la sua esclusiva guida, a norma della Pragmatica Fondamentale, una graduale apertura della Schola ad iniziative di carattere pubblico, ne ha incentivato il dialogo con l’esterno con la conseguente verifica dell’applicabilità dei principi ermetici assimilati dalla compagine miriamica alla realtà e ai tempi odierni.

    Programmi di studio e di ricerca

    Sin dagli anni ‘50 nell’Accademia Pitagora si è espletato il Rito di Kons di prosieguo per la manifestazione delle Forze e Virtù Terapeutiche (Rito singolo e collettivo terapeutico e valorizzatore delle terapie mediche seguite dagli ammalati ricorrenti alla Fratellanza di Miriam).
    Nel 1988 la Del+Gen+, attraverso il Suo Procuratore Iah-hel, promosse l’iniziativa di un Bollettino Interno (fuori commercio) e trimestrale, la cui redazione venne affidata ai responsabili della Pitagora. Il Bollettino, durato fino al 1992, svolse il suo ruolo di collegamento e di coordinamento fra i circa 300 iscritti alla Fratellanza e dipendenti dalla Pitagora sparsi in tutt’Italia. In esso, infatti, erano esposti i programmi di massima svolti in Accademia, relativamente alle letture, esperimenti, argomenti di terapeutica magica, primi elementi di medicina omeopatica, psicosomatica e medicine altre; erano date istruzioni di carattere generale, risposte a quesiti di utilità per tutti e diramate circolari e scritti inediti del Maestro Kremmerz; conteneva inoltre elaborati dei Fratelli su argomenti di interesse ermetico, segnalazioni e sperimentazioni sulle “Lunazioni”.
    Nel Maggio dello stesso anno, considerata la sempre maggiore affluenza di Fratelli nella sede della Pitagora, si ritenne opportuno regolamentare più dettagliatamente la vita accademiale distribuita in tre riunioni settimanali, della quale una dedicata all’espletamento del Rito Terapeutico di Kons.
    Nel 1989 fu istituita alla Pitagora una Biblioteca circolante, resa possibile dalla donazione di diversi testi da parte di alcuni Fratelli, e nel 1990, a norma degli art. 17 e 20 della P+F+, un Dispensario-Consultorio Medico gratuito affidato ai FFrr+ medici regolarmente esercenti e destinato ai Fratelli iscritti e a quanti, vicini ad essi, si rivolgevano alla Fratellanza per un aiuto terapeutico.
    Dal 2007 si sono svolti con frequenza settimanale i lavori accademiali orientati dalle “Dispense”, istruzioni fondate sugli in-put elargiti dalla Delegazione Generale e trasmessi per il tramite del Circolo Interno della Fratellanza, stampate fuori commercio e riservate ai soli FFrr+ regolarmente iscritti. Gli importanti temi delle “Dispense”, che hanno contribuito con grande efficacia alla maturazione di FFrr+ e SSrr+ , sono stati: Le trasformazioni, i cambiamenti di stato e la rigenerazione in Natura e nell’essere umano; Unità di terapeutica ermetica ed evoluzione; L’autoguarigione e la purificazione o desovrastrutturazione dell’essere; La Gerarchia Naturale nella struttura ortodossa della Fratellanza di Miriam; La Catena Iniziatica Ortodossa; I Maestri terapeuti di Miriam; Differenza tra Schola ortodossa e ortodossia degli iscritti; Lo stato di attività del miriamico; Il concetto ortodosso di protezione; La prevenzione nella terapeutica ermetica; Il pragmatismo italico contro ogni misticismo; Ermetismo ed Ermes; Differenze e/o analogie tra il noviziato ermetico e il noviziato della Schola; La neutralità attiva nella finalità terapeutica: il tramite; Rapporti ortodossi fra miriamici e loro riverbero nel mondo esterno; Il magnetismo come stato di tensione fermentativa verso il Centro; La croce essenica; Il do ut des; Teoria e pratica di visualizzazione; L’immaginazione nel dinamismo evolutivo dal Circolo esterno al Circolo interno.
    Dopo aver affrontato i su elencati temi ricchi di valore ermetico e tradizionale, che hanno tracciato le coordinate di cosa sia l’Ortodossia miriamica, si è passati, sempre attraverso le “Dispense”, al Metodo Ermetico della Schola, metodo scientifico, soggettivo ed oggettivo, con il quale affrontare lo studio dell’ermetismo, la pratica dei riti ed ogni circostanza della vita, affinché le idee proprie alla filosofia ermetica non restino mere teorie, ma siano trasferite nella pratica della propria esperienza. Per meglio focalizzarlo si sono studiati i suoi punti focali: parola, silenzio, linguaggio, purificazione sessuale, alimentare, igienica, dei sensi e della comunicazione, della gestualità, i ritmi, gli orari e i profumi rituali ed infine l’importante tema dell’adattamento e dell’attualizzazione dello stesso metodo ermetico. Infine sono state date le Istruzioni orali sulle pratiche tradizionali della Schola, quelle istruzioni, cioè, che fanno parte della tradizione orale e che accompagnano ogni aspetto rituale della Schola di Giuliano Kremmerz, allo scopo di aiutare gli iscritti a prendere coscienza della scientificità dei rituali ermetici singoli e collettivi.
    Contemporaneamente i Fratelli Medici della Pitagora hanno dato il loro contributo, analizzando i rimedi lunari tratti dalle “Lunazioni” del mese, scientificamente e dal punto di vista della medicina ufficiale e delle medicine altre (cromoterapia, omeopatia, gemmoterapia, ecc.)

    Indirizzo e programma speciale di studi
    Ad ogni accademia storica miriamica è stato assegnato dalla Delegazione Generale un indirizzo e un programma di studi speciali, ispirato al suo specifico appellativo. All’Accademia Pitagora, così chiamata dal Kremmerz, perché il pitagorismo italico fu il seme di ogni templarismo posteriore, è stato affidato il tema del Pitagorismo.
    Pitagora – come scrive il Maestro Kremmerz – era un greco divenuto italico in Magna Grecia per trasformazione del suo spirito ellenico, e tutta la filosofia ermetica, magica e cabalistica, si riduce alla sua numerica. La formulazione del concetto di Megàle Hellàs (Magna Grecia), anche se non tutti gli studiosi concordano, è proprio dovuta all’espansione della Scuola di Pitagora, che si diffuse come un incendio nell’Italia meridionale, e che seppe influenzare anche la normalizzazione dei sistemi politici delle città italiote, abitate da emigranti greci, chiamati dagli Elleni della madre patria Italioti, e ben inseriti nelle popolazioni locali. D’altra parte l’espatrio degli Achei verso l’Italia non ebbe carattere d’invasione o di civilizzazione, ma fu la fortunata ripresa di più remoti rapporti tra le genti di dirimpettaie sponde, rinnovanti gli antichi viaggi dei Micenei nel mare italico e che apportò un generale e crescente risveglio in tutti i campi. Si può pensare alla Magna Grecia e alla sua Scuola Pitagorica come alla sede privilegiata di una civiltà che precorse i tempi, ove rifioriva lo spirito antico delle scuole iniziatiche nel terreno propizio. L’età arcaica fu per il Mediterraneo l’epoca della mescolanza delle etnie, della circolazione individuale e di gruppi, delle dinamiche intellettuali, della ricerca scientifica, della floridità economica e delle tecniche. La penisola italica, al centro del Mediterraneo, godeva di una posizione incomparabile e nei secoli dall’VIII al V a.C., quando appunto fiorì la civiltà e la cultura della Magna Grecia, divenne il centro di ogni sapere che richiamava uomini da ogni dove. Intenso era infatti all’epoca lo scambio commerciale e culturale tra l’Italia e le isole e la terraferma greca, Malta, l’Egitto, la Libia, Cartagine e l’Iberia.

    Il programma cui l’Accademia Pitagora è chiamata è dunque recuperare la fonte originaria del pensiero pitagorico, unito in intima fusione con la scienza, che Kremmerz assimilò nella sua Schola Italica : “Scuola italica che ricorda le astrazioni integrali di Pitagora coi valori dei numeri, astrazione di valori indipendenti da ogni forma mistica”, e che ripetutamente richiama ai suoi discepoli: “Il buon senso italico, il buon senso della schietta filosofia della pratica Magna Grecia, maritata a quell’occulto giudizio di inflessibile temperanza che fu dell’Etruria e di Roma. Io credo alla resurrezione della potenzialità del pensiero pitagorico – la Pizia, il Pitone, la Spira elicoidale che prende nascenza nell’astrale dell’Italia vetusta e assurge all’imperio della coscienza universa e credo a questa missione pitagorica italica come il segno di un rinascimento filosofico, scientifico e artistico, impossibile nelle mani che ancora stringono la ferula scolastica del medio evo”. Ecco perché il destino dell’Italia antica e il pitagorismo sono indissolubili e quando si crea una coscienza italica essa è pitagorica.

    Le ricerche dell’Accademia Pitagora sono partite, prima di iniziare lo studio vero e proprio del pitagorismo, dall’analisi delle più antiche tradizioni iniziatiche e religiose del bacino del Mediterraneo (egiziana, caldea, italica, etrusca, greco-cretese), rintracciandone i punti di contatto e le tematiche comuni e tenendo ben presenti due concetti basilari: 1°: L’Unità-androgina da cui tutto ha avuto origine, esaminata attraverso i miti cosmogonici e le divinità legate ai culti agrari. 2°: L’Unità materia-energia che si manifesta nel reale come forza, esaminata attraverso i simboli, i riti e la terapeutica magica.
    I miti e i simboli hanno una valenza straordinaria nel cogliere i rapporti tra il divino e l’umano, tra micro e macrocosmo. E’ chiaro però che ci vuole una chiave di lettura per leggerli e ben interpretarli: il lavoro accademiale ha condotto a considerarli come le varie fasi di un processo di rigenerazione alchemica e di conoscenza.
    E’ venuta alla luce primariamente una differenza sostanziale tra le religioni strutturate e consolidate da secoli di tradizione (come l’egizia o l’assiro-babilonese) e quelle più naturali ed arcaiche, quali la cretese e le italiche, delle quali peraltro si conosce ben poco se non attraverso i reperti archeologici.
    Quindi i Fratelli, divisi in gruppi di studio, hanno lavorato il primo gruppo su: Religione egizia, ebraica e caldeo-babilonese, il secondo su: Religione cretese e italica arcaica.
    Il mistero della creazione è stato visto e raffigurato diversamente nelle varie tradizioni, ma tutte riportano che prima che iniziasse il tempo, prima di qualunque contrapposizione e complementarietà, vi era un’unica Potenza: il Caos indefinibile, al di fuori di ogni nozione di spazio e di tempo. Il passaggio dall’invisibile al visibile sarà realizzato dalla Potenza Unica che, polarizzandosi, produrrà i molti.

    N.B. L’Accademia Pitagora continua a svolgere a tutt’oggi con le sue molteplici attività il suo ruolo ortodosso di Accademia Miriamica della S.P.H.C.I.

    • Questo topic è stato modificato 6 anni, 9 mesi fa da admin Kremmerz.
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    admin Kremmerz
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    La legittimazione del potere regale maschile ebbe sempre bisogno del potere salvifico e provvidenziale di una Grande Madre. Ne sottolinea l’evidenza storica la numismatica Maria Caccamo Caltabiano che, in virtù dei suoi studi sulle monete antiche, intervenuta nel 1999 ad Agrigento nel congresso dedicato ai due Dionisi, menzionava non solo Dioniso di Siracusa, avallato dalla dea Syra che diede il nome alla città, ma anche la Venus Genitrix, progenitrice della gens Iulia e – a dire della studiosa – artefice del potere di Augusto.
    La Caltabiano faceva esplicito riferimento a Pitagora evidenziando che la rappresentazione di un tempo ciclico che include l’idea della corruzione delle cose, ma anche della loro periodica rigenerazione, venne introdotta nel bacino mediterraneo in seguito alla fondazione della scuola del filosofo di Samo.
    Sole invitto, e che rinasce dal seno della Terra, è riferimento comune nella Scuola di Kremmerz che riferiva di come il pensiero pitagorico, “si diffuse come un incendio nell’Italia meridionale, e seppe influenzare anche la normalizzazione dei sistemi politici delle città italiote, abitate da emigranti greci, chiamati dagli Elleni della madre patria Italioti, e ben inseriti nelle popolazioni locali”.
    Di fatto, e ovviamente, la palingenesi che ne indica la ciclica epifania in seno all’Italia vetusta impronta tutte le Accademie della Schola, e riecheggiava anche nella rappresentazione organizzata dalla S.P.H.C.I. nell’estate 2012 allorché tre Sibille, e non tre Magi, ripercorrendo la storia, evidenziavano come gli imperatori tutti tenessero a dirsi legati a quel femminino che dava loro l’imprimatur…
    Original author: sal

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