E’ proprio la meta il primo fattore da comprendere, per quanto sia possibile comprenderlo, perché, se esiste una meta, esiste sicuramente una via per tentare di raggiungerla. Vero è che, come dice il proverbio, “tutte le vie portano a Roma”, ma, sulla via della Città Eterna, ci si può incamminare imboccando l’autostrada, la cui circolazione di natura prettamente “omogenea”, presenta potenzialmente meno pericoli e meno distrazioni rispetto a strade urbane, interne, a volte sterrate oppure in cattivo stato di manutenzione, che obbligano ad intraprendere percorsi più lunghi, arzigogolati, comunque più pericolosi vista la natura più “eterogenea” di tali percorsi, quindi nel complesso maggiormente o decisamente dispersivi, a meno che, ad un certo punto, non ci si accorga che è bene utilizzare la prima diramazione disponibile per immettersi nell’autostrada sopra menzionata. Questo breve preambolo, mi è utile per agganciarmi al Capitolo del Libro che tratta del Grande Ordine Egiziano: per quanto ne ho compreso, un Organismo Iniziatico Strutturato, mi viene da definirlo “Universalmente Condiviso”, quale Eterna Garanzia di accesso alla Conoscenza quale Via Evolutiva, a custodia e tutela del Patrimonio Iniziatico attraverso le Ere, permettendo in questo modo la Perfezione (partendo però da un meccanismo di perfettibilità) delle Virtù Umane, proprio per mezzo della Scienza Pontificale Egizia, per sparire solamente se un giorno infelice, all’Uomo dovesse piacere “di ignorare d’onde viene e dove va”. Da qui, si comprende senza ombra di dubbio, l’importanza fondamentale e strutturale della Pragmatica, della protezione e contemporaneamente del controllo rigido dell’Ordine anzicitato a suggello e garanzia dell’intero impianto iniziatico, al punto di concepire la Schola come emanazione dell’Ordine stesso, e contestualmente quale idoneo contenitore adatto a recepire per esteso il travaso della Tradizione Ermetica.
Un caro saluto a tutti.