Ammetto che, quando mi è accaduto di constatare l’enorme mole di storpiature costruite sul nulla – storpiature che hanno dato origine a tanta letteratura strapazzata e conseguenti falegnamerie mentali – sono rimasta a bocca aperta per l’incredulità. Eppure è accaduto che decine e centinaia di generazioni di umanità-uomo abbiano deciso cosa sente una donna, cosa pensa una donna, cosa può fare dire essere diventare e tramandare una donna fino a che larghissima parte dell’umanità muliebre, ormai completamente plagiata, si è adeguata a cotanto ‘dio’, storpiandosi per corrispondere a modelli storpiati. E l’outlet è divenuto marchio millenario.
Non fatico a credere che la tradizione misterica femminile, mai codificata, sia stata il nemico più grande per un disegno tanto innaturale: non si può pensare infatti che una Donna illuminata, restituita a sé stessa e alla sua matrice profonda, continuasse – allora come oggi – a cullarsi fra le sbarre di una gabbia assurda.
Jambe ride… ride… ride… E nella risata della vecchia Baubo rifiorisce la risata di Demetra e con la Natura tutta… La stessa risata segna la fine della rigida protervia di una tradizione: fallica ma non virile, pomposa ma non potente.
Con buona pace di Martino e della sua cappa.