Le precisazioni del fratello medico della Vergiliana sono davvero graditissime ed utili perché hanno chiarito alcuni aspetti che non mi erano prima chiari. Primo fra tutti il problema dell’eliminazione delle parti deteriorate nel processo dell’autofagia. Particolare di fondamentale importanza. Se “gli elementi da eliminare vengono degradati nei loro costituenti di base”, e poi riutilizzati dalla cellula in questo stato non nocivo, per costituire nuove strutture o quale fonte di energia, capisco sul piano dell’analogia molto meglio il processo di purificazione di cui tanto si parla nel percorso evolutivo. Infatti ci si poteva chiedere dove va a finire quel “tot” di nostre impurità-squilibri (in senso lato) che attraverso riti, azioni, intenzioni, ecc. si cerca di sublimare? Ora è più chiaro: come nella cellula, le impurità sono digerite e ridotte in uno stato neutro, poi riutilizzate come energia finalizzata al compimento dell’iter evolutivo. Le risorse dell’organismo umano sono una fonte di meraviglia. Vedo con più concretezza e tangibilità il fatto che i Maestri della Schola richiamino sempre la nostra attenzione sui poteri integrali dell’organismo umano e della materia.