Tutti sanno che il giorno più breve – da alba a tramonto – corrisponde al solstizio invernale (momento in cui il sole è più vicino alla terra considerata da uno dei due emisferi). Meno noto è che il tramonto più precoce coincide invece con il periodo dove la tradizione popolare festeggia l’Immacolata Concezione e Santa Lucia. È facile verificare ad esempio come a Roma il Sole tramonti intorno alle 17,10 del pomeriggio per una durata di circa 10 giorni (gli antichi Saturnali) per poi ricominciare a tramontare di minuto in minuto più tardi.
Per significare questo momento astronomico, la tradizione religiosa porta in processione bastoncini di lauro e candele (vedasi “Calendario” di Alfredo Cattabiani, una vera manna di informazioni in proposito) Il fuoco si conserva mediante le candele che simbolicamente rivestono la funzione di accumulatore come i rami di lauro che già cingevano il capo del dio Apollo. Analogicamente si tramanda la figura di Maria che accoglie nel proprio seno il Verbo dello Spirito Santo e nutre quella Luce fino a che nella mitica grotta diventa carne.
Dalla Luce alla Materia.
Le fiabe italiane di Italo Calvino riportavano un racconto secondo cui c’è un luogo – custodito dalla Morte -ove ogni candela accesa è una vita, programmata per durare il tempo del proprio stoppino e incessantemente consumata dal fuoco nel vento.
Nell’usanza religiosa la candela è la nutrice che accompagna un desiderio, un auspicio, un’Idea.
Così, nel simbolo della cera entro cui prende le mosse la Luce, Maria (o Miriam, Myriam per il Maestro Kremmmerz “tipo della più benefica divinità, pulcrissima Diana, incantevole Iside miracolosa, stato speciale di purificazione dello spirito umano sorgente di tutti i più meravigliosi portenti”) è la porta entro cui si perpetua la ciclicità della rinascita del Sole fatto uomo.
(vedasi in questo sito https://www.kremmerz.it/new/la-concezione-immacolata-commentata-da-giuliano-kremmerz-2/ )
Original author: sal