Come per gli anni passati condivido alcuni flash su news archeologiche discusse alla XXII edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum dal 14 al 17 novembre, sperando possano essere di qualche utilità.
– La Terra ha cambiato la sua geomorfologia molte volte. Ad esempio il territorio della provincia di Ferrara, area dell’antico delta del Po, non è stata sempre allagata con esclusivo popolamento nei siti alti. Con droni e altri strumenti (tradizione orale: il dialogo con gli anziani della zona) si son potuti scoprire diverse emergenze archeologiche, tra cui 2 siti del bronzo ed altri d’età romana, diffusi nelle cosiddette aree alluvionali.
– Tra il Bronzo e l’età del Ferro vi era un rotta marina commerciale, la via Atlantica dello Stagno che partiva da Sidone fino alle coste della Cornovaglia. L’altra rotta commerciale, meno arcaica, era la via delle Isole che partiva da Tiro e, passando per Cipro, Creta, Pantelleria, Canale di Sicilia, arrivava in Sardegna fino alla Provenza e Marsiglia. Oppure costeggiava i ricchi empori etruschi.
La presenza di tempietti costieri (con bacini lustrali per la purificazione) indicava sempre la presenza di porti. E dall’alto dei promontori i templi facilitavano la navigazione. Ad esempio nella zona di Allumiere nell’alto Lazio il santuario-faro ellenistico a Diana.
– In una località poco più importante di un borgo, Scampitella (AV) a confine con la provincia di Foggia, si è trovata un’area con buchi di pali per capanne dell’8° secolo e su questa una fattoria sannita del 4° secolo a.C.Nella necropoli di questa piccola comunità tra Irpinia e Puglia sono emerse tombe aristocratiche indigene del 6° sec. a.C. con armille a spirale, copricapi per tenere i veli e l’ambra rossa del Baltico, intagliata nel Piceno (trovata anche in area caudina) che testimonia la ricchezza degli scambi fra Centro Italia, Irpinia e coste adriatiche.
– Ipotesi in Cilento di un ulteriore insediamento megalitico eneolitico, oltre quello di Monte Stella, presso Torraca (SA), con analoghi monoliti sagomati secondo canoni prestabiliti. (cultura atlantidea?)
– L’uso della necropoli di Peschiera (Tuscania) va retrodatato all’VIII sec. a.C.
– A Cerami (Enna) accertato un campo di menhir .
– Sito anatolico di Gobeklitepe, Neolitico o fine Mesolitico (9500 a.C.). Era un luogo sacro di pellegrinaggio di tale importanza da determinare la nascita di una città vicina. Le prime strutture religiose erano rotonde, solo poi divennero rettangolari.Usanza rituale di seppellire le strutture sacre abbandonate, sotto una coltre di massi. Vi erano numerosissimi pilastri a T, o totem, con incisioni per lo più zoomorfi. Fra gli animali il più antico è il serpente, fra gli uccelli il più rappresentato la gru. Alcuni animali hanno funzione protettiva. Cultura totemica/sciamanica che narrava i suoi miti sulle stele. Le persone erano unite da un back-grund comune spirituale.
– Infine la melagrana che, oltre simbolo di Paestum (Demetra, tombe lucane e Madonna del Granato) è coltivata a tutto tondo. Oltre a simboleggiare la fecondità indica la grazia: è un frutto che si dona gratis. Si apre da solo quando maturo e lascia cadere i suoi semi sul terreno. I contadini infatti usavano piantare un melograno vicino al pollaio in modo che le galline potessero beccare i chicchi caduti per terra. Poi con le uova ci si nutriva dei suoi principi. Molti naturalisti e medici romani sostenevano che la melagrana più che da mangiare era da assumere per i suoi principi terapeutici.
Ora vi saluto fraternamente