Rispondi a: Il Silenzio

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garrulo1
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Una breve considerazione sul post di BELL: verissimo, noi siamo la risultante di tutte le innumerevoli interazioni con l’ambiente in cui si svolgono i nostri atti della quotidianità, in prima battuta di ciò che ascoltiamo nella realtà ordinaria. In parallelo di ciò che osserviamo a mezzo della vista, e poi di qualsivoglia sostanza di cui ci nutriamo sia mediante l’olfatto che in termini strettamente alimentari, e di cosa tocchiamo con in ballo il senso tattile. L’organizzazione del pensiero, è la sommatoria di tutte le variabili in gioco, alla quale va aggiunta la struttura di personalità acquisita nelle fasi educative in relazione alle esperienze vissute sul campo, ed, atavicamente parlando, forse molto altro ancora. Ma, premesso tutto quanto citato, ciò che conta, è l’anelare sempre una maggiore consapevolezza dei pensieri che vengono continuamente prodotti dalla mente, di modo che, quando è il caso, il silenzio venga adeguatamente coltivato, magari così, di straforo, si può ascoltare qualche fugace lampo del nume interiore, e di conseguenza la parola, che altro non è che materializzazione dell’idea, deve mirare ad essere una volta di più appropriata alle situazioni esterne, ed infine, le azioni che ne conseguono, una volta di più etiche e soprattutto controllate dalla coscienza in relazione agli effetti che vengono prodotti. Sono proprio le parole calibrate e prospettiche dei Maestri, che fanno da input o meglio ancora da vera e propria leva per mirare progressivamente in tale direzione di marcia.
Una buona serata a tutti.

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