Originariamente postato da segezia810
Il 16 Settembre 2012 alle ore 01:26
Questa sera, dopo la solita routine della cena e del telegiornale seguito dagli altrettanto soliti apprezzamenti sulla nostra società, ho ripreso in mano, dopo tempo, “I Dialoghi sull’Ermetismo” del Maestro Kremmerz. Ebbene, con stupore e, al contempo, con una punta di sgomento, dal Primo di questi ho ritrovato le parole: “Non emettete giudizi su quello che attualmente é la società umana e su quanto essa prende in considerazione. Voi non potete pronunziare una sentenza sugli errori e la virtù dei tempi: gli avvenimenti storici, come i metodi e la moda della vita, si giudicano serenamente dopo che son passati, e il giudice é neutro nei suoi apprezzamenti…”.
Ammetto di essere rimasta sbigottita per svariate ragioni. In primis, quel modo particolare di porgersi caratteristico degli esseri più evoluti (ciò che riscontro spesso anche nel Maestro Jah-hel): un sereno distacco, lo sguardo tranquillo, nessun giudizio sullo scorrere delle vicende umane.
Poi, la verità inconfutabile che il disegno dei fatti emerge solo quando il filo ha compiuto il proprio andirivieni sulla tela dei decenni, tanto che è consueto esaminare i periodi storici non prima che sia passato un secolo (e i libri di storia? Non insegnano forse a guardare le cose vecchie di almeno cent’anni?).
Constato quindi che è proprio così: sugli avvenimenti contemporanei, o pure recenti, sembra valere un tabù intriso di pudore, esitazione, vergogna e imbarazzo, forse perché l’eco dei fatti, quando non è ancora spenta, non consente alla vista la limpidezza necessaria per capire.
“Se siete ammalati digiunate… rivolgete lo stesso regime alle passioni e ai desideri…” – così diceva Giuliano Kremmerz e così pare valere anche per la memoria.
In fondo il tempo è un turbamento che avvolge l’essenza delle cose. La rena può divenire diamante, la terra fiore, la crisalide farfalla e a un occhio non illuminato l’impressione può restituire la sola rena, la semplice terra, l’infimo bruco.
Proprio vero! La grandezza di uno sguardo emerge da come si posa sulle cose piccole…