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Originariamente postato da catulla2008
Il 23 Settembre 2012 alle ore 02:06

Nell’antica Grecia, tra settembre e ottobre, si contava il 16° giorno di Boedromione, mese successivo all’equinozio di autunno, e all’alba i mystai si immergevano nel punto in cui il ruscello giunge al mare. Lì ciascuno, donna o uomo, ricco o povero, vecchio o giovane, nero o bianco lavava il proprio porcellino e poi sé stesso; a differenza dei Piccoli Misteri, compiuti in Primavera, l’acqua della purificazione cambiava quindi da dolce in salata. Il giorno successivo il porcellino veniva sacrificato a Demetra e Persefone e le carni date in pasto alla gente che implorava Asclepio o Dioniso, mentre gli aspiranti iniziati restavano in raccoglimento e le sacerdotesse iniziatrici preparavano i kykeion. All’alba del ventesimo giorno, dopo cinque giorni di digiuno e senza toccare vino, ogni miste indossava abiti neri puliti e recava offerte di farina e incenso seguendo in processione la statua del dio Iacco il cui nome significa “grido di gioia”. Lo Ierofante indossava abiti purpurei e guidava il corteo attraverso una Doppia Porta in direzione della Strada Sacra di Eleusi: le fiaccole erano spente e la Somma Sacerdotessa recava sul capo gli oggetti sacri della Dea Demetra. Traversato l’angusto ponte sul ruscello in cui ci si era immersi, alcuni celebranti facenti le funzioni simboliche del re Croto legavano al piede sinistro e alla mano destra dei mystai un filo di lana gialla. Ad un ponte successivo una donna mascherata e dai variopinti indumenti imbottiti simulava Iambe e raccontava la storia di un uomo di nome Androcle che voleva far macellare un ariete nero ma, distratto dall’animale che gli indicava un sassolino, ne era stato incornato dal corno destro là dove l’aria ingoiata sarebbe dovuta uscire. Alla storia ne seguivano altre sempre concluse dal monito di metterle dove il contadino aveva l’ariete e tutto ciò finché la donna non mostrava le anziane parti intime nude contagiando con la propria ilarità. A tale scoppio di risa seguiva la bevanda del kykeion e la separazione delle offerte. Dopo una notte di veglia e danze si arrivava al sacro pozzo e quindi al sacro recinto oltre il quale non era ammesso chi non era iniziando. Lì si oltrepassavano il tempio di Ade con la grotta da cui una figura nera afferrava una danzatrice portandola con sé mentre gli iniziandi, aspersi dell’acqua del sacro pozzo, entravano nel Telesterion per i riti finali… (notizie storiche dalla canadese Margaret Doody, docente di letteratura antica e comparata e famosa per le sue impeccabili ricostruzioni storiche).
Virgilio, raccontando della visita agli inferi di Enea, là dove grazie alla Sibilla incontra il padre Anchise, viene istruito sul fatto che gli uomini sono semi nati dai raggi del sole perché “un’anima diffusa per tutte le parti del mondo muove la massa terrestre e si mescola al grande corpo”.
Come semi gli uomini “hanno origine celeste e energia ignea” che viene rallentata dal “carcere corporeo”…
Oggi è equinozio d’autunno, ciò che annuncia il ritorno dei Semi alla Terra. E, forse, nasconde nel mito il ritorno alla vita umana da parte di chi, come disse Anchise, ha sofferto i suoi Mani, cancellato la macchia contratta e ripassato il Lete. O di chi, vivente e miste, lungo la via sacra compie da vivo ciò che si compie da morti, sacrificando a Demetra e alla rinata Persefone, il proprio maiale, l’ebbrezza della vita e, per certi aspetti, la Letizia in favore degli Elisi.
E’ una fortuna trovare ancora, nel 2012, la tradizione millenaria che ortodossamente conduce… alla moderna Eleusi. Grazie alla S.P.H.C.I. e ai suoi Maestri!

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