Leggevo, o meglio rileggevo, nell’Area Riservata del sito l’articolo a suo tempo pubblicato in “La Via della Rosa” dal Maestro M.A. Iah-Hel, intitolato “La generosa e solare missione di un italico Maestro di ermetismo”. Fra i tantissimi punti, tutti degni della massima attenzione, uno in particolare mi ha agganciato con forza, forse per la contemporanea intrinseca convibrazione di una parte del mio essere con l’argomento ivi trattato, argomento che voglio sottoporre alla riflessione dei frequentatori del sito. Il passo è il seguente:
“…tutto quanto in tal senso proviene dalla tradizione miriamica, […] essendo finalizzato esclusivamente agli scopi fin qui ampiamente espressi, anche se arbitrariamente utilizzato da chicchessia, non produce alcun effetto inaspettato, e tanto meno negativo, e qualunque ipotetica manifestazione sensibile ne fosse riscontrata dall’eventuale autonomo operatore va attribuita esclusivamente a fattori di autosuggestione o agli effetti del magnetismo animale e personale proprio a ogni forma vivente. Anzi, dirò di più: ciò che proviene dalla nostra tradizione autenticamente kremmerziana è garantito nella finalità terapeutica di bene, fino al punto da riuscire incompatibilmente praticabile anche da eventuali regolari numeri o anelli della Catena che volessero utilizzarlo per altri scopi o mire, più o meno confessabili; e ne è riprova la folta schiera di ex iscritti di ogni grado erranti alla ricerca di quanto più confacente alle loro umane aspettative.”