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Originariamente postato da catulla2008
Il 26 Maggio 2012 alle ore 12:34

In questo sito, cercando sotto KREMMERZ ne “LA PAROLA DEL MAESTRO”, al 3 marzo 2011,
“Il simbolismo del Sole e la filosofia del fuoco”, si trova una vera e propria miniera di idee, esperienze, tradizioni attinenti la sorgente solare. Dice infatti Kremmerz: “…il Sole dei cieli è l’obiettivo apparente, il sole dell’individuo nostro occulto è il vero Dio” e specifica che la materia radiante e pensante dell’individuo integrato è il Sole cui tende l’iniziazione. E, sempre nello stesso, si legge che “l’ostia che si consacra ha rapporto per la forma al Sole e per la sostanza alla Cerere antica”.
La forma circolare è quella del ciclo vitale, da sempre in relazione con l’evaporazione, come ci ricorda il Maestro. E se la materia radiante diventa materia pensante è perché ciascuno di noi ha in sé un’attività solare-vitale che nel cervello si condensa come pensiero. Da qui l’osservazione, lo studio e la sperimentazione dei e sui fattori che condizionano il pensiero: la nutrizione, l’ambiente, le informazioni variamente acquisite – fra l’altro con la lettura e la ricerca – e la memoria del corpo. Nella Schola, come rileva Sannitica, c’è un tesoro di regole che si riferiscono alla coltivazione e che rispondono all’idea di ‘iniziazione per riti’ statuita dal Fondatore della S.P.H.C.I. La sostanza che si coltiva è analoga a quella trattata da Cerere antica, che regalò agli uomini la scienza della coltivazione del grano e della fabbricazione del pane, traghettando la conoscenza scientifica di come far germinare mediante la forza solare e di come lievitare e consolidare mediante l’energia del fuoco.
Credo che proprio qui stia il nodo cruciale, spesso incompreso, di una tradizione ortodossa. Nella presunta sapienza moderna, infatti, si è formata la convinzione che le informazioni siano di per sé sufficienti a modulare, forgiare, strutturare: e non è così. Tra leggere il manuale di come si coltivano i pomodori e coltivare i pomodori c’è un abisso, specie se non si tratta di pomodori da coltivare ma di ‘materia radiante’. Sperimentare una via davvero ‘magica’ è un po’ come essere incinta: non puoi chiudere la porta e cambiare stanza se sei stufo, non puoi fare finta che il tuo corpo sia quello di prima, non puoi scendere in corsa, non puoi adattare il bambino a te ma devi tu adattarti al Bambino. Certo, a differenza di una gravidanza, puoi congelare il tempo e non proseguire: ma nulla e nessuno cancelleranno dall’intimità dell’io il raggio di Luce che si è liberato, che ti ha reso madre, e che resta latente sotto l’instabile crosta terrestre delle quotidiane abitudini.
Così, Coloro che hanno difeso e traghettato l’arte di Cerere non possono essere paragonabili a dei bibliotecari, allo stesso modo in cui avere in casa un oggetto di Murano non vuol dire essere capaci di soffiare il vetro.
In cammino verso la divinità perduta e alla ricerca del segreto della vita, toccherà comunque convincersi che la transitoria vita umana non è che una scena della rappresentazione e che, per poter afferrare l’Idea della trama, occorrerà in ogni caso armarsi di pazienza. Per questo, incapace di intuire il senso della mia rappresentazione, mi son detta che tanto vale concentrarmi sulla scena che sto vivendo e renderla la migliore possibile: nella certezza che il mio evaporante pensiero, prima o poi, guidato nella pratica quotidiana dall’ortodossia di Chi detiene la scienza della coltivazione, farà (o rifarà?) il mio Mondo.

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