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Originariamente postato da catulla2008
Il 28 Marzo 2012 alle ore 23:08

Marcel Just e il suo collega Tom Mitchell, neurologi presso l’Università di Carnegie Mellon (Pennsylvania – USA) hanno combinato la capacità della risonanza magnetica di esaminare il cervello in azione con la capacità dell’attuale scienza informatica di elaborare immense quantità di dati nell’obiettivo di identificare cosa accade esattamente nel cervello quando le persone pensano. Dunque, in un esperimento si è chiesto a un gruppo di individui di pensare a 10 oggetti (ex. cacciavite) e poi si è registrata e analizzata l’attività cerebrale corrispondente a ciascuno di loro: il computer ha quindi mappato quadridimensionalmente (altezza, larghezza, profondità e intensità) e codificato in un grafo i punti del cervello in cui i neuroni si erano attivati per articolare il pensiero, fornendo la prova che anche cervelli diversi presentano una mappatura mentale sufficientemente simile da consentire l’identificazione dell’oggetto pensato qualora si proceda a una scannerizzazione.

(Nelle ‘Segnalazioni e recensioni’ di questo sito al 4 aprile 2009 veniva riportato “Da: Giuliano Kremmerz – L’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale – Editrice Miriamica, 2002 “I MECCANISMI DELL’ODIO E LO STATO DI NEUTRALITÀ SECONDO GIULIANO KREMMERZ”. Nel bellissimo e interessante articolo si notava, fra l’altro, che “il pensiero è categoria dinamica dell’entità umana”… e si distinguevano tre tipi di pensiero: 1) – Quello dell’uomo così com’è, frutto del suo complesso essenziale storico, dell’educazione, del suo organismo, di sensazioni precedenti riposte nell’inconscio, di idee rievocate 2) – Quello per scambio d’idee, risultato della suggestione recepita attraverso i rapporti interpersonali col mondo esteriore…)

Dallo studio con la tecnica FMRI è già scaturito un uso per scoprire cosa la gente vuole comprare e qual è il modo migliore per venderla. Questa branca della ricerca si chiama ‘neuro-marketing’ . Una delle sue pioniere è la neurologa Gemma Calvert, cofondatrice della ‘Neurosense’ di Londra, che annovera una clientela in continuo aumento: da Mc Donald’s a Procter Gamble, Intel, Mtv, ecc. in un effetto valanga che ha già portato le agenzie di neuro-marketing al numero di 92 in tutto il mondo. Nondimeno non esiste ancora evidenza inconfutabile tra i significati elaborati dal cervello e la loro traduzione in comportamenti.
Berlino, Bernstein center, John-Dylan Haynes è impegnato nell’adoperare lo scanner non solo per identificare gli oggetti cui le persone stanno pensando, ma per leggere le loro intenzioni. Ai pazienti viene chiesto di prendere decisioni semplici come aggiungere o sottrarre due numeri, e, in base all’attività di una piccola area del cervello che controlla le intenzioni si può leggere direttamente quello che i soggetti decidono di fare perché lo schema di attività cerebrale è diverso…. Inoltre Haynes sta lavorando a leggere dal cervello di una persona dove questa è stata esattamente. Utilizzando i videogame, ha messo a punto un sistema che dimostra come l’attività cerebrale di un individuo denota se questi abbia già visto in precedenza un dato ambiente. Certo, è impossibile costringere qualcuno a sottoporsi a una TAC cerebrale, ma ci sono tecnologie in via di sviluppo che potrebbero essere usate segretamente e perfino a distanza. Fra queste, un raggio di luce che verrebbe proiettato sulla fronte e penetrerebbe per un paio di millimetri nella corteccia cerebrale centrale mentre dei recettori capterebbero un riflesso di quella luce: alcuni studi suggeriscono che questo potrebbe essere usato come sistema di individuazione delle bugie…

L’ultima categoria di pensiero individuata dall’articolo dell’Editrice Miriamica è quella – a mio parere – più importante:
3 – Quello elementare o divino, essenza della natura umana, che scaturisce dalle idee e forme d’idee promanate dal Nume o d’Io occulto.

…ma non mi pare che la scienza moderna l’abbia ancora esaminato!!!

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