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Originariamente postato da segezia810
Il 20 Marzo 2012 alle ore 20:04

Riprendo quanto scritto da Volo circa l’amore madre-bambino e lo faccio citando uno di quegli aforismi che i ragazzi amano riportare nei diari, una sorta di slogan partorito dalla mente e dalla penna di Erich Fromm, celebre socio psicologo del secolo scorso: “L’amore immaturo dice TI AMO PERCHE’ HO BISOGNO DI TE, l’amore maturo dice HO BISOGNO DI TE PERCHE’ TI AMO”. E’ evidente che nel secondo assioma l’idea di bisogno è completamente svuotata del suo significato necessitante mentre, piuttosto, indica una sorta di donazione naturale e interattiva. Un po’ come il sole ha “bisogno” della terra nel senso che la vita che ne deriva evidenzia la forza della sua luce.
In realtà, nel quotidiano, credo che su questo amore materno abbiamo ricamato tanto dimenticandoci che le donne sono, appunto, bambine cresciute (spesso non-cresciute) proprio come lo sono gli uomini se non hanno avuto modo di conoscere quel calore meraviglioso che è l’amore nel momento in cui se ne ha più bisogno perché da quell’amore si dipende per crescere.
Il medesimo studioso aggiungeva poi che molte madri danno il latte (cioè il necessario per vivere) ma non sanno dare il miele (cioè la gioia di vivere).
Certo, l’amore di una madre è insostituibile.
Certo, l’amore di una donna innamorata è istintivamente dedizione, cura, sostegno, ma…
Spesso le donne che non sono state amate dalla loro madre per come avrebbero voluto o avuto bisogno, si trovano adulte a fare altrettanto con i loro figli, e succede perché ci si educa all’amore come a qualsiasi altra cosa.
Però è anche vero che qualsiasi donna è STRUTTURATA per essere madre e per produrre in sé e da sé quell’amore capace di alimentare la vita della propria specie. L’amore femminile può, se la donna prende coscienza, arrivare a prescindere da ogni forma precostituita e nutrire con forza incessante il bambino come il progetto.
Spesso si commette l’errore di cercare, noi donne, l’amore non avuto dalla madre nel compagno del momento: azzurro principe socialmente fulgido o maschio di genere lusinghevolmente languido…
Poi, cammin facendo, in un percorso VERAMENTE evolutivo, nella pratica di una tradizione ermetica che spoglia lentamente ma inesorabilmente dalle sovrastrutture più grevi, si riesce a percepire il profumo di un amore finalmente imparziale, immenso, divino e divinizzante. Un amore della Mater che è intelligenza della Materia al suo primo fermento e che, nondimeno, già è sufficiente a far impallidire quell’imitazione umanizzata divenuta icona per le masse affamate di affetto.
A quel punto non importa più se nostra madre ci ha amato, quanto ci ha amato, come ci ha amato… Importa solo che noi, in noi e per la Vita, impariamo ad amare… Educandoci nella pratica e restituendo ai nostri compagni (finalmente!) il diritto di essere gli uomini che sono: senza vuoti da dover colmare, senza modelli da dover soddisfare.
Io sento che l’unico amore assoluto, totale è quello di tale Madre per noi bimbi piccoli: e in una tradizione ortodossa, con la pratica purificatoria che lentamente ci restituisce all’I-dea che ci ha partorito, si può tornare a conoscerlo.
Per non lasciarlo più.

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