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Anonimo
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Originariamente postato da volo
Il 20 Marzo 2012 alle ore 14:27

Riprendo oggi lo scritto di holvi49 del 14 marzo. Mi è occorso del tempo e mi scuso perchè mi dilungo.
Sento vere le parole ‘l’amore materno lo si dà per scontato’, vere perchè ‘lo si da per’. Eppure, basta che guardiamo: scontato non lo è assolutamente.
Una madre può commettere un aborto (=uccidere il proprio bimbo in grembo), può commettere un infanticidio (=uccidere il proprio bambino appena nato o nei suoi primi mesi di vita), può abbandonare il suo bimbo appena nato o di pochi mesi.. e questi sono i casi estremi..
Ma una madre può essere insensibile ai bisogni che sono vitali per il bimbo, anche soltanto perchè non se ne accorge, e questo accade frequentemente..
Che una madre non si ‘accorga’ del proprio bimbo, non mi appare un fatto ‘personale’, cioè delimitato a quella madre. Mi appare una via che ha intrapreso l’insieme della società, un lasciarsi trasportare da ‘altro’. E’ un essere presi da una molteplicità di situazioni, che probabilmente appaiono o interessanti o utili e necessarie o piacevoli.. uno scivolare via in modo inconsapevole.
E proprio perchè è tutta la società a esserne coinvolta, quasi non abbiamo la possibilità di farci caso: diventa un ‘naturale’ scorrere così.
Io sento che l’unico amore assoluto, totale è quello del bimbo piccolo per la madre. Questo è in tutti i bambini, è insito nell’essere. Se li guardiamo, lo vediamo. Il bimbo ama la madre e la ama anche quando ella diventa il suo carnefice. Non può fare altrimenti. Il bimbo nasce nella simbiosi, nel cui interno è l’amore della madre a nutrirlo, l’amore che gli aprirà il cammino.
Ogni volta che la fiamma d’amore materno si affievolisce o si spegne, il bimbo cala un telo nero. Cala un telo nero su quel lato dell’affettività: lo fa per sopravvivere e quel lato non lo vedrà più.
Possiamo anche chiederci quanti teli neri dovettero calare a quel tempo le bimbe che ora sono o si apprestano a essere mamme. E anche quanti teli neri calammo tutti noi. Forse la natura consente una tolleranza e forse pone un limite oltre il quale non è più possibile evolvere.
Qual è la fortuna della donna che divenendo madre può lasciare che il riflesso d’amore del bimbo consenta in lei lo sbocciare del miracolo d’amore? E anche di quella nonna e, come ora ci ha detto il dott. Formica, anche di quel padre? Forse è perchè possa manifestarsi in noi lo sbocciare di questo miracolo d’amore, che il dio rinasce facendosi bambino..

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