Reply To: Preparazione e Prassi terapeutica ortodossa nella Fratellanza di Miriam I parte

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admin Kremmerz
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Scriveva Kremmerz: “Noi insegniamo a non influire neanche sulla volontà dei bambini, onde l’uomo storico che vi si nasconde possa trovare la via più confacente alla propria evoluzione…”.
Ebbene, ha circa una ventina di anni, arriva dagli USA e si chiama apprendimento cooperativo la corrente pedagogica che corrisponde a una nuova concezione dei diritti dei bambini: comporta un cambiamento radicale dello status di insegnante e concepisce l’allievo come un cittadino ‘in costruzione’, capace di assumersi responsabilità, di prendere iniziative e aiutare chi è in difficoltà. Presuppone perciò un funzionamento particolare della scuola e – evidentemente – di quelli ancora chiamati insegnanti ma dallo stato pagati come docenti. L’idea è di porre degli obiettivi e di utilizzare le vecchie ‘materie scolastiche’ per risolverli. Ricordate il vecchio quesito della vasca che perde …che ha fatto impazzire decine di allievi e di generazioni? Ebbene, in luogo di trovarselo come problema per verificare le competenze, la nuova idea di educazione lo pone come obiettivo e adotta le varie formule matematiche come un mezzo per raggiungerlo e riparare la benedetta vasca. In tutto ciò, il cosiddetto ‘docente’ è una sorta di assistente specializzato che interviene per dare indicazioni di calcolo: ad esempio quanto tempo resterà prima di allagare la casa, quanta acqua toccherà pagare, quante persone dovranno esserci a riempire catini per scongiurare il danno e così via. Ma le indicazioni vengono date solo dopo che i bambini si sono scervellati per capire come ottenere la soluzione.
Cioè… nell’ipotesi in cui dei bambini possano essere portati a scervellarsi su una vasca!
Ciò detto è una vera rivoluzione che mina dalla base gli orari scolastici così come sono fatti (la vasca deve essere abbandonata tante e tante volte sul più bello prima di rimediare al guaio) e la struttura della scuola, specialmente secondaria, che ingozza i ragazzi con un panino all’inglese e uno alla storia inframmezzandolo con qualche sandwich di disegno, tecnologia, italiano…
Continuava Kremmerz: “Colgo questa occasione per avvisare coloro che sono troppo zelanti nell’imporre il bene, anche tra gli ascritti nostri, che neanche il bene o quello che si crede bene altrui si deve imporre…”.
Come sempre, la visione magistrale era talmente avanti da risultare intelleggibile a fatica anche a cent’anni di distanza. Per non parlare poi della sua realizzazione…
Ma, alla fine, rendere obbligatoria per tutti l’istruzione sarà stato un bene? Non era meglio renderla solo gratuita?
Original author: catulla

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