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Originariamente postato da sannitica2011
Il 03 Dicembre 2011 alle ore 09:34

In una recente conferenza dal titolo “Cosa resta da scoprire”, il prof. Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, sostiene che nei prossimi 50 anni ci resta appena da scoprire il 96% dell’universo; da approfondire lo studio della Terra per beneficiare, ad esempio, dell’immensa energia termica che sta sotto i nostri piedi, da imparare a stabilire un contatto diretto fra il nostro cervello e il resto del mondo. E tante altre cose, tutto poco prima del nuovo passaggio di Halley 2062. Studiando i sistemi complessi – dice -influenzeremo il clima, stabilizzeremo l’economia e forse salveremo noi stessi sul bel pianeta che ci ospita. Ma, conclude ironicamente, a questo punto ci resterà solo da capire ancora il 95 o 94 % dell’Universo. Mi è piaciuto il suo ottimismo, e la modestia. Le mete sono, mi pare, alcune tra quelle indicate dal Kremmerz cui l’umanità prima o poi dovrà giungere per vivere in equilibrio sulla Terra e integrarsi nelle proprie potenzialità. Attualmente, ad esempio, ciò che si sa della parte interna della Terra (composta da mantello e da nucleo interno ed esterno ove si genera il campo magnetico e fonte del calore naturale della Terra), è frutto solo di ipotesi e manca di verifiche e osservazione diretta. Anche i rapporti fra cervello e ambiente (in senso lato) sono ancora da scoprire nella loro portata concreta. Kremmerz ci dà delle indicazioni sulle sue potenzialità in rete col tutto : “ Il cervello diventa per noi un nucleo dispositivo nei riflessi del magnetismo terrestre, dell’elettricità terrestre e atmosferica, e delle altre forze cosmiche (calore, luce, suono) che direttamente o per rimbalzo riceve … Il capo umano, erectum et audax, scatolo duro di ossa, è lo scrigno prezioso che racchiude tanto tesoro. Vi si arriva per mezzo dei sensi, e si perfeziona con la delicatezza comunicativa dell’ultrasensibile.”. Certo è cosa straordinariamente incredibile essere uomini e donne e non saper né poter “funzionare appieno”, conoscere tanto poco di se stessi, del pianeta che ci dà la vita e dei suoi rapporti con l’universo. I più sinceri fra gli scienziati lo ammettono. Quanto è preziosa la ortodossa via iniziatica, oggi e in ogni tempo, unica scientifica che dà la chiave per penetrare nel mistero eterno dell’essere. Non v’è che da ringraziare di non essere abbandonati e di poter sperimentare la via ermetica.

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