Originariamente postato da garrulo1
Il 12 Novembre 2011 alle ore 20:06
Concordo in toto con sannitica. Innanzitutto credo che l’informazione che viaggia nei vari circuiti mediatici sia sostanzialmente soggetta a controllo, nel senso che deve corrispondere agli obiettivi di una precisa forma di ingegneria del consenso, e pertanto deve “scientificamente” corrispondere alle aspettative e quindi agli appetiti dei destinatari. Oltretutto, in un periodo storico così proiettato al consumismo ed all’apoteosi del narcisismo (leggasi “vanagloria”), è una ghiotta occasione quella di creare sempre nuovi stimoli in tale direzione, a discapito dell’analisi del vero fine a se stesso e dell’abbattimento della necessità sociale di apparire, obnubilando parimenti la ricerca dell’essere individuale per quello che realmente è.
Chiaro, tale ultima via, costa un lavorio di sostanza diversa rispetto ad un adeguamento di natura passiva dinanzi alle modalità socioculturali tipiche del tempo.
Nei suoi scritti, il Maestro Kremmerz ammonisce che “se non la rompi con la corrente profana, non puoi bussare alla porta dell’invisibile”, che nulla ha a che vedere con il concetto dell’invisibile mediaticamente inteso.
Un saluto a tutti