Sullo zolfo, Giuseppe Sermonti scrisse alcune metafore alchemiche (vedi rivista Abstracta n° 35 del marzo 1989). Egli ravvisò in Cenerentola l’immagine dello zolfo che passa dal fuoco, ardente nell’oscurità del camino, alla danza in vesti d’oro e d’argento, in cui la fanciulla muovendosi in cristalli (le scarpette) è insieme al Principe (principio?).
Certo, fu Perrault a dare veste di fiaba a queste caratteristiche ‘alchemiche’, ma il biologo pisano, anche docente di genetica all’Università di Perugia, nel suo intrigante articolo associa Cenerentola a Proserpina e suggerisce che i vari passaggi della narrazione siano collegabili al periodico morire e rinascere che scandisce le tre parti dell’anno (una infera e grigia e le altre due d’oro e d’argento).
A parte che nel saggio di Sermonti viene trattato l’elemento chimico dominante di questa Lunazione, trovo il parallelo estremamente interessante e gradevolmente in linea con il post di Catulla, che ricordava la funzione del talento nella bilancia della Grecia antica.
Original author: sal