Sarà che l’estate si sta avvicinando e questo profumo di Agape comincia a solleticarmi l’anima, ma tornano spesso alla mia mente le immagini dell’anno 2012 con le tre Sibille che intessono una tela di parole: parole che sono pietre.
E quella visione “di pancia” del mondo che scorre e viene osservato: un po’ come un figlio che cresce, ché senti di amarlo ma sai che è ‘altro’, e la sua vita, per quanto legata alla radice tua, già svetta fra le nubi e si allontana nel ventre magno della più alta Madre Cielo.
E viene da chiedersi: cosa è rimasto dentro di quelle parole profonde, che parlavano di pratiche cultuali fin dall’Età del ferro, di conoscenza delle Leggi di Natura, della capacità di leggere nel Libro Grande i rimedi formati dall’Amore prima che dalle piante?
La vita scorre e inghiotte anche le note che impregnavano La Tavola di Smeraldo facendo fremere il respiro degli spettatori come una preghiera…
Passato.
Tutto passato.
Ma è dovere – anzitutto verso sé stessi – per ogni appartenente alla Schola, fare… il punto della situazione (anche quando a rappresentarti è una crocetta o tre!). E domandarsi quanto, di risposta, si è aggregato in questi mesi dentro al cuore, nella materia, sulla pelle, di quella volontà densa di Bene e di quel soffio stracolmo di Vita.
L’Agape è una volta all’anno, ma cosa ne facciamo gli altri 364 giorni?
Ad ogni iscritto, l’ardua risposta al proprio Numero.
Original author: fler95