Lamarck sosteneva che la funzione crea l’organo, Darwin osservava che l’ambiente seleziona i più adatti a trasmettere i propri geni, Lipton oggi sostiene che le operazioni delle nostre cellule si modellano principalmente per interazione con l’ambiente anche se l’ereditarietà è quella che ‘propone’ i comportamenti. Ebbene, leggendo quanto scritto da Kremmerz sull’alchimia (“ vi sono due generi di pietre, l’una naturale e l’altra manufatta…”) non posso fare a meno di pensare che essa indicasse le due modalità di azione sul DNA – eredità e ambiente – molto prima che la scienza ne desse ragione. Per cui, se comprendiamo e condividiamo tale assunto, giungiamo all’evidenza che ci si può autodeterminare fino a far diventare l’interazione con l’ambiente carne della nostra carne o, in termini scientifici, nostro DNA. Diceva Kremmerz: “… il problema è di tale smisurata grandiosità che basterebbe una realizzazione anche approssimativa, per scuotere dalle fondamenta tutte le idee fatte sullo spiritualismo dei mistici e sulla soluzione biochimica del problema della medicina moderna”.
Quale – allora – il senso di una tradizione ortodossa?
Orbene, se si parla di integrazione c’è qualcosa da integrare e qualcosa che viene integrato. La nostra materia vivente è quella integrabile, e ciò che viene integrato ebbe nome di lievito primordiale (lievito madre). Nella pratica, i panificatori che ne dispongono e che lavorano la propria ‘pasta’ riescono ad avviare la lievitazione; nella Schola, il lievito è una modalità di essere che si assorbe per contatto e per riti. Quindi siamo lontani dalla figura di un singolo che – quand’anche perfetto – costituirebbe un riferimento individuale e rispecchierebbe uno sviluppo ultimo in pro del personale. Nella Schola, riferimento e sviluppo non sono legati al panificatore ma a quella “madre acida” che genera le cose, le accresce e le distrugge per rigenerarle. Certo, com’è ovvio, la Miriam (che è anche l’ambiente) seleziona i più adatti a trasmetterne l’I-Dea, ma i Maestri operano per la salute, e per il popolo che ad Essa tende a omologarsi.
Ed è in questa I-Dea di Amore ogni numero praticante ripone la speranza di un futuro migliore e la fede che operativamente dà materia a tale speranza.
Insomma, si può imparare, si è dotati di strumenti e si è seguiti: ma l’autodeterminazione è vincolata ad un patto… : che il corpo che si crea dia corpo a Questa I-Dea.
Original author: sal