Per Guglielmo Tell: secondo me anche il pentimento può essere contestuale all’azione. Immaginiamo che si stia per fare l’elemosina a un giovane richiedente. Mentre desideriamo fargli un bene, pensiamo, contemporaneamente, cioè nell’immediatezza dell’atto, che con quei soldi si potrebbe drogare (quindi ce ne pentiamo) e di conseguenza proviamo timore di quel che abbiamo fatto, seppure mossi da un buon sentimento.