Reply To: La concezione ermetica dei disordini nervosi

garrulo1
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Rileggendo nella Parola al Taumaturgo, relativamente alla Concezione Ermetica dei disordini nervosi apparsa sul sito nel mese di settembre 2014, ritrovo una serie di conferme con esperienze sia del passato che della quotidianità. Nella prima parte della pubblicazione, il Maestro Kremmerz trattava delle amnesie o della semplice perdita di consapevolezza circa piccole o grandi cose, definite amnesie spesso corrette automaticamente dalla coscienza interiore che veicola funzionalmente la persona verso l’oggetto del black-out temporaneo. Ho notato molte volte che, più aumenta l’attività di programmazione della mente in relazione agli impegni da ottemperare e più vi è rischio di queste micro-amnesie, e parallelamente, all’aumentare dello stress emotivo, come scientemente ci fa notare il Maestro nel prosieguo della trattazione in questione, questo può gradualmente intensificarsi fino al punto di manifestare modalità fobiche, tra l’altro, quando non patologiche, comunissime come egli stesso puntualizza, “di apparenza istintiva, ma realmente e quasi sempre provengono dalla non coscienza del vero valore della cosa che si fugge”. Ho notato innumerevoli volte, vista la mia tendenza strutturale a sviluppare il dubbio quale modalità di ipercontrollo sull’ambiente circostante, che qualunque spunto fobico, se contrastato con la conoscenza della reale natura della cosa scatenante la reazione emotiva, tale conoscenza tende di per sé a sedare l’impulso stesso. Se poi la cosa lascia ancora qualche strascico emotivo, è bene controbilanciare la risposta con l’esposizione all’esperienza dalla “cosa che si fugge”, in modo da invertire la tipologia dell’esperienza stessa, sempre con l’ausilio di “scienza e coscienza”, in quanto il procedimento anzidescritto implica, come menzionato dal Maestro Kremmerz, la codificazione consapevole della realtà intrinseca alla situazione oggetto della contesa tra i due stimoli in conflitto.
Un caro saluto.

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