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Disse la NASA nel 2000 quando una fila di pianeti si allineò nel cielo notturno facendo paventare la fine del mondo a nugoli di sapienti dell’ultim’ora: “La distanza tra la Terra e i pianeti è troppo elevata perché la loro gravità e di conseguenza il loro campo magnetico abbiano un qualsivoglia effetto sulla Terra…”. E, come eco fuori dal tempo, già allora mi risuonarono le parole del Maestro Kremmerz: “I grammatici profani…non sapendo come ponderare gli astri e con quali pesi e di quale stadera, sogliono dire che la Luna e gli astri vari del Firmamento (che come si sa, fu separato dalle acque dal Geova, di 4 lettere) non hanno possanza sulle cose del mondo umano e del terrestre in generale…ma codesti superuomini confondono le nozioni superstiziose della discreditata astrologia, manipolata dai volgari per boria e saccenteria, con la scienza arcana dei collegi pontificali delle epoche in cui lo spirito dell’Ermes scendeva nei sinedrii nascosti dalle ombre delle sfingi a conversare coi mortali delle occulte relazioni di tutti gli atomi dell’Universo che formano l’armonia delle concordanze precluse ai non favoriti dal dio…”.
Ebbene, da stasera fino a domenica, nel cielo visibile della nostra parte di mondo, si stagliano Marte, Venere e la falce di Luna crescente in una trinità commovente e magica. “Moto, respiro, evoluzione, ritorno…”: ancora e sempre la Legge che presiede al moto dei corpi celesti, orbitanti nel magico silenzio universo, regala la Sua musica arcana a Chi ha voglia e tempo di levare gli occhi nella notte.
Original author: catulla