Reply To: IL RITO DI ARIETE di Giuliano Kremmerz

admin Kremmerz
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Michael, nel tondo, impugna la spada crociata che caratterizzò i Templari, ma se ne scorge solo l’impugnatura e un braccio dell’elsa. Si può presumere che essa sia la stessa già usata per il rito di Ariete nelle istruzioni che il Maestro Kremmerz porgeva ai ricercatori di buona volontà affinché impugnandola e puntandola in direzione del segno dato, ritrovassero la Luce e la via per riconoscere il Maestro.
Si può anche notare che in Bilancia la spada (fiammeggiante?) è distaccata dalla stadera e – come si osserva in altre rappresentazioni del Michael dove la spada è ritratta nell’atto di essere rinfoderata, vedasi la statua di Castel Sant’Angelo a Roma – il momento che viene significato è di distacco dalla luce e dal calore.
L’arcangelo che nella cristianità ha assunto i toni e le significazioni di Mercurio-Ermete, anticamente aveva tempio sulle isole nel centro dei fiumi o in luoghi di mare dove (come Mont Saint-Michel) il livello delle acque cangiava col cangiare della stagione.
Pare dunque che questo arcangelo (primo fra gli angeli insieme a Gabriele e Raffaele e al decaduto Lucifero) avesse potestà di far comparire l’asciutto dove prima era umidità, e di restituire la terra traendola dal moto altalenante dell’acqua.
Michael-Ermete segna l’autunno e lo spostamento del fuoco dal cielo alla terra. Si può considerare che senza terra non vi è rigenerazione possibile. La materia del nostro corpo, in cui è racchiuso ogni moto, ogni flusso, ogni umore e ogni fuoco della Natura mirionima, è l’unica che può rigenerare l’anima, il pensiero, l’essenza di cui siamo fatti. È il tempio del dio.
Dopo l’equinozio di settembre, il calore cede posto al freddo e – come sottolineava il Maestro nel parlare dei riti destinati a chi cerca il contatto – diventa desolata per l’assenza del suo bene (il sole, la coscienza, la scienza).
La “ V ” stilizzata che in Ariete simboleggiava il ritorno del Sole, nel tondo dipinto da Signorelli si ritrova alla base del collo, con la punta dove anatomicamente abbiamo la ghiandola del timo. E forse è per caso e forse no che proprio questa ghiandola sia produttrice di linfociti T, destinati a distruggere le cellule infette e risparmiare quelle sane: giudici di ciò che deve vivere e ciò che deve morire perché viva ciò che è buono e sano e integrato al progetto del corpo.
Original author: filosobek

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