Cambiando le cartucce della mia stampante a colori riflettevo sul principio vitale di cui spesso parla Kremmerz: blu ciano, giallo e rosso magenta sono la triade cui i recettori collocati all’interno dell’occhio sono sensibili e reagiscono per darci le immagini secondo una grammatica derivante da un’unica luce bianca. Unica come il Principio Vitale.
Nonostante le varie ripartizioni che ci scandiscono la vita e che sono regolate dal numero, sempre si torna all’Unità. Le sette entità luminose dell’arcobaleno corrispondono a frequenze che dal rosso all’arancio, al giallo, al verde, all’indaco e al viola, lungo una serie di sfumature scompongono il raggio di luce: ma tutte sono aspetti del bianco in cui si integrano.
La nostra percezione ha origine dal luminoso candore che colpisce le superfici delle cose: ogni oggetto trattiene alcune frequenze mentre ne rilascia altre che determinano il colore. E ogni tinta è porzione della Luce definita dal Numero delle sue frequenze.
Io Credo… diceva Kremmerz .
Io Credo, diciamo noi rivolgendoci all’Unità infinita.
Ma questo credere è mera coscienza della Verità che ci dispone Numeri di luce, differenti modulazioni del principio vitale che ci anima.
“ La leggenda afferma l’esistenza di anime sacerdotali, capaci di comandare al principio vitale…” diceva Kremmerz. “Sfrondata dal misticismo delle figure religiose o magiche, potrebbe dirci la via o il punto di arrivo di una unità pensante per produrre il miracolo vivente, il santo religioso o il mago antireligioso che rappresentano l’identica formula con la doppia faccia di adattamento e di sviluppo”.
Se ci sentiamo Uno con l’essere sofferente che chiede, riusciamo a sentirci Uno anche con il Centro: ma non è facile trattenere questa percezione, né fissare questa condizione.
Original author: segezia