Reply To: Il primo evento del 2012

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Originariamente postato da lucius
Il 23 Febbraio 2012 alle ore 14:34

Ho letto con interesse i post più recenti tra i quali ho trovato particolarmente stimolanti quelli di wiwa 70 del 16 e 18 febbraio e di Catulla 2008 del 17 /2 sui temi squisitamente ‘esistenziali’ del ‘ Dolore’ , della ‘Carità’ e ,quindi, della terapeutica ermetica applicata, fino alla concezione ‘filogenetica’ della ‘ VITA ‘.
Lungi da me presumere di aver correttamente compreso i significati veri e profondi delle categorie ‘spirituali’ evocate, non voglio però esimermi dall’analizzare alcuni aspetti ‘critici’ delle posizioni emerse dai post segnalati.
Wiwa 70 richiama un virgolettato del Maestro Kremmerz ‘’ … se vuoi essere puro di mente e di desiderio, domanda a te stesso: se l’infermità di colui per il quale opererò … ecc.ecc. ‘’ chiedendosi se effettivamente la ‘carità’ consista nel richiamare su se stessi il male del sofferente che ci chiede l’aiuto terapeutico.
L’argomento ( tipico) è stato posto innumerevoli volte, soprattutto dai novizi della Schola Kremmerziana.
Le gerarchie non hanno mancato a più riprese di fugare dubbi e perplessità sull’argomento. Mi prendo l’ardire di riferirne , almeno secondo quanto da me recepito: La premessa è che una delle condizioni indispensabili perché il ‘ piccolo miracolo ‘ si realizzi è quella di porsi ( il più possibile) come ‘veicolo’ idoneo a richiamare le forze terapeutiche ( utilizzando anche gli strumenti rituali in dotazione) e ad indirizzarle teleurgicamente verso il malato (che ha rivolto una specifica e libera richiesta di aiuto) che trovasi in fiduciosa attesa. Uno dei parametri per misurare il livello di idoneità a tale veicolazione di energia sanatrice è, appunto, la ‘ purità di mente e di desiderio ‘, senza la quale poco o nulla si ottiene. D’altronde se non fosse necessaria tale condizione di purità non si comprenderebbe a cosa servono tutte le pratiche purificatorie che vengono prescritte. Pertanto, è solo per provare a se stessi ( una sorta di autotest) il grado di purità raggiunto che ci si può chiedere se si è veramente liberi da paure e/ o tentennamenti che, questi sì, sarebbero dei veri ostacoli alla realizzazione dell’atto di ‘amore’ e ‘carità’ verso l’umanità sofferente.
Quindi,riassumendo: il processo graduale di purificazione ( rituale , ma anche di condotta di vita sana ed equilibrata) ci rende progressivamente sempre più idonei a veicolare le forze terapeutiche universali, al punto da superare qualsiasi paura e reticenza, compresa quella ( in realtà insussistente) di vedersi ‘contagiati’ dei mali del sofferente che ci chiede aiuto. Contagio non solo impossibile, ma soprattutto non richiesto né necessario. Per inciso, vorrei sottolineare che il tema della purità di mente e di desiderio è strettamente connesso con l’altro della ‘neutralità’ ermetica ( anch’esso da sempre dibattuto) che non significa ‘indifferenza’ ma, appunto, purità di mente e di desiderio, perché un più o meno marcato coinvolgimento emotivo/passionale inficia, appunto, quella purità sopradetta e quindi il risultato benefico atteso.
Passando al post di Catulla 2008, è il concetto di ‘VITA’ , più volte richiamato, ad aver attirato la mia attenzione. Viene detto ‘’… ciò che cangia la terra in fiore, la crisalide in farfalla, ecc. …’’ è semplicemente la Vita. Ma, il dubbio mi sorge spontaneo, la Vita non è , a sua volta, il risultato di un processo complesso che ha come incipit lo Jod cabalistico, l’impulso principiale, la Volontà creatrice , cioè la VIRTU’ INFINITA (Sole dei Soli ) stigmatizzata dallo stesso Maestro Kremmerz? La Vita ne consegue e si manifesta in una miriade di forme !
Così come, nel prosieguo del post si sostiene : ‘ … per donare qualcosa bisogna prima esserne possessori e, invece, non noi possediamo la Vita , ma è la Vita che possiede noi …’
Posso sbagliare l’interpretazione, ma intravedo una sorta di improbabile dualismo tra NOI e la VITA.
La Vita , secondo l’assunto , sarebbe possessore di noi e noi saremmo posseduti dalla Vita ?!
A mio intendere, la Vita non possiede alcunché bensì semplicemente si manifesta in tutto il Creato ( e sorvolo sull’Increato, cioè sullo stato potenziale del non ancora manifesto) e quindi anche in noi umani.
Possiamo dire, quindi, che noi siamo una delle tante manifestazioni della Vita e portatori , noi stessi, della Vita e trasmettitori di Vita, in comunicazione permanente con tutte le altre condizioni vitali, visibili o invisibili ai sensi umani. D’altronde il Maestro Kremmerz ha più volte sostenuto che la terapeutica ermetica si realizza come ‘trasfusione’ da vita a vita e, quindi, anche da uomo a uomo. Ciò in coerenza anche con il concetto : … quando tutto manca basta una parola buona, o anche solo un pensiero…
Se noi non fossimo Vita non potremmo trasfondere Vita.
Riassumendo, mi pare verosimile sostenere : Noi siamo manifestazione di Vita, quindi siamo Vita noi stessi, quindi possiamo trasmettere la Vita che è in noi e che è Noi.
Spero di avere contribuito ad arricchire il dibattito . Sono peraltro convinto che ,al di là delle apparenti divergenze semantiche, le posizioni in campo sono sostanzialmente sovrapponibili e intercambiabili.

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