Ieri, nella riunione accademiale della Sebezia, dopo aver riletto dalle Dispense l’intervento del Maestro M.A.Iah-hel sul Rito di Kons, e’ nato un dibattito partito dalla lettura di una domanda posta nella sezione del sito “quesiti-risposte-comunicazioni” ove una certa Ileana scrive : sul vostro sito si parla di materialismo sacro, ma cosa c’é di sacro nella materia ?
La prima risposta, subito emersa, é stata l’intelligenza.
Poi la capacità organizzativa intrinseca alla materia che la rende atta ad aggregarsi nelle modalità più opportune al raggiungimento della sua finalità. Ed anche la sua propria natura che la spinge ad evolversi e ad integrarsi in quella cosmica.
Ma, nel corso della discussione, ci si è interrogati sul significato del termine “sacro”, in quanto il Maestro Kremmerz parla non di semplice materialismo , bensì di materialismo sacro.
Il termine sacro deriva dal latino sacer (forma arcaica sakros) la cui radicale pare collegabile all’accadico saqaru = invocare la divinità, sakaru = sbarrare, interdire, separare. (Semerano, Le origini della cultura europea, 1994).
In greco, la costellazione dei significati gravanti attorno al sacro si dispiega su più termini tra cui: hieros = uomini o oggetti segnati in modo privilegiato dall’influenza divina e hosios = ciò che la legge divina stabilisce. (Fabris , Introduzione alla filosofia della religione, 1996).
Si é riflettuto sul fatto che nei nostri riti c’è sempre la delimitazione di uno spazio sacro, cioè separato, sbarrato, interdetto alle influenze esterne e finalizzato allo scopo terapeutico.
Ci si è ulteriormente interrogati sul significato e sul valore del concetto di separazione che, a primo acchito, sembrerebbe in contraddizione con l’idea dell’unità dell’essere e dell’integrazione.
Come è conciliabile la separazione con l’integrazione?
Si é pensato che l’operazione della separazione consente l’individuazione, il riconoscimento degli elementi costituenti un miscuglio. Così, ci è venuto alla mente ciò che noi siamo allo stato attuale : un caos, un miscuglio disordinato di elementi, che solo attraverso un processo di separazione può aggregarsi in un cosmos, ovvero in uno stato nuovo di ordine, in cui si acquisisce consapevolezza e ci si mette al servizio, per contribuire alla esplicazione di una Idea che ci trascende e ci integra nel tutto. Come esempio pratico abbiamo pensato che quando, grazie al collegamento iniziatico, agli strumenti rituali, all’atteggiamento attivo e coerente, si riesce a superare un nodo, una difettività, cioè, avendola riconosciuta, ce ne separiamo, si schiude per noi una nuova e più ampia possibilità di consapevolezza, di apertura e di unione.
Ricambiamo gli auguri a tutta la Fratellanza e all’intero Popolo di Miriam per il prossimo Rito di Kons per un futuro di Salute e di Luce.