Fa veramente riflettere quanto contenuto nella parte finale del Capitolo I° del Quaderno dell’Accademia Vergiliana: mi riferisco all’archetipo rappresentato dal Puer/Senex, contenuto anche nel mito di etrusco di Tagete, il fanciullo/vecchio che salta fuori dalla Madre Terra, con la Missione di insegnare le leggi di Natura all’Umanità intera. Quindi il piccolo Puer presenta la prerogativa di cogliere la sostanza delle cose, aldilà delle apparenze che ovviamente mutano in relazione ai tempi ed alle latitudini, renderle decifrabili mediante il sincretismo tipizzato nei Simboli che nulla hanno di nuovo sotto il Sole, ma presentano la caratteristica di scoperta di ciò che già esisteva ed esiste in Natura. Di conseguenza, sempre a proposito del Mito Etrusco, il Puer è capace di cogliere l’essenza delle cose in Natura, abilità legata alla vena entusiastica, giocosa, se vogliamo irrazionale (cioè non maculata dalla successiva razionalità direttamente collegata alla malizia che vanno poi ad innestarsi nei tessuti dell’essere umano man mano che cresce), mentre il Senex Verginale tali cose sa anche descriverle, cioè esporle con linguaggio comprensibile aldilà del puro Simbolo, affermandosi pertanto quale Vero fattore di equilibrio tra i due principi anzi descritti. Mi ha anche colto non poco di sorpresa, il probabile aggancio iniziatico contenuto nella Favola di Peter Pan, “l’eterno bambino”, che mai avevo valutato in tale ottica.
Un caro saluto.