Ancora alcune cose sull’importanza storico-antropologica e filosofico-ermetica del Principio Femminile nella Vita Universale. Secondo la tradizione Egizia, che bene ha retto nei vari passaggi dinastici, le forme materiali visibili ed anche invisibili sono sì espressione della maschia potenza solare, ma per la loro realizzazione oggettiva necessitano dell’intermediazione dell’utero lunare. Pertanto è proprio tale ultimo Principio che permette la fusione o compenetrazione di sostanze differenti presenti in Natura. Allora il Principio Femminile integra in sé e quindi presiede anche all’equivalente maschile, ed è forse per questo motivo, come si apprende da opere oggi accessibili, quali ad es. “L’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale – Editrice Miriamica”, curata direttamente dal Maestro M.A. Iah-Hel, ma anche nei riferimenti alle “Officine Isiache (intese in senso Iniziatico)”, presenti in scritti e Fascicoli dello stesso Maestro Kremmerz, che le antiche Confraternite Isiache, “che avevano in Iside, principio femminile integrante in sé anche il maschile, la loro origine”, erano strutturate in Matriarchia. Si comprende chiaramente come tale concezione, sia completamente discostata dalla deviazione post-cristica, ma anche dal pensiero corrente in tutta la buia età di mezzo, ma pure dall’approccio in epoca rinascimentale, dove le rinverdite logge di stampo massonico contemplavano gradi ed incarichi quasi esclusivamente al maschile, avendo probabilmente smarrita la chiave analogica che nasconde il mistero della potenzialità creativa dentro e fuori l’essere umano, anche perché l’essere che agisce è simbolo Isiaco credo riconducibile alla “Mater Agens”, mentre il fattore che ne determina le potenzialità è insito nel relativo grado di purezza, penso riferibile al concetto di “Virgo Potens”.
Un caro saluto a tutti.