Melencolia… vola sulle Acque: tenuta da un pipistrello ci indica che quel che vediamo sopra potrebbe essere sotto e viceversa.
Nella parte superiore del quadro, tutto rimanda alla misura e alla scansione del peso e del tempo. I due glifi speculari che seguono la parola MELENCOLIA sono una doppia spirale aurea o un elicoide il cui moto è in un eterno ritorno: combinazione del moto rettilineo e di quello circolare.
Il Fanciullo alato è immerso in un’opera di misura lineare (di peso e di tempo) mentre la Donna, anch’essa alata, dà il raggio d’azione tenendo il compasso per la punta in quel grembo dove occultamente si origina la Vita.
E mentre da Lei pende la chiave, la scala senza inizio né fine posa accanto a Lui.
L’essere nudo – come l’albero in autunno – non è solo sinonimo di indifeso ma anche di libero. Infatti, senza le foglie cui doveva dare il nutrimento e la linfa, e senza ancora i fiori e senza più i frutti, l’albero è libero di volgersi interamente alla Terra Madre e rigenerarsi. La perdita di acqua dovuta alla traspirazione delle foglie si riduce al minimo… anche se viene a mancare la possibilità di operare la fotosintesi e di conseguenza di accumulare glucosio sotto forma di amido.
Ma alcune piante, nel corso dell’evoluzione, si sono modificate in modo da non interrompere mai del tutto il processo di fotosintesi. Sanno adeguare il proprio tasso di umidità in relazione all’ambiente così da disperdere meno acqua e conservare comunque un certo numero di foglie. Così, anche le energie sono diversamente distribuite e non occorre l’enorme sforzo della primavera per produrne di nuove. Esse sono dette sempreverdi: e anche in autunno, in cui la ciclicità spoglia la maggior parte degli alberi, permangono a testimoniare la Vita e perpetuare il messaggio culminante nel Natale e nel ritorno del Sole Infante.
Original author: segezia