Reply To: Comunicazione importante

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Originariamente postato da segezia810
Il 22 Ottobre 2012 alle ore 12:58

Riporto quanto mi è capitato di rileggere ieri sera scorrendo i Dialoghi sull’Ermetismo. Nel quinto dialogo, a un certo punto, viene detto: “…noi santi
facciamo il meglio che possiamo, sono i malati che devono fare il resto (…) Io non sono un santo, tanto meno una statua, e
meno ancora un guerriero con scudo e lancia; sono uno studioso, e pratico le conclusioni dei miei
studi per tentare gli effetti. Che tutti riescano questi esperimenti e che io risusciti i morti non l’ho
detto mai a nessuno. So che amo tutti quelli che soffrono e che vengono in mio contatto. In certi
istanti potrei dire: io sono Amore! La medicina ermetica è un campo di esplorazione delle forze
integrate dell’uomo che ama con una visione intensiva…”.
Ci sarebbe da meditare su queste asserzioni, specie da parte di chi – per un motivo o per l’altro – si fosse fatto l’idea che la scienza ermetica deve andare guarendo tutti quanti, ivi compreso chi non lo chiede o chi ha speso il proprio tempo in squilibri che hanno già devastato il corpo suo. Proprio oggi in cui la mentalità è talmente guasta da buttare anche l’elettrodomestico con un solo fusibile da sostituire, certa società vorrebbe per contro che quel miracolo di ingegneria e architettura che è il corpo umano si sanasse per un tocco di bacchetta: meglio se esterno e non incomoda nessuno – tantomeno il diretto interessato – ad operare un cambiamento qualsiasi nella vita che pure lo ha condotto sulla soglia del trapasso.
Né basta questo atteggiamento di per sé smaccatamente prevaricante o antiscientifico. C’è chi pensa di valutare le persone in base alle azioni che fanno quelli che li circondano (di questo passo tutti i Papi della Chiesa Romana dovrebbero essere all’inferno!!!) o che la disgrazia di un parente sia colpa del Maestro di Miriam che non lo ha guarito… dimenticando che, nella Pragmatica Fondamentale su cui si basa la S.P.H.C.I., perfino ai genitori è fatto monito di non influenzare le scelte spirituali dei figli prima che questi siano in grado di decidere da soli (e quindi di assumersene la responsabilità)!
Davvero non posso trattenere l’indignazione davanti a chi si sente in diritto di denigrare un secolo di Bene e di operosità amorevole e disinteressata parlando dal pulpito di una giustizia non meglio identificata in nome della quale anche le figlie, se ci fossero, andrebbero sacrificate sull’altare di una grandiosità altisonante e talmente fulgida da sentirsi in diritto di tutto fare, tutto dire, tutto violare.
Gente così ne abbiamo già vista in Europa e fuori: valendosi di un simbolo antichissimo confondevano la purificazione con l’epurazione…

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