Originariamente postato da tanaquilla9
Il 04 Ottobre 2012 alle ore 11:10
In calce riporto un breve brano del Maestro Kremmerz, scritto ai tempi del Commentarium, che ci potrà far meglio comprendere l’atteggiamento equilibrato che fu del Maestro (e dei Maestri Suoi successori) rispetto ai detrattori, e quanto il gratuito odio altrui, condito di terrorismo, calunnie e farneticazioni, miri solo a demolire l’Idea ermetica e Chi la trasmette. Perché? Una delle ragioni ce la espone anima critica nel suo benvenuto post. “Affermare la propria identità per contrapposizione” scrive anima critica è azione di chi aspira a sentirsi leader; per ottenere ciò bisogna che egli “mostri – non dimostri, si badi bene – di saperne più degli altri …”, facendo degenerare il dialogo “in una congerie di asserzioni… finalizzate unicamente alla ricerca del reciproco consenso attraverso l’altrui demolizione. E anche questo può rientrare nella logica tipica di quei gruppi che sono privi di autentici valori di riferimento e aggregazione”. E’, dal mio punto di vista, un atteggiamento patologico (se non criminale) e potenzialmente pericoloso – come ha già evidenziato sphci. Circa poi la convinzione di tali persone di poter mantenere a lungo l’anonimato ho seri dubbi al proposito, e mi risulta siano state anche bannate da alcuni forum per motivi, fra gli altri, di “aggressività, avversione e malizia nell’offendere”.
Noi ascritti alla SPHCI, serenamente e lontani da inutili polemiche, continuiamo nell’esperimento pratico della terapeutica ermetica, consapevoli di poter giovare ai sofferenti e di quanto i Maestri hanno sempre detto: “la missione degli ascritti è di dimostrare con l’opera efficace e l’esempio che noi facciamo il meglio possibile, non il perfetto che non è umano”. E invitiamo ad un dialogo costruttivo sulle potenzialità scientifiche dell’Ermetismo tutti coloro che le intravedono.
Ecco il brano:
“La demolizione qui, nel nostro paese, abbiamo l’abitudine di farla solo con le nostre iniziative, con le iniziative paesane cioè, analizzandole nel modo peggiore per soffocarle, e quando le iniziative resistono alla critica si cominciano a discreditare i propugnatori delle idee nuove, con quel cinismo calunnioso che è speciale attributo della gente socialmente quotata per onesta…N.R. Ottaviano ci direbbe: fiato sprecato, la bestia umana specialmente se monta in cattedra è intollerante……se qualcuno ti calunnia per colpire e discreditare l’Idea nell’uomo o negli uomini che la propugnano tu non riuscirai a liberarti della rogna che ti appiccicano a meno che non reagisci tirando loro la coda per sentirli gridare come gatti idrofobi un aiuto a Maometto”. Io non dico né si e né no. Continuo a fare appello alla buona volontà e metto te, o novizio, in guardia perché tu intenda che la Schola non è persona ma idea, anche il sottoscritto potrebbe essere un’idea che non ha persona. Le persone, gli uomini, le donne, le bestie, i vegetali, i batteri passano: chi se ne infischia più dei morti e della gente che passa? Ma tu analizza bene l’idea, non adorare e non odiare le bestie e le cose che passano… sii demolitore delle frottole e comincia ad aver fede e coscienza in noi…Noi? Chi voglio indicare con questo pronome da presidente di alta accademia? Noi è il sottoscritto? Noi è il manipolo della coltura della nostra Schola? Neanche per sogno. Abbi fede e coscienza in Noi, cioè in te e in tutti quelli che pensano come te e io pensiamo”. (Commentarium, I volume, p. 232-233)