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Originariamente postato da catulla2008
Il 26 Agosto 2012 alle ore 01:18

Nella Roma antica oggi sarebbe stata la festa del ‘mundus’. Fatta una conca in terra, a complemento speculare della conca celeste (“come è in alto così è in basso”) il Mundus Patet era l’integrazione compiuta dalla mitica Proserpina – tra il tempo visibile trascorso con la madre e quello infero in compagnia dello sposo – sul piano della Terra. Perché per festeggiare l’equinozio, cioè quando il sole, nell’autunno, dopo un momento di equilibrio, comincia la sua discesa fino a ridurre il giorno al minimo, ebbene perché tale festa vi sia occorre creare le condizioni, ovvero una terra sufficientemente ‘monda’ nella quale ‘entrare’ per riproporre il miracolo della creazione.
Con il rito che si compiva oggi (nella conca si calava il LAPIS NIGER la pietra nera) Roma tornava ad essere UNA proprio come succedeva ad Atene … Lì era uso donarsi un ramo fiorito su cui venivano appesi addobbi e piccoli regali da tenersi in casa per tutto l’anno a propiziarlo: e anche il ramo indicava l’unità in quanto, insieme con i frutti si accompagnavano gli intenti augurali (doni) che congiungevano il lavoro della natura a quello umano per iniziare un nuovo ciclo. Tra i Volcanalia (23 agosto) e gli Opiconsivia (25 agosto) la ricorrenza del Mundus segnava pure la consacrazione del grano mietuto prima che questo venisse riposto nel granaio sotto la sovrintendenza delle Vergini Vestali… (Belle idealmente come la Lama XXI dei Tarocchi dove la fanciulla chiude il ciclo avvolta da una spira elicoidale).
Chissà perché questa ricorrenza così materiale, arcaica, fortemente simbolica, mi richiama alla mente quel passo dove il Maestro Kremmerz dice” Un contadino che con il punteruolo fa un buco nella terra, vi gitta un seme e dopo una stagione raccoglie il frutto fa tutte le quattro operazioni espresse nel tetragramma divino… Questa operazione tanto sciocca e comune del villano è simile a quelle che l’uomo fa per riprodurre se stesso ed è simile a qualunque operazione di creazione in tutti i regni della Natura. (Vedi in questo sito ne La parola del Maestro – 13 luglio 2006 – La Natura secondo la Filosofia Ermetica di G. Kremmerz – SM,I,185)
Nelle cose più semplici, proprio vero!, risiede la meraviglia più grande.

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