Originariamente postato da garrulo1
Il 20 Agosto 2012 alle ore 16:15
Ancora una considerazione sul post di sannitica del luglio u.s., a proposito del Dogmatismo in qualunque forma si presenti. Come giustamente Giordano Bruno ne poneva l’attenzione, sui pericoli che potenzialmente contrastavano il “Libero Pensiero” da intendersi come libertà di coscienza, o meglio di espansione progressiva di coscienza (etimologicamente da “cum scientia”).
In tale concetto che ben si aggancia alla conquista graduale di una Scienza Integrale, in sintonia ma parimenti scevra dalla morsa dei dettami dell’apparato Scientifico cd. Positivista, di cui il ‘600 ne intravedeva i primi bagliori, ogni formula dogmatica rappresenta una costrizione alle potenzialità di investigazione nel Libro Onnisciente della Natura Universale, che la Mente Umana ha invece le potenzialità di porre in essere.
Dal punto di vista critico, il discorso si potrebbe estendere al ruolo delle istituzioni religiose e/o politiche – scientifiche, ma è più motivante affrontare la questione in termini Ermetici, ed a questo proposito tengo a citare un frammento del Maestro Kremmerz nell’Avviamento alla Scienza dei Magi che testualmente recita: “Nella grammatica volgare, superstiti ruderi della grammatica ideale (1) (cioè grammatica delle idee assolute primitiva), il verbo o parola per eccellenza è il sostantivo essere. L’Ens latino è l’Ente; e la Mens del latini è un composto di Ens, cioè una consonante di possesso (quasi sincope di Meus) che precede il sostantivo participio indicante l’ens cioè l’Ente, quello che esiste ed è.
Quindi fermandoci al senso riposto delle parole (2) (Oh! Se la filologia si facesse così quante cose si sarebbero svelate), Ente è l’idea assoluta dello Spirito Universale di Dio – e Mente è il vocabolo delle idea relativa dello spirito Universale incarnato e definito nel corpo umano………. L’intelligenza è lo sforzo della Mente per concepire, assorbendone le virtù, l’Ente da cui trae origine – inteligo quasi in te lego, da cui intellectus che i neoplatonici molto usarono nella armoniosa lingua italica e in Dante si trova appunto (2) (Col debito permesso dei commentatori!) in questo senso”.
Un saluto a tutti.