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Originariamente postato da garrulo1
Il 18 Agosto 2012 alle ore 19:56

I postati di Sannitica e Segezia del mese di luglio u.s., mi hanno fatto tornare alla mente quanto scritto da Frances A. Yates in “Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica”. In tale opera, l’Autrice, citando a sua volta il “De occult. Phil.” di Agrippa, scrive testualmente “ ….. Agrippa sottolinea la necessità che il mago sia esperto di matematica, perché, grazie alla matematica, si possono attuare << senza alcuna virtù naturale >>, e cioè con mezzi puramente meccanici, operazioni meravigliose, come la colomba volante di legno costruita da Archita, le statue semoventi costruite da Dedalo, le statue parlanti di Mercurio ( ecco che le fantastiche statue parlanti dell’Asclepius vengono qui considerate meraviglia di scienza applicata ), e così via. Il mago che conosca la filosofia naturale e la matematica, e s’intenda anche di meccanica, può compiere operazioni prodigiose. Perciò, dice Agrippa, il mago deve includere fra gli elementi fondamentali della sua preparazione la conoscenza delle discipline fondamentali che possono produrre simili meraviglie”.
Nel “De imaginum compositione” ripreso dalla Yates nell’opera anzicitata dedicata al Nolano, ecco estendersi il concetto matematico puro, per certi versi tecnocratico e pragmatico analizzato sopra, in un’armonia più flessibile, per cui “poesia, pittura e filosofia sono tutt’uno, aggiungendovi in questa sede la musica. La vera filosofia è musica, poesia o pittura; la vera pittura è poesia, musica e filosofia; la vera poesia o musica è sapienza divina e pittura”.
Sempre nel merito di quanto scritto sopra, il Nolano dissente dall’Agrippa circa il concetto della formazione magica con mezzi puramente meccanici o come ho definito prima “tecnici”, proprio perché vi aggancia un percorso evolutivo di progressiva purificazione, e questo traspare più o meno prepotentemente in tutte le Sue opere, in particolare cito un passo della traduzione del De Rerum Pricipiis, Tascabili Fragmenta – Napoli, che testualmente riporta:”In conclusione, non esiste alcuna azione fisica, medica e magica, la quale non rifletta l’azione divina circa queste cose inferiori. E, di conseguenza, secondo il modo che è proprio a ciascuna di esse, non bisogna osservare in tutte le cose una ragione del luogo di genere unico, di modo che tu possa di volta in volta considerare in quale utero, in quale terreno, in quale vaso, in quale aere, in quale acqua, in quale connessione, in quale corpo si produca qualsiasi effetto”.
Un saluto a tutti.

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