Credo di portata enorme lo stimolo offerto dalla Direzione del Blog, in relazione ai contenuti concernenti l’assegnazione del Nobel per la Medicina, ed il successivo rimando di Guglielmo tell al sito dell’Huffington post nell’articolo relativo al vincitore di quest’anno. Letto quanto contenuto nell’articolo in questione, emerge che questo scienziato ha affermato un principio, con basi scientifiche oggetto di test sperimentali, che già in medicina si conosceva, ma che probabilmente prima, mai nessuno era riuscito a mettere a fuoco in modo oggettivo come ha fatto Yoshinori Ohsumi. Il fondamento in questione è quello dell’auotofagia cellulare, un meccanismo di base della biologia delle cellule, che consente alle singole unità di autoeliminarsi in una costante operazione di continuo rinnovo dell’intero impianto cellulare, cioè dell’organismo nel suo insieme, eliminando, secondo un programma prestabilito, le parti dannose oppure inutili. Un funzionamento distonico di tale meccanismo, che, dotato di intelligenza intrinseca finalizzata, inizia a livello fetale ed accompagna ogni singolo essere fino alla fase finale dell’esistenza, può determinare in particolare, l’insorgenza di patologie tumorali, morbi di diversa portata, oppure diabete, patologia quest’ultima, definita espressamente dal Maestro Kremmerz quale “malattia del ricambio”, di natura estremamente silente. Il meccanismo in questione, vero e proprio procedimento di autodecomposizione, è una vera e propria forma di cannibalismo utile alla vita dell’intero organismo, garantendo un costante equilibrio tra costruzione e distruzione. Di conseguenza, assume vitale importanza, individuare i macrofattori che sembrano regolare il processo dell’invecchiamento, e cioè una determinata predisposizione genetica in combinato disposto a fattori esterni quali modus vivendi, alimentazione, stress inoculation e via di questo passo, con l’obiettivo, di là a venire, di una esatta mappatura dei fattori in gioco. Ma vi è di più: l’equipe del Prof. Bergamini, nel merito, ha attenzionato un particolare fattore: roditori da laboratorio, sottoposti a restrizione alimentare, hanno manifestato maggior salute, immunocompetenza e longevità rispetto a conspecifici, nutriti con “lauti pasti”. Quindi, pare proprio che il meccanismo del digiuno, funga da stimolo ad una equilibrata autofagia, in quanto, la cd. macroautofagia cellulare si innescherebbe prepotentemente se lontano dai pasti, rallentando, di molto, a stomaco pieno. Stessa cosa, vale anche in caso di invasione virulenta e/o batterica: probabilmente, in caso di infezione, l’imput che parte è analogo a quello in presenza della carenza calorica, per cui scatta la modalità di autoattacco funzionale alla riparazione.
Forse, tale meccanismo era già noto nei secoli ai praticanti della Via Iniziatica, in quanto i digiuni rituali sono comuni a molte tradizioni. Lo stesso simbolo del Pellicano Sacro, di cui l’iconografia cattolica ne ha fatta l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, forse per il fatto che i pellicani adulti pare inclinino il becco verso il petto, per dare da mangiare alla prole i pesci che trasportano nella sacca, inducendo la credenza che i genitori si lacerino il torace al fine di nutrire i piccoli col loro stesso sangue, al punto da diventare immagine di carità. Ma alla fine, il culmine della Grande Opera, non è poi quell’Araba Fenice (che vi sia lo si dice…..), che risorge dalle sue ceneri (ove sia …allora si sa!!!), per involarsi infine in formula immortale, parrebbe l’esaltazione all’ennesima potenza del processo di macroautofagia. In definitiva, mi viene in mente che, il progressivo corso Ortodossamente guidato sulla strada dell’Opera da compiersi, vada a modificare, con criterio di specifica progressione, proprio il DNA degli Esseri in cammino, in quanto, credo, l’unico modo per purificare la materia, dallo spesso al sottile, potrebbe proprio passare da una modifica strutturale, con finalità funzionale, dell’impianto biogenetico soggettivo, alla base della regolazione della vita in tutte le sue manifestazioni. Infine, una cosa a cui non avevo pensato in primis, ma che compare con iconografia nell’apertura del Blog della Direzione, è la riflessione sul simbolo occulto e millenario dell’Uroboros, che, per quanto ne ho compreso, ora la Scienza ufficiale si è incaricata di dimostrarne in laboratorio il meccanismo del rinnovamento cellulare, che a tutti gli effetti si basa su di un effettivo circuito di autofagocitazione.
Un caro saluto a tutti.