Reply To: AUTOFAGIA? Nihil sub sole novi!

admin Kremmerz
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Questo tema mi ricorda la figura mitologica di Prometeo. L’eroe (termine che Kremmerz ne la Scienza dei Magi Vol. 1 pag. 121 ricorda provenire da Eros, fuoco di amore) l’eroe dunque si provvede di un bastone che utilizza a mo’ di torcia, e sottrae agli dei il fuoco che Elios-Sole fa girare col suo carro.
Lo stesso Prometeo già aveva sottratto dallo scrigno di Atena l’intelligenza e la memoria ma, dopo questo ulteriore furto, Zeus lo punisce per aver dato agli uomini (immaturi?) ciò che apparteneva agli dei. Ci vorrà Ercole, con la sua forza tenace e la sua freccia ben direzionata, perché Prometeo sia liberato dalla punizione di un’aquila che continuamente gli mangia un fegato che poi ricresce.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con l’autofagia?
Ebbene, partiamo dal fuoco: esiste un principio vitale ‘igneo’, una sorta di fuoco che porta il pane a lievitare, gli innamorati a cercarsi, il corpo umano a bruciare il nutrimento trasformato in calorie.
Esiste una memoria: della cellula, che sa quale forma andare a riproporre; del cervello, che utilizza i ricordi per tracciare una linea di comportamento; del corpo umano, che cerca alimento per il proprio io…: dalla carne alla persona.
Esiste una intelligenza: della materia, per cui all’idea di una sostanza corrisponde una determinata disposizione di atomi; dell’essere vivente, per cui a un bisogno corrisponde la memoria meccanica della sua compensazione; dell’essere umano, per cui in base alla propria immaginazione del bisogno futuro corrisponde la ricerca di quanto lo compenserà.
Le malattie del ricambio e i tumori sono patologie in cui si è guastato il processo che porta a eliminare quanto non serve, processo che coincide con quello che porta a trattenere l’inutile a discapito dell’utile. Infatti il processo autofagico di un organismo sano è costantemente agganciato al servizio dell’organismo stesso in una costante interazione fra tutte le sue componenti. (Nella società odierna va da sé che non è così e il cerchio è diventato una linea di crescita infinita quanto impossibile e assurda).
Compreso il meccanismo, oggi anche a livello scientifico, la domanda cui ricondurre il tutto è: ‘a che pro’?
Gli uomini cui Prometeo dà la scintilla di Zeus sono infatti immaturi in quanto non possiedono la forza e la tenacia per dare una direzione alla loro intelligenza. ‘Non ha senso’, quindi non ha scopo, la memoria fine a sé stessa: diventa libidine, golosità, avidità vaga. Diventa patologia come ci insegnano le cellule impazzite delle varie affezioni.
L’educazione ermetica è eroica: fatalmente eroica. Quindi un ardore sottomesso alla legge di causa ed effetto entro cui si può inserire il determinismo consapevole.
Il fuoco che spinge gli innamorati a cercarsi è lo stesso che li porta a rifare la propria memoria riconducendo ogni ricordo al senso del loro incontro. Il fuoco che spinge il numero della catena, quando la sua tensione verso il centro è diventata insopprimibile, lo spinge a riconsiderare la propria vita alla luce del significato nuovo che lo sprona dal profondo. Ed è in quest’ottica che rivisita la propria terra, il famoso V.I.T.R.I.O.L.V.M. degli alchimisti acronimo di Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam cioè “Visita l’interno della terra e rettificando troverai la pietra nascosta che è la vera medicina”.
Dunque la vera medicina non solo è autofagia, cioè nutrirsi – del cibo o della propria memoria sustanziata – ma autofagia al servizio di una unità: dell’organo, dell’organismo, di un’Idea, in un crescendo di Ordini di grandezza (UNITA’ che tutto in sé contiene…).
Nel “Prometeo liberato” il mito narra come alla fine l’eroe accetti l’autorità di Zeus e quindi di asservire il fuoco, l’intelligenza e la memoria al Sommo Bene. Ed è in questa accettazione che l’eroe Prometeo-Ercole può accedere all’immortalità: che è identificazione divina.
Original author: sal

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