Buonasera a tutti! È da molto tempo che mi torna in mente ripetutamente una frase che credo di aver letto su qualche libro, questo pensiero non mi lascia stare, mi sta quasi perseguitando, aiuto!
Ironia a parte, mi sembrava fosse una lettera scritta a forse qualche personaggio di spicco forse qualche Re chissà, magari scrivendo qualcuno la conosce e trovo il testo di riferimento.
Scriveva di lasciar fare credere agli indegni che le vie siano due, lasciando far credere che sia una, almeno questo è quello che ricordo.
Ci sono numerosi esempi di questa dualità, via del senso comune e di Ermete come scritto nel sito, via umida e via secca e via isiaca ed osiderea. Prendendo l’ultima come esempio ci sono diverse persone che ritengono la via osiderea l’unica a seguirsi in quanto attiva mentre la isiaca viene ritenuta passiva quindi inferiore. Sempre nel sito ho letto che Apuleio affermava che i Misteri Isiaci erano intimamente connessi e indivisi a quelli di Osiride. Quindi si capisce bene chi siano gli indegni.
Come trovare questa unità? Ritengo che il rito quotidiano sia una via isiaca in quanto lenta e lunga ma che permette l’equilibrio nel numero complementare, mentre il rito di Kons è osidereo in quanto più veloce e basato su ore e formule solari e dove ci mettiamo in contatto con la nostra intimità.
Cosa ne pensate? Un saluto!