E cosa non dire della cultura delle donne tanto intellettuali quanto guerriere nel lontano Giappone, le Onna-Bugeisha, nobildonne guerriere appartenenti alla stessa classe nobiliare dei samurai (detta Bushi), e, durante l’età di mezzo, alle donne giapponesi, diversamente da quanto accadeva in Occidente, veniva impartita un’educazione intellettuale e marziale nello stesso tempo, e, credo, da lì ad avvicinarsi anche alla terapeutica, non passava poi così tanto.
La prima in ordine di tempo, fu l’Imperatrice Jingu, secondo secolo d.C., che sostituì il marito morto in battaglia, alla guida del Governo e quindi anche dell’esercito.
Quello che come al solito colpisce, è che alla stragrande maggioranza di noi tutti, è giunto solamente l’eco mascolino dell’arte del Bushido, i Samurai nell’immaginario collettivo sono solo al maschile, gli ultimi echi di questa casta di donne filosofe, intellettuali con la I maiuscola e parimenti guerriere, ha tenuto fino alla fine del 1700, poi l’ondata potente dell’affermazione patriarcale ha invaso anche il Sol Levante. Ma come detto prima, così è stato per almeno un paio di millenni.
Ultima, ma non ultima cosa, parecchi ritratti di Onna-Bugeisha, legate a periodi storici diversi, ne ritraevano anche la bellezza, quasi a voler dire che l’etica nobilissima che le caratterizzava dentro, trovava poi l’espressione con il mondo esterno nell’estetica, che ne contraddistingueva molte di queste nobildonne.
Un caro saluto a tutti.