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guglielmo tell
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Buongiorno a tutti, mi permetto di condividere la mia seconda esperienza sul cammino di Santiago, questa volta sul lato portoghese. Un abbraccio a tutti

lo spirito del cammino (parte seconda)
Il primo cammino francese e’ stato sorpresa, per cui l’ho vissuto con apertura e cercando risposte a problemi personali.
Questa volta, a parte preghiere per la Pace in Ucraina, per me stesso non mi aspettavo altro che un po’ di energia e purificazione, oltre a vibrare un po’ piu’ in alto (cose che ho avuto con abbondanza). Tuttavia ho riflettuto di piu’ sulla natura del Cammino.
per la fatica meno pensieri alle cose di casa.
purificazione attraverso i quattro elementi (il fuoco del sole, l’acqua dei fiumi che si attraversano, l’aria del vento e la terra costantemente sotto i piedi).
digiuno tecnologico e dalle notizie (almeno per me).
concentrazione su pensieri spirituali (la stella, la pace, chi era san giacomo, confronti con altri pellegrini).
umilta’ del tutto che passa, accettazione delle difficolta’, poverta’, condivisione degli spazi con altri negli albergue.
apertura, spinta interiore, incontro.
per arrivare a Gesu’ i Magi han seguito la stella, per trovare la tomba di san giacomo l’indicazione e’ arrivata dalle stelle, per arrivare a Santiago seguiamo indicazioni a forma di Stella. Ma quali sono le stelle da seguire nella nostra vita? Anche se non ne siamo sempre consci, sono le persone che incontriamo (oltre a segni materiali).
Ero partito per completare l’incompiuto del primo viaggio, raggiungere Finisterre, il luogo piu’ ad ovest dell’antico occidente, il tramonto definitivo del sole nel mare dove secondo i pellegrini precristiani le anime dei morti venivano traghettate nell’aldila’, il mondo alla fine del mondo…
ma la fretta di partire mi ha fatto calcolare male e mi sono fermato a Padron ( luogo dove si e’ fermata la barca che dalla Palestina riportava il corpo dell’Apostolo, arenatasi alla base di una colonna dedicata a Poseidone. Quindi (per fortuna?) dovro’ partire ancora.
Ma non mi lamento di nulla…. dal Cammino della prima volta ho imparato che l’arrivo e’ la cosa meno importante, per cui mi sono goduto le coincidenze, i luoghi, le persone incontrate…
come nel primo cammino si torna immediatamente ad una spontanea umanita’ precovid che pero’ sembra del tutto naturale e normale, quando invece non lo e’.
Nel viaggio e nel pellegrinaggio cerchiamo qualcosa di magico da portare a casa… ma se fosse in noi il magico, il totalmente altro, l’esempio da dare a chi ci incontra, ai residenti, a chi non viaggia? Se anziche’ prendere fossimo li’ per dare?
Senza volere il mio zainetto ultraleggero, da scuola piu’ che da trekking, pieno solo dell’essenza dell’essenziale, ha turbato tanti pellegrini sulle ragioni di portarsi tanto peso sulle spalle, sull’inessenziale della vita… c’e’ chi dopo avermi visto ha buttato via quattro chili di cose dal proprio zaino..
ho visto del pane integrale e l’ho preso… per diversi giorni l’ho portato con me.. pane ed acqua… tanti sono rimasti colpiti anche da questo.
7 anni fa quasi nessuno era dominato dal cellulare come oggi… ora i pellegrini in sosta non differiscono molto dai cittadini con la testa nel cellulare. Anche le nuove applicazioni che dicono tutto sulla direzione e gli alberghi dove dormire, sono un vero progresso? io non ho la connessione internet sul mio cellulare per limitarne l’uso almeno quando sono fuori… per questo a volte ho sbagliato strada anche per diversi chilometri, ho dovuto chiedere informazioni a persone in carne ed ossa, ragionare sul mio istinto, sensazioni di aver sbagliato oppure no.
Ho fatto errori, ma il mio errare da una parte ha rallentato il mio cammino, dall’altra mi ha portato ad attraversare luoghi meravigliosi che non avrei visto e rincontrare persone che avevo perso.
Se la bellezza artistica fosse valore spirituale, allora ho trovato in portogallo chiesette di paese e cappelle di inenarrabile bellezza e semplicita’.
I pellegrini di un tempo cercavano il perdono dei propri peccati, quelli di oggi se va bene risposte ad un proprio assillo interiore.
Il Cammino e’ un pellegrinaggio, un incontro con se’ stessi in cui il fuori e’ la stella, il segno, l’indicazione da seguire.
Il viaggio e’ invece la ricerca del totalmente altro, a diversi livelli di profondita’. Qui l’esterno da noi e’ fondamentale per allargare il nostro orizzonte dell’universo. A seconda del proprio livello, si cerchera’ un altro piu’ massificato o piu’ personale, ma non egoico, una ricerca dell’assoluto manifestato in un luogo ed in uno spazio.
Il cammino portoghese e’ stato pellegrinaggio, la visita a Porto viaggio. Qui si cerchera’ ad esempio le mattonelle azulejos sui muri, o il bachalao nel cibo, o il fado nella musica. Ma quanto di questo era identita’ nel passato ed ora e’ cliche’ da vendere ai turisti, identita’ congelata, pietrificata per non perdere il guadagno? quanti portesi si identificano in questi luoghi comuni o piuttosto nella parte nuova della citta’, moderna dai palazzi di vetro? E in quest’ultimi c’e’ una personalita’ locale o solo globalismo senza identita’? La mia aspettattiva su Porto era che fosse un villaggio di pescatori, quindi e’ stata completamente disattesa. Si tratta di una grande citta’ in pieno sviluppo ed espansione, di cui solo una piccola parte e’ il centro storico (in parte decrepito e trascurato). Tuttavia vedere Porto e’ stata la motivazione per il cammino portoghese, dove ho trovato i semplici villaggi che aspettavo. Ed ho capito perche’ volevo Porto; e’ una citta’ delle torri, nei toponimi “torres” e nella diffusione ( e chi mi conosce sa il mio interesse per la torre). Dopo aver visto il centro storico, fatto qualche foto ed acquistato qualche souvenir, mi tocca trovare un luogo per mangiare non massificato. saro’ aiutato nella scelta da una goccia di pioggia che mi spinge in un posto (per ora) vuoto, a gestione familiare, dove mi faccio mezzo litro di vino tinto, sardinhe e calamari ripieni (e da qui che ora scrivo). Ora, dopo aver onorato le mie aspettative su Porto ed il Portogallo, in attesa di rientrare in aeroporto, sono pronto ad essere sorpreso dalla Porto che non mi aspetto.
Forse il Portogallo e’ un po’ antiquato e non ha ancora assorbito i metodi anti aging di noi evoluti, o magari e’ merito del sole, vento e salsedine dell’Atlantico, fatto sta che e’ importantissimo ammirare non solo i palazzi ed i monumenti, ma i visi scolpiti che si incontrano…
A proposito, “il totalmente altro” e’ la definizione di Dio trovata in un libro di Alex Zanotelli.
Mi permetto di concludere con la citazione di una poesia (tradotta) trovata sulla strada del primo cammino:
Polvere, fango, sole e pioggia
è il cammino di Santiago
migliaia di pellegrini
e più di un migliaio di anni.
Pellegrino, chi ti chiama?
quale forza oscura ti attrae?
Non è il cammino delle stelle
né le grandi cattedrali.
Non è la potenza della Navarra
né il vino della Rioja
né i frutti di mari della Galizia
né le campagne della Castilla.
Pellegrino, chi ti chiama?
Quale forma oscura ti attrae?
Non sono le persone del cammino
né le usanze della campagna.
Non è la storia e la cultura,
né il gallo della Calzada
non è il palazzo di Gaudì
né il castello di Ponferrada.
Tutto questo vedo al mio passaggio
ed è un piacere ammirare ogni cosa
ma la voce che mi chiama
la sento molto più nel profondo
La forza che mi spinge
la forza che mi attrae
non so spiegarla nemmeno io
solo chi sta lassù lo sa

Buen Camino.

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